Patrizia Rigoni
Il tempo delle mani
€ 11,00 pp. 98 (Sia cosa che # 102)
ISBN 978 97441 35 9
Vincitore assoluto del premio Faraexcelsior 2013 - sez. Racconto lungo/romanzo breve
Un viaggio nella memoria e nel presente, una immersione nella
lingua: questo poema di vita di Patrizia Rigoni è una coinvolgente prosa
poetica in cui l’autrice si mette a nudo con eleganza, empatia e
acutezza di visione, invitando chi legge a fare altrettanto (come ogni
autentica opera letteraria dovrebbe fare): è un faticoso e doloroso, ma
anche entusiasmante, processo di autoconoscenza che ci propone la
bellezza della verità, il calore della condivisione, l’importanza dei
gesti e delle parole, la responsabilità dell’amare, la gioia di
emozionarci e spenderci per i valori autentici.
Io mi infi ammo anche senza volerlo, mi infiammano le cose,
mi infi amma la pigrizia, mi infiama la misura sbagliata, mi infiamma
la parola non detta.
Mi infi amma sempre la vita.
Solo le mani che accarezzano sono per me acqua di rose che spegne e soffi a, lievità di bonaccia.
Patrizia Rigoni è nata a Monza e vive a Trieste. Sociologa, scrive da vent’anni romanzi e poesie e cura
antologie. Come scrittrice si chiede ogni giorno dove è il linguaggio.
Come donna, dove è il mondo. O forse è il contrario. Diritto alla
felicità, libertà degli uomini e delle donne, cura dei luoghi, processi
innovativi e trasformazioni sociali: nei gesti che uniscono linguaggio e
mondo si riconosce. Per questo da più di dieci anni si occupa di formazione
attraverso la narrazione autobiografica. Fra le ultime pubblicazioni: La Rosa che c’è (curatela, Uet, Trieste 2013); Andature (poesie, Campanotto Editore 2010, già 2° classificato al premio Pubblica con noi 2006 e finalista al Premio Morante Roma inediti 2010); Avrò i tuoi occhi (romanzo, Fara 2009, 3° premio inediti Città Cava de Tirreni); Distanze astrali (poesie, 1° premio Fiur’lini, L’Aja 2008); Come tenere l’acqua nella mano (romanzo, Moby Dick Faenza 2007).
mercoledì 23 ottobre 2013
domenica 20 ottobre 2013
Su Chi scrive ha fede?
AA.VV., a cura di A. Ramberti, FaraEditore, 2013
recensione di Vincenzo D'Alessio
L’Antologia Chi scrive ha fede? curata da Alessandro Ramberti nasce dall’incontro di poeti e scrittori a Rapallo (GE) dall’8 al 10 febbraio 2013 in favore della forza creativa che ognuno di essi porta con sé. Per l’editore Fara di Rimini non è la prima antologia ma segue, nel canone della collana Nèfesh, il cammino dei padri fondatori e degli eremiti nel deserto incontro allo Spirito.
La domanda posta a tema dell’incontro è una provocazione a riprendersi senza sosta, a confrontare la solitudine necessaria alla creatività individuale, per aprirla alle altre. Gli scrittori, i poeti, i musicisti, gli artisti, i filosofi, sono sovente anime solitarie intente a confrontarsi con la forza del mondo sconosciuto, con il desiderio di affrontare il paesaggio dell’oltre, con l’accogliere il dramma dell’esistenza. Ha scelto questi intenti il curatore dell’ antologia inserendo nell’esergo il pensiero del poeta Fernando Pessoa: “Il poeta è colui che sempre eccede quello che può fare. (…) Esiga da sé ciò che sa di non poter fare. Non c’è altro cammino alla Bellezza” (pag. 8).
Ramberti continua nelle pagine della premessa all’opera: “chi scrive desidera lasciare una traccia, comunicare un sentire, condividere una esperienza, una emozione, un ideale, una passione che lo trascendono: lo scrittore è una antenna, un decoder capace di analizzare con parole vere e ricche di senso la condizione umana (in primo luogo la sua). (pag. 10).
Con questa chiave musicale lo spartito seguente degli autori, presenti all’incontro, si presenta più chiaro, armonico, cantabile. Assecondando i luoghi dove si è svolto il reading, tornano alle mente la voce inconfondibile del poeta/cantautore Fabrizio De André e quella di don Andrea Gallo partigiano soprattutto nel cammino per una Fede vera, a sostegno dei meno abbienti.
