lunedì 28 settembre 2015

Monte Guastanella, l’ombra pervasiva e invasiva di Minosse per Massimo Cultraro

di Anna Rita Fontana
Santa Elisabetta-Le attenzioni rivolte al monte Guastanella nel convegno di studi svoltosi a Santa Elisabetta, con oggetto la sua candidatura Unesco, ci hanno permesso di approfondire aspetti del territorio legati al sito, nonché la rilevanza mitologica così ben curata dall’archeologa Rosamaria Rita Lombardo nel saggio L’ultima dimora del re. Una millenaria narrazione siciliana “svela” la tomba di Minosse (Fara Editore). Abbiamo colto l’occasione per saperne di più, rivolgendo alcune domande al prof. Massimo Cultraro, primo ricercatore al CNR dell’Università di Catania, nonché docente di Preistoria egea all’Università di Palermo.
Prof. Cultraro, quale aspetto ritiene più interessante sul mito di Minosse, del quale ha posto in rilievo “l’ombra pervasiva e invasiva” nel monte Guastanella?
“Per me è attraente l’aspetto del trasferimento di un mito cretese, da un’isola specifica del Mediterraneo a cui è legato, a un’altra isola che è la Sicilia, e in particolare a un territorio ben preciso che si circoscrive all’agrigentino. Il fascino è insito anche nel fatto che Minosse esprimeva lo status regale di sovrano che i cretesi riconoscevano al re di Creta, considerato il re dei re in assoluto, e il primo monarca che regnò sui mari. Dal punto di vista archeologico poi la sovrapposizione del mito coincide con la presenza di materiali egeo-micenei, rilevati nella zona in oggetto”.
Quindi è bene sostenere la tesi della Lombardo per attivare quanto prima in loco una campagna di scavi?
“Sicuramente, anche ai fini turistici, e tenendo conto delle risorse geominerarie della zona compresa nella valle del Platani, di cui parla per ultimo Plinio, vissuto alla fine del primo secolo a. C., indicando genericamente un ager agrigentum che ha evidenziato oltre al salgemma e allo zolfo, rilevanti presenze di bitume, come si evince anche da un recente studio di Mattia Sella. Un olio nero importante, usato nella carpenteria, come fonte di illuminazione, nella riparazione di vasi e nella produzione di farmaci. A quanto pare l’isola di Creta  fu beneficiata proprio dal bitume siciliano”.Ingresso-camera-3
Le bellezze naturalistiche della montagna lasciano immaginare un mondo sotterraneo, come si evince anche dal saggio dell’archeologa..
“Infatti, noi potremmo trovare sotto le strutture del monte anche la presenza di un sostrato preistorico risalente all’età del bronzo. La presenza umana è inoltre attestata già dal terzo millennio a. C. da alcuni indizi fondamentali, come un paio di tombe a grotticella, piccola cavità scavate nel calcare, appunto dell’età del bronzo”.
E che dire delle ossa di Minosse restituite ai cretesi secondo le fonti storico-mitologiche?
“La storia del trafugamento dei corpi è lunga, si va dalla saga ateniese del corpo di Teseo, procedendo nei secoli fino alla storia moderna e contemporanea, con la mummificazione del corpo di Giuseppe Mazzini,e al trafugamento del corpo di Benito Mussolini. In ogni caso si tratta di testimonianze di una cultura ricca di valori nella storia dell’uomo”.
Qual’ è a questo punto la linea ottimale da seguire per valorizzare al meglio questo territorio e renderlo produttivo per il turismo?
“Bisogna evitare innanzitutto gli scontri campanilistici, lavorando su un’area intercomunale che raggruppi diverse realtà ed evitando che la valle dei templi sia l’unica realtà che polarizza l’attenzione. Bisogna coinvolgere anche, a fianco dell’archeologo, l’antropologo e l’etnologo, in un’ottica territoriale più vasta. E’ d’obbligo riconoscere in proposito il lavoro eccellente della Soprintendenza, in termini di tutela, analisi e catalogazione di riscontro sul terreno di tracce antiche”.IMG_1604
La sinergia tra istituzioni ed enti locali dovrebbe però affiancarsi a un cambiamento della mentalità siciliana..
“Sì, con una maggiore apertura, per ragionare finalmente in chiave moderna e mettere in atto il concetto di museo diffuso, creando quante più postazioni possibili con supporti multimediali ad avanzata tecnologia, nel campo delle strategie del patrimonio culturale. In altre parole, creare una rete informativa che catturi l’attenzione del visitatore e lo porti virtualmente in una prima fase, e dopo in termini reali, nei posti che vuole visitare”.
A. R. F.


domenica 20 settembre 2015

A novant’anni dalla Rivoluzione Meridionale

dr. Vincenzo D’Alessio


Il saggio-icona, come lo definisce il giornalista Generoso Picone nell’articolo apparso su “Il Mattino” del 27 marzo 2003, del meridionalista Guido DORSO che reca il titolo La Rivoluzione Meridionale (Piero Gobetti Editore, Torino, 1925) compie novant’anni. La riedizione, curata dal chiarissimo prof. Francesco Saverio Festa, ha visto la luce nel marzo 2003 presso le edizioni Mephite. Da allora si sono susseguiti diversi appuntamenti per riportare al presente il pensiero sempre attuale sulle regioni del Sud e sulla irrisolta “ Questione Meridionale”.

