martedì 7 febbraio 2017

Possente

Alex Celli, Chicken Breast
recensione di Giovanni Antonini


“Io sono un ballerino” urlava “io sono un ballerino” esclamava “io sono un ballerino”. C’era una volta un cinquantenne che amava ballare, ma che ormai era diventato troppo vecchio e quindi aveva perso la felicità. La sua vita era diventata una continua sbronza, perché si sentiva una nullità. Una volta sapeva ballare, ed era il migliore, poi passa il tempo e i muscoli non sono più gli stessi e così diventa un perdente, un fallito. Ma all’improvviso, una sera, il destino decide di intervenire: un supereroe, con il mantello, la cresta, la maschera, un super Pollo, anzi scusate, un Super Petto di Pollo. Un pazzo, un matto, un idiota (forse sono stato un po’ cattivo), travestito da pollo, che rende la sua esistenza una lotta alla giustizia. (Attenzione vi chiedo di continuare a leggere perché ci sarà una sorpresa, non è una scemenza). Un ragazzo di 22 anni, che ama i fumetti, ama i supereroi, che crede nella giustizia sociale, nei diritti che tutti possiedono, che va oltre la mediocrità di una vita falsa, di una vita basata solo su finzioni, menzogne. Crede in un cambiamento, crede nella possibilità che gli è stata data di fare qualcosa. Non si ferma alla malattia della società, perché sa che la vita deve essere vissuta in pieno. Non puoi fermarti, essere un oggetto, hai il bisogno di vivere, di essere il protagonista. Ecco appunto Alex, Chicken Breast, Petto di Pollo, capisce la missione della vita e per questo è ritenuto pazzo dagli altri; è pazzo perché dverso, perché non si ferma come gli altri alla vita passiva. Ora torniamo al ballerino. Chicken Breast lo ridimensiona, gli fa capire che l’importante non è il giudizio degli altri, che non ci si può bloccare al pensiero di un giudizio esterno. Non ha senso fermarsi prima di fare; non puoi non fare per paura; devi avere il coraggio di essere quel che sei, andare contro alla moda, vivere appieno la tua vita. Ecco che il ballerino decise, dopo aver parlato con Chicken Breast, di provare a fare un provino per un lavoro, un provino dove c’erano i migliori ballerini del momento. Per conquistare il posto di lavoro doveva affrontare ragazzi molto più giovani di lui, doveva battersi, vincere.



Alex è un po’ pazzo, nettamente. È un ragazzo però che crede veramente in quello che fa e solo per questo deve essere applaudito e riconosciuto. Alex decide di cambiare vita, di non fare più il normale lavoro, ma sceglie di essere qualcuno. “È immensamente triste una giovinezza senza la passione per le altezze” diceva Alberto Marvelli, un ragazzo vissuto a Rimini durante la guerra. Credo che Alex si rifaccia proprio a questo ideale: vivere per gli altri, essere qualcuno che possa aiutare gli altri, combattere per gli altri.  




Un libro fantastico, meraviglioso, semplice, ma nella sua semplicità eterno, profondo, un libro che leggi e dal quale rimani sbalordito. Un libro che ti fa riflettere, che ti ferma e ti fa pensare, un libro che ti rende partecipe della tua vita, un gran bel libro!


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