martedì 23 gennaio 2018

Ordinare i frammenti: recensione su Gregorianium 4/2017

Ruggeri, Giacomo, Ordinare i frammenti. Discernimento e cura personalis: la pedagogia di S. Ignazio di Loyola, Fara Editore, Rimini 2016; pp. 317. € 18,00. ISBN 978-88-97441-94-6.




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recensione di Emma Caroleo pubblicata in Gregorianum 4/2017, pp. 875-877.

Cordiali saluti
Anna Maria Bruni
GBPress
Piazza della Pilotta, 35
00187 Roma





Giacomo Ruggeri nello studio Ordinare i frammenti. Discernimento e cura personalis: la pedagogia di S. Ignazio di Loyola, approccia e approfondisce la cura personalis. L’Autore coglie l’aspetto centrale della prospettiva ignaziana: aiutare l’incontro di ogni persona umana con il suo Creatore perché Egli possa lavorare in lei ed essa, a sua volta, possa risponderGli trovando senso e pienezza della sua vita.
Il lavoro si modula in cinque parti, ben distinte ed equilibrate fra loro sia come numero di pagine che come contenuto.
Nella prima parte G. Ruggeri offre una presentazione della visione originaria di Ignazio di Loyola così come espressa negli Esercizi Spirituali (da adesso EE). Questo primo segmento approfondisce gli EE quali fonti della pedagogia ignaziana che pone la persona al centro. Lo scopo che gli EE si prefiggono è quello di condurre l’uomo e la donna verso un’abituale e crescente unione con la volontà di Dio, in modo da
diventare progressivamente sempre più capace di «cercare e trovare» il volere divino nella propria scelta.
Dopo le fonti, la seconda parte riguarda propriamente la pedagogia ignaziana. L’Autore indica le caratteristiche dell’attività educativa della Compagnia di Gesù che si traducono nella cura personalis e nella promozione di una crescente capacità nel discernere, difatti «educare» per la Compagnia di Gesù, significa riuscire a scegliere nel concreto, cercando di sviluppare la capacità di interpretare la realtà e di procedere verso il Meglio.
Nella terza parte l’Autore approccia da vicino la cura personalis all’interno di tre ambiti di esperienza per osservare, verificare ed evidenziare l’efficacia della pedagogia ignaziana. Il primo ambito studiato è l’Apostolato Educativo, o meglio la cura personalis applicata alla relazione formativa nell’apostolato educativo ed in particolare G. Ruggeri riporta l’esperienza del «Collegio Massimiliano Massimo» a Roma; il secondo ambito è la cura personalis applicata alla relazione di aiuto e di accompagnamento nel tempo attuale, si tratta dell’esperienza degli EVO (Esercizi nella Vita Ordinaria). Infine il terzo ambito che propone la relazione di aiuto vissuta nell’Apostolato Sociale al Centro Astalli.
La quarta e la quinta parte del lavoro si occupano l’una della cura personalis come proposta pastorale, approfondendo in tal senso la «pedagogia del desiderio» secondo il metodo ignaziano, l’altra si spalanca su prospettive pastorali individuando l’attualità della cura personalis.
Le cinque parti del lavoro di G. Ruggeri approfondiscono la sua intuizione iniziale vale a dire in quale modo la cura personalis possa declinarsi come sfida per l’agire ecclesiale. In tale contesto l’Autore evidenzia come la categoria tipica di un ordine religioso quale la cura personalis della Compagnia di Gesù possa divenire criterio pastorale ed esperienza pedagogica validi, sia per un ambiente diocesano nonché per una educazione centrata sulla persona all’interno di ambiti educativi e formativi diversi.
Interessante a tale riguardo è la maniera in cui l’Autore si cimenta nella traduzione e nell’attuazione della cura personalis all’interno del nuovo mondo di Internet e della grande Rete. G. Ruggeri è consapevole di quale e quanta profondità vi sia nell’intreccio delle implicazioni antropologiche ed esistenziali del vivere nella società digitale e quali e quanti siano i rischi così come le possibilità.
All’interno del lavoro vengono analizzate alcune esperienze di accompagnamento in Rete ad opera di alcune realtà della Compagnia di Gesù in Europa e negli Stati Uniti, verificando in tal modo l’incidenza di due elementi sostanziali: uno tratta della fedeltà alla spiritualità di S. Ignazio e il riferimento costante agli EE; l’altro si interessa della capacità, della competenza e della originalità nell’attualizzare l’esercizio della cura personalis. Si tratta di uno spazio inedito in cui «sentire e gustare» le cose interiormente in modo da imparare a «cercare e trovare» Dio.
Il testo di G. Ruggeri mette in rilievo quanto la cura personalis sia un aspetto fondamentale della prospettiva di Papa Francesco nella sua insistenza ad essere una chiesa «ospedale da campo», vale a dire nell’insistenza a vivere ed esercitare un cristianesimo caratterizzato dalla prossimità. In tal senso non è difficile cogliere la connessione profonda fra la cura personalis e l’accompagnamento spirituale con il discernimento applicato alla vita.
L’intuizione feconda di G. Ruggeri sembra anche felice nel riuscire ad identificare nella categoria della cura personalis un nucleo profondo della visione ignaziana e nel dimostrarne la fecondità molteplice, permanente e attualissima per l’impegno della Chiesa di oggi. Nell’approfondimento avvenuto nel testo si ritiene che la cura personalis sia una chiave importante per rileggere il ministero sacerdotale nonchél’apostolato laicale nel mondo di oggi, per porre la persona nella condizione di saper riconoscere la strada riuscendo così a mettere ordine nella propria vita, seppur nella frammentarietà dei propri vissuti.


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