Il Centro “Guido Dorso” di Avellino, diretto mirabilmente dalla dottoressa Giuliana Freda e dai suoi collaboratori, ha organizzato una serie di appuntamenti culturali con inizio dal 24 settembre fino al 4 febbraio 2016 presso l’Auditorium della SS.Annunziata in Piazza Duomo della stessa città, per questo novantennio.

Durante quest’ultima metà del XX secolo ho conosciuto politici che attraverso la loro attività amministrativa hanno incarnato il pensiero di Dorso nell’ambito della difficile realtà dei nostri luoghi: “Emerge, quindi, chiaro fin da questo momento che ad aggravare gli originari fenomeni di inferiorità economica e di patologia demografica che caratterizzano la costituzione sociale del Mezzogiorno, molto ha contribuito e contribuisce tuttora lo Stato, che, da organo supremo del diritto, da fonte precipua ed unica di eticità, si trasforma in Italia in organo del privilegio, in fonte continua e preservante dell’ingiustizia.” (La Rivoluzione Meridionale, pag. 215).

Quante persone della nostra nazione Italia conoscono questo profondo dilemma e cosa fanno per redimere gli effetti centenari di questo dramma? Tutto passa nelle parole dei comizi, altre parole vengono scritte nella sabbia degli anni o conservate nei polverosi archivi istituzionali, senza che la religione di questo libro rivoluzionario, e altri libri che si avvicinano ai valori di questo, giungano nelle aule delle scuole pubbliche e nelle Università, anno dopo anno ad insegnare la strada della vera politica.

Guardo alla realtà di una città industriale qual è Solofra, ultimo polo conciario a Sud della penisola dopo la fine dalla Seconda Guerra Mondiale, il vero primo cittadino che aveva vissuto da vicino le idee di Guido Dorso fu Vincenzo Napoli (Solofra, 1882 – ivi 1958). A raccogliere la continuità della rivoluzione dettata dalla prima “Lega Pellettieri” , fondata in quegli anni, giunge alla fine degli anni Sessanta il primo cittadino Mario Famiglietti (Solofra, 1923- ivi 2007) il quale amplifica a livello internazionale l’antica Arte dei Pellettieri con mostre, interventi televisivi, firma di accordi tra i poli conciari nazionali, incontro con le autorità del Giappone, per protendere verso nuovi mercati la produzione artigiano/ industriale locale, primi interventi per il disinquinamento territoriale e del corso del fiume Sarno.

A quest’illustre politico meridionalista va ascritta la presenza delle rappresentanze artigiano/industriali di Solofra ai vari appuntamenti internazionali del settore: Francia, Germania, Stati Uniti d’America, con i capi in pelle e la ricca produzione di pelletteria. Non a caso la ripresa economica degli anni Settanta coincide con il primo mandato cittadino di Mario Famiglietti. Di quest’illustre personaggio di fama nazionale manca a tutt’oggi una adeguata monografia che ne trasmetta la memoria e l’incarnazione delle idee di Guido Dorso: “Parimenti gli scrittori di agrologia, partendo dai dati (omissis.) hanno messo in chiaro entro quali limiti l’inferiorità fisica del Mezzogiorno si ripercuota nel campo della produzione agraria(omissis) e non hanno mancato di avvertire che l’intelligenza e l’attività umana potrebbero fare non soltanto per colmare queste deficienze originarie, ma per trasformarle, almeno in parte, in vantaggi, sviluppando ed organizzando la produzione delle primizie da fornire ai mercati settentrionali a prezzi ed a condizioni di quasi monopolio” (ibidem, pagg. 213/214).

A continuare l’impegno di questo primo cittadino è giunto, da una precedente esperienza regionale, Aniello De Chiara (Solofra 1942 – ivi 2001) che ha incarnato appieno la forza evocatrice e rivoluzionaria del pensiero di Guido Dorso: liberare la realtà solofrana dalla costrizione urbana seguita al sisma del 23 novembre 1980; accelerare la ripresa artigiano/ industriale della concia delle pelli con l’ampliamento e il rafforzamento del Distretto Industriale a fondo valle; elaborare una classe dirigente conciaria istruita e consapevole del ruolo da svolgere di fronte ai mutamenti mondiali; rimuovere le profonde spaccature tra nucleo urbano e periferia; ridare a Solofra la sua veste di “Città”.

Infatti al suo mandato da primo cittadino (1993-1997) promosse il Centenario di Solofra Città (1895-1995) coinvolgendo in primis le scuole di ogni ordine e grado, successivamente richiamando in città tutti i suoi figli migliori sparsi nelle diverse parti del pianeta. Un evento senza precedenti che ha visto una tale rivoluzione che ancora oggi la eco non è andata persa. Non è possibile elencare a parole l’energia positiva trasmessa da questo sindaco alla terra Irpina. Solofra ha beneficiato di questi atomi in ogni sua zolla: monumento al Pellettiere; palazzetto dello Sport; monumento all’artista “Francesco Guarini o Guarino ” nella città natale; monumento a San Giuseppe Marello nelle adiacenze dell’antico seminario degli Oblati di San Giuseppe; altri importanti monumenti, piazze e verde attrezzato, spazi da vivere in una città che era divenuta essenzialmente dormitorio.

