martedì 5 settembre 2017

Antonio IANNELLA: Motti e proverbi e “cundi di Casteddo nosto”

Antonio IANNELLA:  Motti e proverbi e “cundi di Casteddo nosto”, a cura di Ida Iannella e Teresa Armenti, disegni di Maria Teresa Iannella, Pubblicato in proprio, Castelsaraceno, agosto 2017, scarica il pdf qui Libretto.pdf

recensione di Vincenzo D’Alessio & G.C. “F. Guarini”  

C’era una volta, in un paesino nascosto tra le montagne, un ragazzo nato il 20 gennaio del 1938, il quale amava le sue montagne, la neve che ne copriva le cime, la terra che la famiglia coltivava, le poche pecore che allevava, il lavoro di contadino. 
Diversi anni dopo andò lontano da casa a Torino in cerca di lavoro. Fu chiamato al servizio di leva militare che allora era obbligatorio. Ritornato in paese mise su una piccola impresa edile insieme a suo fratello Rocco.
Anni di lavoro intensissimo per mettere su famiglia con Teresa: fortunatamente le cose andarono per il meglio e la famigliola si allargò con tre figli.
Il ragazzo era diventato un uomo, un padre e sovente raccontava ai figli piccoli le vicende della sua infanzia contadina che, a distanza di tempo, aveva perso i connotati della vita di sacrifici per divenire la fonte dei ricordi felici.
Antonio Iannella è il ragazzo di questo racconto, Castelsaraceno (PZ) il paesino tra le montagne. La memoria contadina, racchiusa nel libricino, che ad un anno dalla scomparsa la sorella Ida e l’amica Teresa Armenti (infaticabili memorie storico-antropologiche di quei luoghi) hanno curato arricchendolo con i disegni della figlia Maria Teresa, reca il titolo: Motti e proverbi e “cundi di Casteddo nosto”.
Non un atto d’amore per tenere viva la memoria del padre e del fratello, quanto l’imprescindibile valenza antropologica del dettato contadino raggiunto oralmente attraverso le voci dei genitori e degli antenati di quella terra.
Un tesoro nascosto nelle pieghe del Tempo che altrimenti sarebbe andato perso completamente.
Il dialetto, che ha iniziato la sua decadenza con l’avvento dell’Unità d’Italia, è stato tramandato nelle comunità agropastorali grazie alla presenza dei cortili e il perseverare delle antiche attività, anche se si è avuta la perdita di vari elementi linguistici nel corso degli anni.
L’autore ha avuto a cuore la sua comunità riconoscendole il diritto di seconda madre per avergli concesso di godere della bellezza e della semplicità naturale dei luoghi.
Riporto dal libricino un proverbio illuminante sul percorso che abbiamo iniziato: “Picca pecur’ e picca vigna, una è carie e l’ata è tigna” (traduzione: Poche pecore e poca vigna, una è carie e l’altra è tignola). La voce indica le difficoltà da superare, per la gente semplice del tempo, di allevare un gregge numeroso o possedere vigne a perdita d’occhio.
 

Antonio Iannella è scomparso nella comunità castellana il 23 agosto 2016 lasciando la moglie, i tre figli e i nipotini.
Mentre la terra lo accoglie nelle braccia dei suoi antenati noi prendiamo parte, attraverso le memorie lasciate in eredità ai suoi cari, al “Convito” dei secoli nella parlata della piccola comunità agropastorale di Castelsaraceno.


 Settembre, 2017

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