giovedì 19 dicembre 2013

Natale a S. Miniato

Venerdì 20 Dicembre 2013 alle ore 19:
Natale 2012 a San Miniato al Monte, Fotografia di Mariangela Montanari

Meditazione sul Natale
un incontro di ascolto,
di parole, di gesti e di preghiera
in preparazione
alla Notte Santa di Bethlemme.
Tutti sono invitati. In Basilica


 

Notte santa di Natale
Canto delle Vigilie alle ore 22.30

Santa Messa di Mezzanotte alle ore 24

Nel giorno di Natale SS. Messe
alle ore 8.30, 10, 11.30 e 17.30
Vespri solenni alle ore 18.30

Tutte le celebrazioni sono in canto gregoriano



26 DICEMBRE 2013
FESTA DI SANTO STEFANO

APERTURA STRAORDINARIA DEL MONASTERO

 
VISITE GUIDATE ALLE ORE 10.00, 11.30, 15.00 E 17.00
RITROVO DAVANTI ALLA SACRESTIA


Abbazia di San Miniato al Monte 
Via delle Porte Sante, 34 - 50125, FI – Italy
www.sanminiatoalmonte.it

mercoledì 18 dicembre 2013

Elvis Spadoni a Genova dal 21 dic




Il sole sul quaderno


di Subhaga Gaetano Failla

Guardo dietro di me. Le orme sulla sabbia sono state tracciate dai miei piedi nudi. Dunque nessun Venerdì su queste sponde; e Robinson potrà rimandare ancora l’incontro con lo specchio.

Un grosso cane dal pelo scuro e lucido corre sulla spiaggia. Per un attimo, disorientato, ho scambiato le mie orme con quelle d’altre creature. Ma forse non sono un personaggio di Defoe, non sono il cane laggiù e nemmeno la ragazza che passa adesso – bionda, giovane, occhiali scuri, scarponcini beige che sfiorano l’acqua del mare.

Il fatto che io lasci tracce sulla sabbia è un indizio della mia esistenza. Tuttavia ciò non costituisce prova. E sarei pronto a confutare qualsiasi ipotesi, in sé così fragile, che voglia affermare la mia esistenza.

Che mare e che sole, a dicembre. E la birra, una Tennent’s, è forte quanto basta per condurmi in certi sentieri tra sensualità e sonno. Un buon crocevia, un mormorio suadente, un espandersi della risacca, i jeans arrotolati e le caviglie scoperte. E allora un desiderio d’ulteriori spazi mi spinge ad aprire lo zaino e a cercare parole lì dentro, in un libro che mi accompagna. Eccole, le parole, sono quelle di Gorgia:

“Che le cose pensate non esistano, è evidente.” E ancora: “Ciò che esiste non è pensato.”

Come è anche evidente, affermo a mia volta, che la frase pensata da Gorgia non possa esistere e neppure dunque questa sua espressione in forma scritta. È inoltre palese che la mia frase, appena pensata e scritta, non abbia alcuna possibilità d’esistenza.

Bello questo sole sul quaderno.

