sabato 6 dicembre 2014

LE POPOLAZIONI ANTICHE DELLE VALLI DEI FIUMI SABATO E SOLOFRANA IN IRPINIA 2


§- I sentieri transumanti: la stazione montana di Cretazze in Solofra (AV)


La località Cretazze di Solofra è una delle stazioni utilizzate dalle popolazioni presenti sul territorio tra i fiumi Solofrana e Sabato durante l’Età del Bronzo nelle sue fasi: antica, media e finale. Il toponimo indica un luogo dove è possibile ritrovare buona argilla per il confezionamento del vasellame oppure fa riferimento alla presenza dei frammenti dei recipienti preistorici. Quest’area di transumanza è
posizionata a Est-Sud-Est della valle di Solofra e permetteva agli uomini e agli armenti (pecore, maiali o mucche) la frequentazione stagionale quasi certamente all’interno di quei luoghi che oggi sono stati suddivisi nei comuni di Solofra, Serino, Montoro e Calvanico: luoghi privilegiati per la ricca presenza di sorgenti, torrenti, estesi pascoli, selvaggina.
Questi luoghi, oggi, sono riconoscibili per la presenza dei frammenti di situle e altri reperti che compaiono in superficie a quote relativamente alte (fino a mt. 900), a quote collinari, e nei passi disposti lungo le cime delle catene montuose, frammenti riportati in superficie dal dilavamento procurato dai fenomeni atmosferici. La scoperta della stazione avvenne, come per la località Passatoia di Solofra e Tornola di Serino, a seguito dei lavori di sbancamento per il tracciato di strade adatte al taglio del bosco ceduo.
Le popolazioni che abitavano questi luoghi durante
l’Età del Bronzo oltre all’allevamento traevano il sostentamento anche dalla caccia (presenza di punte di freccia), dalla raccolta dei frutti del bosco e forse dalla pesca (gamberi d’acqua dolce e trote (?)). Testimoni della quotidianità di queste genti sono la punta di freccia monofacciale in selce bruna rinvenuta da me alla località Passatoia/Madonna del Soccorso di Solofra (AV) nell’ottobre 1976 durante i lavori di sbancamento per la costruzione della bretella di collegamento della parte alta dell’abitato della città via Turci con la parte bassa via 12 Apostoli, strada prossima alla superstrada Salerno- Avellino (vedi il volume di F. Guacci: Preistoria e storia della valle solofrana, Reggiani Editore, Salerno,1979; alla pag. 23). Successivamente il ritrovamento di una punta di freccia bifacciale con
peduncolo e alette laterali da me recuperata alla località Carpino/Monte Vernacolo di Serino (AV) dove compare un’altra stazione montana dell’Età del Bronzo Antico segnalata e studiata dall’archeologa Claude Albore Livadie nel volume Nuceria Alfaterna e il suo territorio Aletheia Edizioni, 1994, pp. 46ss. Entrambe testimoniano l’attività venatoria.
La ricercatrice professoressa Claude Albore Livadie, accompagnata dal funzionario della Soprintendenza Archeologica delle province di Salerno e Avellino dottore Pasquale Dapoto e da altri archeologi, su mia segnalazione si portarono alla località Cretazze di Solofra il 14 marzo 1998 al fine di verificare la consistenza della scoperta che avevo segnalato e pubblicato nel volume “ Le civiltà sepolte alle porte dell’Irpinia ” Menna Editore, Avellino, 1983, (vedi foto 3 e 4) che avevo pubblicato a mie spese.



 
Le foto ritraggono la professoressa Albore Livadie e il dottore Dapoto Ispettore della Soprintendenza Archeologica di Salerno, e chi scrive, di fronte alla sezione di scavo procurata dalla ruspa nel tracciare la strada che conduceva al taglio effettuato nell’area soprastante il castagneto alla località Cretazze, deposito di materiale vulcanico, probabilmente l’eruzione conosciuta come “le pomici di Avellino” data al 1800 a.C., adiacente il forno per la cottura del vasellame.
La località Cretazze ha restituito una grande quantità di pareti fittili appartenenti a recipienti adatti all’attività umana. Unica come scoperta, collegata a questa località nel bacino del torrente La Solofrana, resta il forno per la cottura delle situle o secchie, rinvenuto ad agosto del 1979 ancora in situ con il bordo poggiato sul piano di cottura ricavato direttamente sul fondo argilloso, spalla e cordone, per un’altezza complessiva di circa 30 cm. e un diametro di circa 100 centimetri, avente uno spessore nelle pareti di circa 3 cm. (vedi: Le civiltà alle porte dell’Irpinia, 1983). Oltre ad una piccola macina in pietra (vedi foto in alto) molto simile a quella rinvenuta alla località Passatoia di Solofra.
Le diverse stazioni montane si collegavano tra di loro mediante dei camminamenti che nel corso dei millenni sono stati utilizzati dai boscaioli e dai viaticali (persona che conosceva le strade antiche di montagna e guidava al taglio dei boschi cedui ad alta quota). Uno di questi ultimi rappresentanti, tuttora in vita, è il signor Michele Gaeta di Solofra compagno di molteplici escursioni lungo gli antichi “carrari o carrarielli” (voce dialettale locale) riconoscibili nel termine italiano tratturo. Le quote stagionali della transumanza sono variabili ma seguono quasi sempre le direttrici Est-Sud-Est almeno per le valli prese in considerazione in questo studio.

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