La Rivoluzione Meridionale accettata in pieno, con tutte le contraddizioni che comporta in questo disgraziato Sud, è stata la vocazione di questi singoli uomini politici chiamati a guidare una popolazione che non riesce a liberarsi dal clientelismo per ottenere lavoro e sedimentare nei luoghi dove hanno vissuto gli antenati senza rompere l’immobilismo Stato/Chiesa: “Infatti, mentre da una parte il flusso migratorio rappresentò una notevole perdita di popolazione, che non andò esente da conseguenze dolorose, costituì dall’altra una delle più forti risorse finanziarie della nuova Italia, che notevolmente hanno contribuito al suo progresso economico specialmente dal 1890 in poi” (ibidem, pag. 215).

Oggi, nell’Irpinia natale di Guido Dorso, uomini nuovi scelgono strade difficili per attuare la filosofia che promana dalle pagine della Rivoluzione Meridionale
 mentre gran parte della popolazione permane indifferente ai cambiamenti che tali idee chiedono.

domenica 13 settembre 2015

L'ultima dimora del Re in «Zona nove» di Milano

pubblicato in Zona nove settembre 2015, p. 12



scheda del libro con numerosi link ad articoli, video, interviste e recensioni 


martedì 8 settembre 2015

Gesualdo Domani 2015 / verso orizzonti nuovi

Irpinia Madre Contemporanea

presenta

Gesualdo Domani 2015 / verso orizzonti nuovi

Iniziativa curata dall’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani
Ente culturale del Comune di Gesualdo (AV)
capofila progettuale

Castello di Gesualdo
11/12/13 settembre 2015




Dall’11 al 13 settembre 2015, a partire dalle ore 17.30, nell’ambito del progetto regionale “Irpinia Madre Contemporanea”, il Castello di Gesualdo aprirà le sue porte ad un’iniziativa storica: per la prima volta, dopo 400 anni, davanti ai più alti rappresentanti della polifonia europea, i madrigali di Carlo Gesualdo saranno eseguiti nello stesso luogo dove essi furono composti e stampati; dopo mezzo secolo, inoltre, da quando nel 1956 visitò per la prima volta il paese di Gesualdo, Stravinsky “tornerà ufficialmente” nel Castello del Principe musico e mecenate per certificare il cammino culturale nel frattempo compiuto e consolidare così un rapporto artistico iscritto nella Storia.
Prende forma in questo modo un Centro europeo di alta cultura gesualdiana. Si tratta di un’esclusiva piattaforma culturale che, destinata ad allargarsi presto in Europa, è intesa a promuovere artisti emergenti e a stimolare una produzione europea di opere culturali ed artistiche.
Ospiti internazionali, musica, letture teatrali, discussioni, idee per il futuro: tre pomeriggi davvero unici, ricchi di fascino ed emozioni, da trascorrere presso il Castello di Gesualdo… per comprendere fino in fondo cosa succede quando l’Irpinia della storia diventa madre della contemporaneità!


Descrizione analitica


Luogo di svolgimento dell’iniziativa
Castello di Gesualdo (AV).


Giorni e orario
11, 12, 13 settembre 2015 – ore 17.30.

Presentazione generale
Per la prima volta, dopo il sisma dell’80, il Castello di Gesualdo apre stabilmente le sue porte ai visitatori. Acquisito al patrimonio pubblico comunale, esso è stato recuperato principalmente per accogliere al proprio interno una Scuola di alto perfezionamento musicale, specializzata nella polifonia, capace di mettere a frutto l’eredità artistica del suo abitatore più illustre: Carlo Gesualdo.
Con tale consapevolezza, in occasione del quarto centenario della morte dell’illustre Principe madrigalista, l’importante anniversario caduto nel 2013, il Comune di Gesualdo, per il tramite dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, suo ente culturale, ha avviato un percorso progettuale pluriennale intitolato “Gesualdo domani” e indirizzato ad un unico obiettivo: fare di Gesualdo la Città riconosciuta della musica e delle arti. Dalla ricostituzione dell’antica “Stamperia Carlino”, che Carlo Gesualdo impiantò nel castello per dar vita alle sue opere più famose, alla prestigiosa “Edizione critica” delle stesse; dalla costituzione del “Gesualdo Consort of Gesualdo”, il primo coro nazionale intitolato al grande musico e alla sua città, alla proposta istitutiva di una preziosa “Cappella musicale ed artistica”: ciò che ha caratterizzato il lavoro compiuto in questi anni è stata la volontà di mettere in piedi un’officina culturale, che prendesse forma attraverso una lunga serie di incontri, dibattiti, proposte, collaborazioni internazionali, prodotti editoriali, anteprime nazionali, mostre, teatro, cinema, arte e ovviamente musica. Il tutto all’interno di un’affidabile rete europea di rapporti istituzionali, idonea ad esaltare l’infinita originalità dell’opera gesualdiana, riconosciuta ormai quale “bene inalienabile della cultura occidentale”.
Con la definitiva riapertura del Castello di Gesualdo il percorso compiuto giunge ad una svolta. L’auspicio è che la residenza elettiva del Principe musico e mecenate possa tornare ad offrire tutto il carico di invenzioni e scoperte, di intuizioni e visioni, che l’hanno caratterizzata in passato. Ecco, allora, che si è pensato ad una tre giorni carica di contenuti e significati: un vero e proprio appuntamento con la storia. Grazie infatti alla collaborazione con autorevoli Istituzioni, nell’ambito del progetto regionale “Irpinia Madre Contemporanea”, siamo riusciti a riunire i più alti rappresentanti della polifonia europea che si riconoscono in Gesualdo. Londra, York, Parigi, Amsterdam, Copenhagen, Ginevra, Berlino e Roma, Firenze, Napoli, Milano: passa da questi luoghi la proposta di una prima rilevante «piattaforma culturale», tanto unica quanto originale, rivolta a promuovere artisti emergenti e a stimolare una produzione europea di opere culturali ed artistiche.
Insomma, una cosa è certa: da Igor Stravinsky ad oggi, continua l’affascinante viaggio sulle tracce del genio gesualdiano verso nuovi orizzonti e avvincenti sfide.   