martedì 17 dicembre 2013

Su Formalina di Gaetano Giuseppe Magro

recensione di Giusi Giammarresi, psichiatra e psicoterapeuta 

Senza dimenticare i riferimenti autobiografici a volti e luoghi noti, capaci di restituire al lettore ironia, leggerezza e freschezza, con l’epopea di Ambra e Ruggero il professor Gaetano Magro non si sottrae a quel tumulto dei sentimenti che conosciamo già come linfa della sua poesia, poesia che peraltro brani di vertiginoso lirismo qui ci regalano. Sebbene qui i sentimenti siano maneggiati attraverso le pinze della razionalità dello scienziato, quanto più di queste pinze c’è bisogno, tanto più lo scienziato si sta misurando con una materia calda, propria e collettiva, intrapsichica prima che realistica, e che al contrario dei pezzi anatomici non può essere resa inerte dalla Formalina. 
Perfino nello stile della prosa le pagine si animano della tensione tra opposti. Del dionisiaco e dell’apollineo, intanto, il primo intriso dell’intuizione dell’esistenza come andare nel nulla, e il secondo proteso alla forma razionale e perfetta. Dell’eterna dialettica tra logos ed eros, in una integrazione della sapienza del conoscere ordinato con quella “illogica” delle emozioni, dei sentimenti e della passione, e di una funzione psicologica di cui si avverte la nostalgia. 
Del maschile e del femminile, ancora, che qui danno in coppia voce alla sincera, sofferta, sacra e autentica, e per questo più segreta e nascosta, ri-petizione di un andare e andare sulle medesime identiche ferite. Possiamo immaginare le nostre profonde ferite non più soltanto come lacerazioni da rimarginare, ma come cave di sale dalle quali trarre un’essenza preziosa e senza le quali l’anima non può vivere, scriveva Hillman. 
Ambra, il volto femminile, proprio come l’ambra, dal contatto con la morte prova a dare forma alla propria esistenza, in una tentata armonia della propria crescita personale e della realizzazione del proprio destino, in cerca di un significato individuale per le proprie azioni e i propri desideri, anche se – e come non potrebbe qui esserne la conseguenza? - a scendere sul suo destino avanza l’ombra lunga della precarietà del sentimento di appartenenza. 
Con il suo muoversi sempre sul limite, sulla soglia, ai confini della normalità Ruggero, il volto maschile, incessantemente dialoga. Non è un eroe, Ruggero, e proprio questa distanza dalla dimensione eroica gli consente di entrare in contatto con la natura insieme individuale e transpersonale, propria e altrui, dell’incompiutezza dilaniata e dilaniante. Da buon medico, del resto, ancorché anatomopatologo: di chi ha fatto della scelta della professione d’aiuto e dell’arte del curare l’altra faccia del proprio bisogno di essere curato, di essere accudito, di rispondere alla propria istanza insopprimibile di essere riconosciuto esistente quale domanda di riconoscimento. 
Allora, basterà, per sé e per gli altri, dare un nome alla malattia per sconfiggere la malattia, come l’audacia inflazionata del Dottor Montaleri propone? Basterà trascurare la questione del senso, questione che il limite, e quel limite estremo che è la morte (U. Galimberti), sempre ripropone? 
Forse tutte le vite possono ordirsi sul filo di questa questione. Altrimenti davvero al più non resta altro che consegnarsi all’epoca delle passioni tristi (Benasayag e Schmit): quando il presente non è più annichilito dal dolore ma il futuro non presenta ancora una speranza.

lunedì 9 dicembre 2013

Il pittore di parole di Marco Fratta segnalato al Premio Paesaggi Futuri, Venezia 13 dic


http://www.faraeditore.it/coversiacosa/coverpittoreparole.jpg




Il paesaggio, la bellezza o disarmonia del luogo sul quale posiamo lo sguardo condizionano  il nostro stato d’animo e quindi la qualità della nostra vita. È importante che ci rendiamo conto di questo stretto legame: avremo più forza per difendere il nostro territorio dagli interventi deturpanti, dall’abbandono. Al tema del paesaggio – termine ricco di connessioni interdisciplinari - si ispira il Premio Letterario Paesaggi Futuri, organizzato dall’omonimo Gruppo di studio coordinato da Laura Facchinelli.

Attualmente è in corso la 1^ edizione del Premio. La giuria, presieduta dal prof. Amerigo Restucci, rettore dell’Università Iuav di Venezia, ha scelto nei giorni scorsi la rosa dei finalisti, che è costituita nel modo seguente:

Roberto Ciarapica, Metti una sella all’ultimo cavallo, ExCogita, Milano
Giuseppe Furno, Vetro, Longanesi, Milano
Anna Melis, Da qui a cent’anni, Frassinelli, Milano
Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, Piemme, Milano
Paolo Piccirillo, La terra del sacerdote, Neri Pozza, Vicenza

Fra tali opere la Giuria sceglierà il vincitore.