La Fede: piena fiducia nel proprio IO e in quella sete di Eternità che ci accomuna da milioni di anni ai nostri antenati. Non so proprio diversamente come descriverla. Mi mancano le parole, questa forza soprannaturale che ci appartiene da quando nasciamo, per dare significato a questa energia di fronte al dolore universale: troppa morte. C’è troppa morte nei nostri giorni: dalle fughe in mare aperto dalle guerre, al saccheggio delle risorse del pianeta Terra; dalla prepotenza dei ricchi verso i poveri, alla mancanza di empatia verso i malati terminali o costretti da Madre Natura a vivere attaccati alla bombola di ossigeno come al capezzolo materno.
Non sono bastati i milioni di morti di due Guerre Mondiali. I campi di sterminio nazifascisti. La distruzione di intere etnie nell’Est dell’Europa, in Africa, fino ai nostri giorni. Chi è l’uomo che ha il diritto di esercitare la violenza sul genere umano?
“C’è fede nella scrittura ?”
Certamente, chi scrive vuole bene all’umanità.
Con le favole accompagna i fanciulli. Con i racconti, i romanzi, si rianimano i cuori degli uomini. Con il sublime dei versi si vincono le buie notti della violenza umana. Carla De Angelis, poetessa inclusa in queste pagine, lo fa raccontando l’energia della sua fede con sincerità: “Quando mi alzo la mattina provo un sentimento di gioia e attesa per l’emozione di trovarmi sui miei quaderni sparsi fra letto e scrivania. Vivo a fior di pelle l’attesa di quella improvvisa parola che acquieterà per un po’ la mia ricerca” (pag. 57).
Dunque la Nostra ha fede nell’incontro con sé stessa, il paesaggio interiore che ha costruito e che destruttura ogni qualvolta risorge dal riposo necessario. L’oasi nel deserto del dolore quotidiano è rappresentata dall’attesa struggente dell’emozione provata nell’incontro con il foglio vergine del quaderno dove rendere visibile, a sé stessa e a chi legge, l’energia che dentro si agita, ribolle, si frammenta. Sul foglio i versi scritti sono il gesto più vero della libertà condivisa.
Dunque la fede, per Carla De Angelis è nelle sue parole: “Chi scrive è più legato alla fede nella libertà del pensiero e della parola che a una fede religiosa o politica che imporrebbero obbedienza cieca e assoluta” (pag. 57). Con questo messaggio e con i versi di alcune sue poesie la prima voce solista nel coro ha preso corpo e ci ha trasmesso “le emozioni” che parlano all’anima e indicano la strada scelta e offerta alla memoria del Tempo: “La vita è strana / esiste solo se / hai voglia di vederla / in un angolo / con le ginocchia tra le braccia / vorrei darle il mio sogno / (…) raccogliere l’onda e riprovare a volare” (pag. 60).
L’estraneità della vita è sorta in mezzo a noi come un malessere antico. L’ansia violenta di far patire qualcuno per appropriarsi dei mezzi sociali di sopravvivenza: benessere, denaro, apparenza, immagine, platealità, popolarità. Sempre desti, anche di notte, anche con l’uso di droghe. Perché insegnano che bisogna godere di ogni bene della vita senza perdere nessuna occasione. I sogni?, sono emozioni per i deboli, per quelli che tanti adolescenti preferiscono definire “coglioni!”.
De Angelis ha conosciuto la brevità della vita, i meandri opachi del dolore, la forza liberatrice del verso che la induce ad avere fede. Tra le braccia si stringono le gambe, quelle del viaggio, le stesse che hanno permesso all’uomo di allontanarsi dai luoghi noti e avventurarsi nel cammino della speranza verso il mare. La Nostra ha partecipato a questo incontro in absentia portando il contributo già scritto: da casa ha aggiunto al suo paesaggio interiore.