Programma dettagliato


11 settembre 2015 / ore 17.30
Castello di Gesualdo

Conferenza di presentazione
Carlo Gesualdo tra storia e contemporaneità

Intervengono: Joseph Knowles (Università di York, Inghilterra); Emanuele Cintura Torrente (Maestro Compositore, Firenze). Con la partecipazione straordinaria del Duo Stravinsky (Nadia Testa / Alessandro Crosta).

L’opera di Carlo Gesualdo continua ad esercitare un’enorme influenza sulla musica di oggi, caratterizzandone – spesso in modo trasversale – i diversi generi. Quale è allora il segreto di un’arte che ha abbattuto muri, oltrepassato frontiere, avvicinando persone assai differenti per provenienza e formazione? Perché Carlo Gesualdo induce ora artisti dalle espressioni molto distanti a lavorare insieme? Per quale ragione egli sorprende, affascina ed ispira a distanza di secoli?
Da questi interrogativi nasce un singolare confronto fra storia e contemporaneità, che caratterizzerà la conferenza di presentazione dell’intera iniziativa. Una delle più attente ricostruzioni storiche dell’opera di Carlo Gesualdo, patrocinata dall’Università inglese di York, farà da specchio ad un’interessante traduzione contemporanea della musica gesualdiana, dove l’antico contrappunto sposa i versi che nel tempo celebri poeti hanno dedicato alla memoria del Principe.


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12 settembre 2015 / ore 17.30
Castello di Gesualdo

Gesualdo Consort in Europe

Intervengono: Marco Berrini (Gesualdo Consort of Gesualdo); Simon Gerald Place (Gesualdo Consort of London); Harry van der Kamp (Gesualdo Consort of Amsterdam).

Madrigals in Gesualdo’s Castle, Concerto in anteprima mondiale sotto la direzione di Bo Holten (Musica Ficta, Copenhagen).

Esistono in Europa (e precisamente in Inghilterra, in Olanda e in Italia) tre rinomati Cori intitolati a Carlo Gesualdo, i cui direttori sono riconosciuti tra i massimi esperti della polifonia internazionale. Per la prima volta essi si incontrano nel Castello di Gesualdo per esporre alcuni principi uniformi utili all’insegnamento e all’esecuzione della musica antica in rapporto ai tempi odierni, nel nome unico di Gesualdo. Prende forma in questo modo un Centro europeo di alta cultura gesualdiana. Si tratta di un’esclusiva «piattaforma culturale» che, destinata ad allargarsi presto in Europa, è intesa a stimolare una programmazione europea di opere culturali ed artistiche, aiutando la formazione di artisti emergenti. In omaggio a ciò, il concerto di uno dei più raffinati interpreti danesi delle musiche gesualdiane e, nella fattispecie, delle musiche che Carlo Gesualdo compose e stampò nel suo Castello, pubblicate in edizione critica per i tipi dell’antica “Stamperia del Principe”.

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13 settembre 2015 / ore 17.30
Castello di Gesualdo

Da Igor Stravinsky ad oggi

Intervengono: Marie Stravinsky (Presidente Fondazione Stravinsky, Ginevra) e René Bosc (Direttore Ensemble Stravinsky / Direttore designato Istituto Stravinsky, Parigi).

Omaggio a Stravinsky, a cura del Notturno Concertante.

Dopo oltre cinquant’anni, Igor Stravinsky “torna ufficialmente” a Gesualdo per certificare il cammino nel frattempo compiuto e radicare l’identità di una nuova realtà culturale nell’ambito di una precisa dimensione europea. Saranno pertanto i rappresentanti istituzionali della “Fondazione Igor Stravinsky” e dell’Istituto di alta cultura musicale connesso ad essa a consolidare un rapporto artistico iscritto nella storia. Come si sa, infatti, la fortuna attuale di Carlo Gesualdo è dovuta essenzialmente al lavoro di riscoperta e di valorizzazione compiuto da Igor Stravinsky, che nel 1956 visitò Gesualdo facendosi ritrarre in foto nel cortile del Castello: una posa divenuta celebre, che lega in modo ancor più indissolubile la figura del compositore russo al nome dell’amato Principe, studiato e proposto quale monumento delle avanguardie musicali.
L’originalità compositiva di un’affermata band e la recitazione di un testo scritto per l’occasione, all’interno della sala che sarà intitolata proprio a Stravinsky, caratterizzeranno il doveroso omaggio ad uno degli incontri più belli che hanno qualificato la storia della musica contemporanea.