Momento conclusivo del Premio sarà un convegno dal titolo emblematico, Paesaggio e  psiche, che si svolgerà venerdì 13 dicembre, a partire dalle ore 15, a Venezia, Palazzo delle Prigioni. Dopo la lectio magistralis del prof. Restucci sul tema “Paesaggio e letteratura”, la psicologa Mirella Siragusa parlerà  sul tema “Mal di paesaggio”. Seguirà una Tavola Rotonda: sulla relazione fra paesaggio e psiche parleranno una saggista, un architetto, un filosofo, un sessuologo, un docente di Letteratura, un docente di Tecnica delle costruzioni.

In chiusura si conoscerà il nome del vincitore del Premio. L’attrice Giovanna Caserta del Teatro Scientifico di Verona leggerà alcune pagine del libro premiato.


Per informazioni:
Laura Facchinelli
laura.facchinelli@alice.it





sabato 7 dicembre 2013

Su Liquida di Carla Cirillo








recensione di Carla Visca pubblicata ne Il Vaglio Views: Commenti e opinioni - Newsletter mensile del Vaglio.it, Novembre 2013


kairos scheda del libro: www.faraeditore.it

venerdì 6 dicembre 2013

Su Il tempo delle mani di Patrizia Rigoni

FaraEditore, 2013

Recensione di Vincenzo D'Alessio

Il racconto lungo che ha vinto la terza edizione del concorso Faraexcelsior 2013 è stato scritto da Patrizia Rigoni, con il titolo Il tempo delle mani. Appena iniziato a leggere le pagine che lo compongono ho capito quanta passione mettono nelle parole, nelle continue similitudini, le donne quando parlano del loro mondo e del contatto con quello degli uomini. Passione che ho condiviso con Daniel Pennac riprendendo il suo lavoro Come un romanzo edito da Feltrinelli nel 1998: “Senza saperlo, scoprivamo una delle funzioni essenziali del racconto e più in generale dell’arte, che è quella di imporre una tregua alla lotta degli uomini” (pag. 26). 
La velocità dell’acqua. La costante presenza delle mani di ogni personaggio familiare, richiamato in vita dal suo percorso di lavoro con tutti gli attrezzi e le conseguenti evoluzioni collegate ai mestieri, mirabilmente accostati al mondo fantastico, costituiscono la trama del racconto. Come per le onde di un fiume hanno tanti luccichii in superficie di fronte alla luce del sole così le vite di donne e uomini di questo racconto hanno colori propri, profumi, sfumature dal profondo del letto dove scorrono gli avvenimenti. 
La scrittura è leggera: periodare breve, punteggiatura che non soffoca la successione delle proposizioni. I verbi accompagnano all’inizio del periodo l’avvenimento. Ogni personaggio ha la sua storia. Ogni persona ha la sua anima che prende forma dall’acqua della vita di una donna. Per un momento mi sono tornati alla mente i versi dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters a cura di Fernanda Pivano, dove la poesia sfocia in una prosa suadente quasi da blues. Così la scrittura della Rigoni nel suo capolavoro della quotidianità congiunge il contrappunto di prosa e poesia nell’armonia tra città e montagna. 
La passione attraversale pagine del racconto. Un intensa passione per la vita, per tutta la fierezza di esserci da attrice e da testimone: “La scrittura mi racconta quello che voglio ascoltare” (pag. 42); “Immagino e desidero, ed è la condizione della felicità. Viaggio prima che mani e piedi inizino l’avventura. Sogno. Cerco. Smonto e rimonto. Costruisco e riprovo” (pag. 31). In tutto il racconto quest’esercizio di felicità, anche le cose più dolorose, prende il cuore del lettore, la mente e lo culla sulla calma delle acque, sui pendii della montagna, sulle avversità dei passaggi della Storia: le guerre. 
Come sempre accade presso l’editore Fara di Rimini i componenti la Giuria sono prima di tutto scrittori e poeti che hanno fatto la gavetta, il costruirsi leggendo autori diversi. Stefano Martello è uno dei migliori. Egli scrive di questo racconto lungo della Nostra: “È un racconto semplice, che sfugge agli stereotipi del racconto familiare. È un racconto che suscita invidia, perché la mano che lo ha scritto ha avuto il tempo e la voglia di ricordare” (verbale della Giuria, pag. 7). 
Ha ragione Stefano, perché il pánta rhei eracliteo ha la forza dell’acqua della nascita del genere umano, l’avvicendarsi degli accadimenti che legano chi scompare all’umanità del presente. Oggi, infatti, è scomparso Nelson Mandela. La sua acqua si unisce profondamente a quella di milioni di altri uomini che hanno lottato contro la violenza sugli altri simili e brilla in superficie di eterno alla luce della stella Sole.
Nel racconto c’è la frase che Patrizia Rigoni utilizza per rappresentare al lettore, si è sempre in due nel racconto – chi scrive e chi ascolta – la forza di questa corsa che è la vita: “Riconoscere tutti quelli che non le hanno tirate indietro le mani, mai. (…) Sentire quanta acqua è servita, quanta acqua oggi è nelle mani” (pag. 93). 