Ho scelto un canto ripreso dai 57 canti NAVAJO (Mondadori, I Miti, 2008) per restare nell’atmosfera che lo spartito dei partecipanti ha ispirato: “Egli mi parla / avvolto in vesti variopinte, / adorne di penne d’aquila / e di fili di pioggia, / i piedi chiusi in neri mocassini. / Mi parla di albe e di tramonti / mi parla di tuoni e di tempeste / di uccelli sospesi nel cielo, / di vita che non muore, / di gioia che non muta.”
recensione di Vincenzo D'Alessio
L’Antologia Chi scrive ha fede? curata da Alessandro Ramberti nasce dall’incontro di poeti e scrittori a Rapallo (GE) dall’8 al 10 febbraio 2013 in favore della forza creativa che ognuno di essi porta con sé. Per l’editore Fara di Rimini non è la prima antologia ma segue, nel canone della collana Nèfesh, il cammino dei padri fondatori e degli eremiti nel deserto incontro allo Spirito.
La domanda posta a tema dell’incontro è una provocazione a riprendersi senza sosta, a confrontare la solitudine necessaria alla creatività individuale, per aprirla alle altre. Gli scrittori, i poeti, i musicisti, gli artisti, i filosofi, sono sovente anime solitarie intente a confrontarsi con la forza del mondo sconosciuto, con il desiderio di affrontare il paesaggio dell’oltre, con l’accogliere il dramma dell’esistenza. Ha scelto questi intenti il curatore dell’ antologia inserendo nell’esergo il pensiero del poeta Fernando Pessoa: “Il poeta è colui che sempre eccede quello che può fare. (…) Esiga da sé ciò che sa di non poter fare. Non c’è altro cammino alla Bellezza” (pag. 8).
Ramberti continua nelle pagine della premessa all’opera: “chi scrive desidera lasciare una traccia, comunicare un sentire, condividere una esperienza, una emozione, un ideale, una passione che lo trascendono: lo scrittore è una antenna, un decoder capace di analizzare con parole vere e ricche di senso la condizione umana (in primo luogo la sua). (pag. 10).
Con questa chiave musicale lo spartito seguente degli autori, presenti all’incontro, si presenta più chiaro, armonico, cantabile. Assecondando i luoghi dove si è svolto il reading, tornano alle mente la voce inconfondibile del poeta/cantautore Fabrizio De André e quella di don Andrea Gallo partigiano soprattutto nel cammino per una Fede vera, a sostegno dei meno abbienti.
La Fede: piena fiducia nel proprio IO e in quella sete di Eternità che ci accomuna da milioni di anni ai nostri antenati. Non so proprio diversamente come descriverla. Mi mancano le parole, questa forza soprannaturale che ci appartiene da quando nasciamo, per dare significato a questa energia di fronte al dolore universale: troppa morte. C’è troppa morte nei nostri giorni: dalle fughe in mare aperto dalle guerre, al saccheggio delle risorse del pianeta Terra; dalla prepotenza dei ricchi verso i poveri, alla mancanza di empatia verso i malati terminali o costretti da Madre Natura a vivere attaccati alla bombola di ossigeno come al capezzolo materno.
Non sono bastati i milioni di morti di due Guerre Mondiali. I campi di sterminio nazifascisti. La distruzione di intere etnie nell’Est dell’Europa, in Africa, fino ai nostri giorni. Chi è l’uomo che ha il diritto di esercitare la violenza sul genere umano?
“C’è fede nella scrittura ?”
Certamente, chi scrive vuole bene all’umanità.
Con le favole accompagna i fanciulli. Con i racconti, i romanzi, si rianimano i cuori degli uomini. Con il sublime dei versi si vincono le buie notti della violenza umana. Carla De Angelis, poetessa inclusa in queste pagine, lo fa raccontando l’energia della sua fede con sincerità: “Quando mi alzo la mattina provo un sentimento di gioia e attesa per l’emozione di trovarmi sui miei quaderni sparsi fra letto e scrivania. Vivo a fior di pelle l’attesa di quella improvvisa parola che acquieterà per un po’ la mia ricerca” (pag. 57).
Dunque la Nostra ha fede nell’incontro con sé stessa, il paesaggio interiore che ha costruito e che destruttura ogni qualvolta risorge dal riposo necessario. L’oasi nel deserto del dolore quotidiano è rappresentata dall’attesa struggente dell’emozione provata nell’incontro con il foglio vergine del quaderno dove rendere visibile, a sé stessa e a chi legge, l’energia che dentro si agita, ribolle, si frammenta. Sul foglio i versi scritti sono il gesto più vero della libertà condivisa.