Ulteriori informazioni

Breve biografia di Carlo Gesualdo
Carlo Gesualdo nacque a Venosa, da Fabrizio e Geronima Borromeo, l’8 marzo 1566. Morì l’8 settembre 1613 a Gesualdo (AV), nel castello avito, dopo avervi trascorso gran parte della vita. Designato con gli appellattivi di “Musicorum Princeps” o di “Principe madrigalista”, la complessa figura di Carlo Gesualdo suscita oggi un fascino senza precedenti e le radici di questa forte attrazione sono essenzialmente di due specie.
La prima ha tratto spunto dalla sua tormentata biografia. Carlo Gesualdo infatti è passato alla storia, prima ancora che per la sua musica, per un duplice omicidio consumato a Napoli nell’anno 1590: Maria d’Avalos, prima consorte del principe, e Fabrizio Carafa, duca d’Andria, colti in flagrante adulterio, furono fatti trucidare da alcuni sgherri. La giustizia del tempo – in soli due giorni – archiviò il caso come pacifico delitto compiuto per ragioni d’onore, senza appagare però la rabbia delle famiglie dei due nobili amanti, uccisi pur sempre da mano che non fosse all’altezza del proprio rango. Il principe Carlo, allora, appartenente ad una delle più potenti famiglie del vicereame spagnolo in Italia, parente di alti prelati e nipote di San Carlo Borromeo, decise di rifugiarsi nell’inaccessibile castello dell’omonimo feudo di Gesualdo, in Irpinia, dedicandosi pienamente alla sua attività di musico e di mecenate. Ne uscì più tardi soltanto per recarsi a Ferrara, sposare in seconde nozze Leonora d’Este, cugina del duca Alfonso II, e cominciare così – una volta ritornato nell’amato castello – una nuova vita.
La seconda sorgente d’ispirazione, invece, è di natura prevalentemente artistica.
Gesualdo seppe trasfigurare la sofferenza con armonie inaudite; esaltò la dissonanza, rendendola strumento espressivo immediato delle emozioni più forti e dolorose, spingendosi ben oltre i confini della sua epoca. Dominate da tensioni ed asprezze, le sue opere hanno un’intensità lacerante: le sillabe, le immagini e i concetti si traducono in una musica che si sforza costantemente di ampliare le risorse dell’armonia, per esprimere ogni ripiego doloroso nel massimo dettaglio. Le dissonanze che si distillano negli accordi, i cromatismi che pervadono ogni riga, creano un vortice più o meno cristallizzato sulle parole e sugli affetti; e un contrappunto fantastico tra le voci conferisce al discorso una dinamica interna sorprendente”.
In realtà l’opera del grande compositore cinque-seicentesco, trascurata per lungo tempo a causa della torbida vicenda omicidiaria che lo vide coinvolto, ha riacquistato un posto di assoluto rilievo nella storia della musica e delle arti soltanto in tempi relativamente recenti, nella seconda metà del 1900, grazie all’originale lavoro di recupero compiuto da Igor Stravinsky e Robert Craft. Si può dire, anzi, che dopo l’esecuzione del Monumentum pro Gesualdo firmato da Stravinsky, si sono moltiplicate le ricerche italiane e straniere intorno alla complessiva produzione gesualdiana.
Oggi la conoscenza dell’opera di Carlo Gesualdo è giudicata fondamentale ed indispensabile per una corretta formazione musicale, per cui frequentemente essa è posta al centro sia di esecuzioni concertistiche di qualità sia di specifici programmi di studio.

Il Castello di Gesualdo e il mecenatismo di Carlo
Sulla cima della rocca, visibile da ogni lato, v’è l’imponente castello di epoca longobarda. Intorno a questo ebbe origine la vita del borgo. È l’Historia Langobardorum di Paolo Diacono a legare il destino della rocca alla difesa prima e alla divisione dopo del Ducato di Benevento, avvenuta probabilmente nella seconda metà del IX secolo. E se la toponomastica locale ancora conserva nomi che testimoniano l’indubbia origine longobarda, il tessuto urbano ed architettonico rivela le stratificazioni delle dominazioni successive: rilevante castrum ai tempi del primo signore normanno, Guglielmo d’Altavilla, nelle epoche sveva ed angioina Gesualdo fu potente Baronia. Dopo la dominazione aragonese e con la trasformazione di Napoli in vicereame spagnolo – dal 1504 in poi – il castello di Gesualdo avviò il suo processo di smilitarizzazione, per divenire residenza principesca a tutti gli effetti. Carlo Gesualdo l’avrebbe reso sede di una fastosa corte artistica nonché di una stamperia, tra i pochissimi esempi riscontrabili nell’Europa cinque-seicentesca.
La munificenza del Principe Carlo ha lasciato in eredità alla terra di Gesualdo diverse opere, tra cui chiese e conventi. Grazie ad un suo lascito testamentario, ad esempio, fu completata la costruzione della Chiesa del SS. Rosario con l’annesso Convento domenicano. Al Principe si deve pure l’edificazione del Convento francescano unitamente alla Chiesa di S. Maria delle grazie.
Qui è conservata l’opera d’arte di “matrice gesualdiana” probabilmente più famosa: la pala d’altare denominata Il Perdono, realizzata dal pittore fiorentino Giovanni Balducci nel 1609. Sebbene si sia visto in essa il pentimento del Principe per il duplice delitto commesso a Napoli diciannove anni prima, è da ritenere che la tela rappresenti la richiesta di perdono per tutta l’umanità peccatrice. In questo senso verosimilmente vanno lette le figure che si osservano nel dipinto. In alto, la corte celeste: intorno a Cristo giudice vi sono la Madonna, San Michele, San Francesco e San Domenico, la Maddalena e Santa Caterina. In basso a sinistra, Carlo Gesualdo, genuflesso e vestito alla spagnola, si fa sorreggere e presentare da Carlo Borromeo, suo zio. In basso a destra, invece, la seconda consorte del principe, Leonora d’Este, anch’essa addolorata e penitente. Al centro, sopra le anime purganti, un bambino con le ali presenta ai fedeli l’intera scena. È probabilmente Alfonsino, figlio di Carlo e Leonora, morto all’età di soli tre anni.