Viaggio in un mondo di paura e di speranza in riferimento a Il segreto di barhume e Il ritorno di Mohamed Ghonim

articolo di Wafaa El Beih (Università Helwan, Il Cairo) pubblicato su Rivista di Letteratura Italiana (Pisa) Anno XXXI/1, 2013

leggi/scarica l'aricolo qui
www.faraeditore.it/ElBeih1.pdf

Schede dei libri:

www.faraeditore.it/html/collane/con_cio/segreto_di_barhume.html

Mohamed Ghonim. Il segreto di Barhume

www.faraeditore.it/html/siacosache/ritorno.html

giovedì 5 dicembre 2013

David Meghnagi al Liceo Classico “P. Colletta” di Avellino

LICEO CLASSICO STATALE
“Pietro Colletta”
Via Scandone, 2  – 83100 AVELLINO
Tel. 0825/1643344
Codice meccanografico: AVPC05000N

 


                                                                                                                            Avellino, 4.12.2013




COMUNICATO STAMPA 


Il giorno 5 dicembre, alle ore 10,30, sarà ospite del Liceo Classico “P. Colletta” il prof. David Meghnagi, docente di Psicologia Clinica e Psicologia della Religione e del Pensiero Ebraico presso l’Università Roma Tre.
L’incontro con il Prof. Meghnagi, ideatore e direttore del Master Internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah, si inquadra nell’ambito del percorso formativo sulla “Giornata della Memoria” che il Colletta destina ogni anno agli studenti liceali, perchè riflettano sul senso e sul valore della memoria, nella consapevolezza che l’aggressione dei tanti revisionismi e negazionismi si contrasta solo attraverso la conoscenza e la cultura.
Di particolare interesse il tema della lectio che verterà sul testo della filosofa Hannah Arendt “La banalità del male”.


P.S.
Si ringrazia per il risalto che vorrete dare all’evento.

Il prof. David Meghnagi rilascerà un’intervista agli organi di stampa alle ore 10,00 nell’ufficio di presidenza.
                                                                                                          
                                                                                              Il dirigente scolastico
                                                                                                           Prof. Paolino Marotta


News da S. Miniato





fotografia è di Navesh Chitrakar


Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse:
«Dove sei?»
(Genesi 3,9)

Incontro di Lectio divina
sulla Genesi


La libertà, la scelta, la caduta

Giovedì 5 dicembre 2013 alle ore 19.00
Cantine del frantoio,
ingresso dalla cripta della Basilica



COMUNICAZIONI

Attenzione, cambio di giorno:
il prossimo incontro di
"lectio divina" sarà
Venerdì 20 Dicembre 2013 alle ore 19 con la tradizionale
meditazione sul Natale





Sabato 7 Dicembre 2013
Presentazione del libro
Voa Voa!



Le precedenti Lectiones sono disponibili sul nostro sito web al seguente link: scaffale testi

Abbazia di San Miniato al Monte - Via delle Porte Sante, 34 - 50125, FI – Italy
www.sanminiatoalmonte.it

mercoledì 4 dicembre 2013

Sotto il sole (sopra il cielo) in Libromondo

recensione di Maria Pera pubblicata in Libromondo
Newsletter n. 22/2013, pp. 10-11


Le newsletter sono archiviate sul sito dell’AIFO e si possono consultare cliccando al seguente link: www.aifo.it/libromondo


v. scheda del libro