Istituto Italiano di Studi Gesualdiani
L’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani, denominato anche Istituto gesualdiano, è un Ente costituito dal Comune di Gesualdo (AV) con delibera consiliare n. 14 del 2005 ed ha la finalità statutaria di provvedere alla gestione di servizi ed attività culturali. L’approfondimento della figura e dell’opera di Carlo Gesualdo costituisce l’oggetto principale delle attività svolte dall’Istituto. Tale compito viene assolto mediante progetti pensati per avere ricadute stabili e durature sul territorio e attraverso prestigiose collaborazioni, destinate queste ad accrescere l’autorevolezza delle iniziative intraprese. Lo scopo comune perseguito da tutti i percorsi progettuali avviati dall’Istituto risiede nella pretesa di trasformare la terra di Gesualdo in una vera e propria «Città della musica e delle arti», sulle orme ovviamente dell’illustre Principe madrigalista, annoverato ormai tra gli artisti più visionari di ogni tempo.
Direzione scientifica: Giuseppe Mastrominico; Coordinamento attività progettuali: Giuseppina Finno, Rosa Covino, Chiara Forgione; Segreteria organizzativa: Antonio Caggiano, Maria De Prisco, Carmine Dell’Erario, Chiarangela Longo, Emiliano Santoro.

Note biografiche

Giuseppe Mastrominico: è il direttore artistico del progetto regionale “Irpinia Madre Contemporanea”. Dopo aver conseguito la Laurea in Giurisprudenza, si è specializzato in Storia del diritto e delle istituzioni, svolgendo la sua attività di ricerca e d’insegnamento presso i Dipartimenti di Giurisprudenza prima delle Università di Macerata e del Sannio, poi dell’Università “Federico II” di Napoli. Membro del Comitato accademico UCSA (Università di Castel Sant’Angelo - Roma), è dedito ad argomenti di storia giuridica medievale, moderna e contemporanea, coltivando con particolare attenzione gli studi del cd. “Diritto e Letteratura”. Ha condotto attività seminariale e convegnistica in Italia e in altri Paesi europei. Giornalista pubblicista, svolge un’intensa attività culturale anche al di fuori dell’ambito accademico. Dirigente dell’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo, conserva la direzione scientifica del Museo della Civiltà Normanna. L’approfondimento della “cultura gesualdiana” inoltre costituisce un suo specifico campo d’intervento. In tale ambito, infatti, ha curato numerosi progetti quale Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Studi Gesualdiani. Autore di numerosi scritti, alcuni dei suoi articoli e saggi, dimostrativi dei suoi interessi, sono adesso disponibili per i tipi de La Stamperia del Principe, casa editrice di cui è cofondatore e Direttore editoriale.

Marco Berrini: Direttore del “Gesualdo Consort of Gesualdo”, Marco Berrini è riconosciuto oggi come uno dei più importanti direttori di coro operanti in Italia. È stato fondatore e direttore del “Coro da Camera” del Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria, col quale svolge regolare attività concertistica e discografica; fondatore, direttore artistico e musicale del complesso vocale professionale “Ars Cantica Choir”; fondatore, direttore artistico e docente della “Milano Choral Academy”, scuola internazionale di formazione e perfezionamento per direttori di coro e cantori; dal 2009 è direttore stabile del Coro nazionale “Giovanni Maria Rossi” della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), in collaborazione con l’Ufficio Liturgico Nazionale e il Centro Interdisciplinare Lateranense della Pontificia Università Lateranense. La carriera di Berrini è scandita da numerosi premi e riconoscimenti, da rilevanti collaborazioni come direttore ospite (in Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Austria, Israele, Argentina, Emirati Arabi) e da un ricchissimo repertorio corale, sinfonico-corale ed operistico. Svolge, inoltre, un’intensa attività didattica in Italia e all’estero. Per il “Vocalia Consort”, nel 2013, ha diretto il progetto tematico “Intorno a Gesualdo”, che ha mirato a rendere ragione della modernità di Carlo Gesualdo e del suo linguaggio musicale.

Simon Gerald Place: Direttore del Gesualdo Consort of London, sotto la sua guida l’ensemble inglese si è affermato negli ultimi anni come leader tra gli interpreti della musica di Gesualdo e dei suoi contemporanei. Il Consort ha partecipato ad importanti festival europei, tra cui il Festival di Primavera di Praga, il Festival delle Fiandre (a Rubens 'House, Anversa), il Paris Festival Estival, il Festival di Bath, il Maastrich religiosa Music Festival, il Karlsrhue Musiktag, il Festival Harrogate e come artisti ospiti del Concorso Polifonico Internazionale di Arezzo, Italia. Ha all’attivo quattro registrazioni commerciali. Il primo lavoro è stato salutato dalla critica come "un miracolo: la migliore registrazione di Gesualdo fino ad oggi" (Glenn Watkins). 
 

Harry van der Kamp: Tra i massimi esperti di musica rinascimentale e barocca, Harry van der Kamp è celebrato dalla critica come “l’unico maestro in grado di gestire con chiarezza esemplare le arie antiche” (New York Times). Nel 1984 ha fondato il Gesualdo Consort of Amsterdam, con il beneplacito della Regina Beatrice.

Bo Holten: È stato il direttore principale per i gruppi vocali Ars Nova (Copenaghen) e Musica Ficta (Danimarca), così come guest-direttore per i BBC Singers. È stato inoltre il direttore principale della Flemish Radio Choir (Vlaams Radio Koor) a Bruxelles fino al 2012. Come compositore ha scritto più di 100 opere, tra cui 6 opere, 2 musical, 2 sinfonie, e 5 concerti solistici. L’ultima opera di straordinario successo è stata dedicata a Gesualdo (Gesualdo - Shadows / 2014).

René Bosc: Dopo il suo debutto 1993 di conduzione a Montpellier, René Bosc è stato nominato da René Koering per dirigere i concerti di musica contemporanea di Radio France e Montpellier Festival. Ha diretto i Diagonales Ensemble, l’Orchestre National de Montpellier, ECM2, Les Percussions de Strasbourg, I Solisti di Mosca, Orchestre National de Jazz (Francia), «Tambuco», il Merce Cunningham Dance Company, così come i solisti Fazil Say, Didier Lockwood e François-René Duchâble. Numerosi compositori hanno dedicato le loro opere a lui, tra cui Philippe Hersant (Concerto de violon) e Hans Werner Henze (Upupa, ha debuttato a Salisburgo nel 2003). Nel 2001 è diventato direttore della Nuova Musica a Radio France e Direttore Artistico del Festival Présences.

Marie Stravinsky: È l’autorevole presidente della Fondazione Igor Stravinsky, di cui è diretta discendente.

Joseph Knowles: Ricercatore dell’Università di York in Inghilterra, i suoi studi dottorali sul cromatismo gesualdiano sono stati segnalati tra gli studi più approfonditi degli ultimi anni. Si deve a lui una magnifica ricostruzione del primo mottetto di Carlo Gesualdo (Ne reminiscaris, Domine, delicta nostra).

Emanuele Cintura Torrente: Il compositore e chitarrista classico Emanuele Cintura Torrente nasce a Cassino, nel 1978. Si diploma in chitarra con il massimo dei voti al Conservatorio Cherubini di Firenze perfezionandosi alla Scuola di Musica di Fiesole con il M° Alfonso Borghese esponente della scuola di Andrès Segovia. Segue un'attività concertistica in Italia e all'estero. Coltiva contemporaneamente studi di Psicologia, nelle Università di Palermo e di Firenze e s'interessa alla musica Jazz studiandola in scuole specializzate italiane e approfondendola negli Stati Uniti. Tra le sue composizioni: la “Suite Jazz” sintesi di Classica e Jazz; la “Invenzione continua a due strumenti”, compendio di contrappunto, inciso da esponenti dell’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; le "English Songs" ciclo di lieder su poeti Angloamericani da Shakespeare a Poe, eseguito a New York e in California. Per conto del Centro Studi Musica e Arte di Firenze ha svolto un corso di composizione sperimentale per bambini. Ha pubblicato il "Manifesto Teoretico Musicale" in dieci punti e tradotto in otto lingue. E' attualmente docente di chitarra classica, teoria e composizione presso l’Accademia MusicArea di Firenze. Nel 2014 esce un doppio album “Recordings 2004-2014" raccolta di registrazioni di dieci anni di attività compositiva.

Notturno Concertante: È un’affermata band irpina, che ha al suo attivo sei cd, pubblicati in Italia e all’estero. Il gruppo si è esibito dal vivo in varie città italiane (Firenze, Roma, Napoli, Bologna, Benevento) e in prestigiosi festival e teatri. I componenti storici del Notturno Concertante sono Lucio Lazzaruolo chitarre e tastiere e Raffaele Villanova cantante e chitarrista; da anni si avvalgono della partecipazione fissa, in studio e live di svariati collaboratori. Lucio Lazzaruolo e Raffaele Villanova hanno composto musiche utilizzate dalla Rai, Radio 3 Rai e Mediaset. Hanno inoltre composto musiche per varie colonne sonore per film e documentari. Recentemente hanno musicato il documentario di Giorgio Diritti intitolato Con i miei occhi.


Duo Stravinsky: Composto da Nadia Testa ed Alessandro Crosta, il duo è espressione dell’Associazione Stravinsky di Avellino. Questa nasce nel 1996 con l’obiettivo di promuovere la conoscenza del patrimonio culturale ed artistico e più specificatamente musicale attraverso la realizzazione di concerti, seminari, corsi divulgativi per le scuole e corsi di perfezionamento specialistico. Oltre l’organizzazione di concerti e rassegne dedicate all’ascolto della musica antica e contemporanea, c’è anche l’ambizioso progetto di seguire e promuovere il perfezionamento di giovani strumentisti campani e la pubblicazione di lavori di giovani musicologi e ricercatori. Nel 2000 l’Associazione viene inserita nell’albo degli “Enti di rilievo regionale”, e dal 2004 è anche Editore. Dal 2000 la presidenza è affidata al maestro Nadia Testa (pianista, docente al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino); la direzione artistica è curata da Alessandro Crosta (flautista), mentre l’amministrazione e la promozione dell’Associazione è gestita dal dott. Michele Aquino.

mercoledì 2 settembre 2015

Bum, morto! di Stefano Maldini a “Il verso della trama”, Museo della Città, Rimini 18 settembre

Fara Editore in collaborazione con 




Presenta il ciclo di incontri con narratori, poeti e…

“Il verso della trama” 


Semiramide


presso la splendida Sala degli Arazzi 


via L. Tonini, 1


ogni trama ha almeno un verso 
e i versi più di una trama

Opera senza titolo di Lucia Nanni, tela di canapa con filo nero




venerdì 18 settembre alle ore 17.00

Stefano Maldini

presenta




Dialogano con l'autore il pittore Massimo Pulini e il poeta Gianfranco Lauretano. Ad aprire e chiudere l'incontro la chitarra del maestro Michelangelo Severi e la voce di Ilario Sirri, che leggerà alcuni capitoli del libro.





Bum, morto! è la storia di un ragazzo disabile, Andrea, narrata dal punto di vista del fratello, l’autore, che, dopo anni di lontananza, si riavvicina a casa. Le pagine, scandite dagli appunti che il padre ha redatto per tutta la vita, vedono intrecciarsi vicende comiche e insolite – l’invenzione di una lingua magica in cui le parole fastidiose scompaiono o la mania di una “geometria alternativa” che costringe tutti i conoscenti a riscrivere percorsi e paesaggi – a paure, rabbie, dubbi e vergogne che la famiglia si trova ad affrontare. I diversi registri che si alternano – l’ironia con cui vengono raccontati alcuni tratti della disabilità psichica, la neutralità gelida della burocrazia, il forte coinvolgimento provocato da rivelazioni sorprendenti e amare consapevolezze – disegnano un viaggio che non cade mai nella commiserazione, ma si rivela piuttosto un tentativo di costruire ponti tra due mondi in apparenza inconciliabili: quello di un fratello avviato alla realizzazione di una vita “normale” e quello di Andrea, destinato forse a una eterna separazione.



Stefano Maldini (Cesena, 1972), scrittore e insegnante, è autore delle raccolte poetiche La festa di un giorno normale (Raffaelli 2012) e Luce instancabile (Raffaelli 2005). Ha ideato insieme a Federico Marchese il progetto di dialogo tra arti Padretempo e lo spettacolo Foglie di luce dal mare, da cui è tratto l’omonimo volume (Risguardi, 2011). Ha inoltre realizzato con Massimo Pulini e Giampiero Guerri l’opera in edizione numerata Sarà questa la vita. Tra le sue pubblicazioni anche guide tradotte in diverse lingue: Emilia Romagna. Terra con l'anima (AP, 2009), Provincia di Forlì Cesena (Touring Club 2003) e Puglia (Mondadori 2003). Bum, morto! è il suo primo romanzo.


I venerdì successivi sempre alle 17.00 avremo:
25 settembre Alessandro Ramberti con Orme intangibili
2 ottobre Laura Pecoraro con Ladro di sabbia

L'universo che sta sotto le parole

martedì 1 settembre 2015

dal Salotto Letterario di Castelsaraceno (PZ)

ringrazio di cuore tutti e in particolare Teresa Armenti e Vincenzo D'Alessio

Ad maiora!
Alessandro



Alessandro carissimo,
Il Salotto Letterario si è concluso con il dialetto di Castelsaraceno e con la distribuzione dei tuoi libri agli autori, relatori, lettori, autorità. Grazie mille a te e a Vincenzo D'Alessio per la vostra sensibilità culturale e per l'attenzione particolare verso la Pro Loco e la comunità di Castelsaraceno. Il Signore ricompensi entrambi per tutto il bene che fate.
Auguri di ogni bene
Teresa







nella serata finale (31-8-15) del Salotto Letterario voluto dalla Pro Loco di Castelsaraceno con l'ausilio della sua vice presidente Carmela De Mare, l'insostituibile contributo di Teresa Armenti e Ida Iannella, del primo cittadino (ritratto nella foto) ing. Rocco Rosano, della popolazione tutta, giunge il ringraziamento alla Casa Editrice Fara, guidata da te, per il dono dei libri e il rafforzamento della Biblioteca Civica della Pro Loco – grazie anche da parte mia – Vincenzo e famiglia