Dunque la fede, per Carla De Angelis è nelle sue parole: “Chi scrive è più legato alla fede nella libertà del pensiero e della parola che a una fede religiosa o politica che imporrebbero obbedienza cieca e assoluta” (pag. 57). Con questo messaggio e con i versi di alcune sue poesie la prima voce solista nel coro ha preso corpo e ci ha trasmesso “le emozioni” che parlano all’anima e indicano la strada scelta e offerta alla memoria del Tempo: “La vita è strana / esiste solo se / hai voglia di vederla / in un angolo / con le ginocchia tra le braccia / vorrei darle il mio sogno / (…) raccogliere l’onda e riprovare a volare” (pag. 60).
L’estraneità della vita è sorta in mezzo a noi come un malessere antico. L’ansia violenta di far patire qualcuno per appropriarsi dei mezzi sociali di sopravvivenza: benessere, denaro, apparenza, immagine, platealità, popolarità. Sempre desti, anche di notte, anche con l’uso di droghe. Perché insegnano che bisogna godere di ogni bene della vita senza perdere nessuna occasione. I sogni?, sono emozioni per i deboli, per quelli che tanti adolescenti preferiscono definire “coglioni!”.
De Angelis ha conosciuto la brevità della vita, i meandri opachi del dolore, la forza liberatrice del verso che la induce ad avere fede. Tra le braccia si stringono le gambe, quelle del viaggio, le stesse che hanno permesso all’uomo di allontanarsi dai luoghi noti e avventurarsi nel cammino della speranza verso il mare. La Nostra ha partecipato a questo incontro in absentia portando il contributo già scritto: da casa ha aggiunto al suo paesaggio interiore.
Ho scelto un canto ripreso dai 57 canti NAVAJO (Mondadori, I Miti, 2008) per restare nell’atmosfera che lo spartito dei partecipanti ha ispirato: “Egli mi parla / avvolto in vesti variopinte, / adorne di penne d’aquila / e di fili di pioggia, / i piedi chiusi in neri mocassini. / Mi parla di albe e di tramonti / mi parla di tuoni e di tempeste / di uccelli sospesi nel cielo, / di vita che non muore, / di gioia che non muta.”
Su Pazziando
recensione di Teresa Armenti
Con la testa tra le nuvole, le braccia aggrappate alla luna e i piedi piroettanti su un aquilone, i quattordici vincitori della terza edizione del concorso Insanamente, zigzagando nel nulla, lanciano versi misti a prosa, esplodono siluri che coprono di polvere le stelle, rendendo buia la notte.
E i sogni dominano incontrastati. Vanno indietro nel tempo in compagnia di Pessoa, misurando la vita in Grammi.
Con andamento polifonico e corale, gli occhi si girano come dardi impazziti e fissano una stella che si fa rossa di timidezza. Intanto, sulla punta della lingua si adagiano semi d’aria che, come spine curiose, si sforzano di bucare Gli astri, diventati matti a causa della crisi.
Dopo tanto vagare, il passato torna a riva, avanza l’ombra della Nave dei folli, che accoglie tutti i diseredati, i quali camminano con le pupille vuote dilatate e sgranano il rosario di parole.
Gli uccelli volano più alti dei sogni, inseguendo la figura di Felice Fischetti, che componeva canzoni e poesie dalla camera della follia di Collegno, il poeta matto apprezzato da Natalia Ginzburg e riesumato dal conterraneo Domenico Cipriano.
Intanto, il vento di Maggio fa giungere il profumo di rose alle nuvole che si intrecciano ai rami dei platani e spinge le navi in bottiglia su oceani invisibili.
Una musica leggera sale dalle onde, gli accordi prendono senso, si animano in ritmo e trasformano il tempo in armonia, abbandonandosi all’algebra del cielo. Il cosmo ruota intorno al cuore e il nulla di ciascuno intorno al mondo in una danza di spazi.
Il poema del mare scrive in rive di schiume sulle rive, canta in onde sonore sulla rena, sulla sabbia la scritta non vive che per morire all’onda successiva.
Dal mare alla terra, al duro lavoro dei campi dei contadini di un tempo che Vincenzo D’Alessio descrive con l’intensità, con la passione e con l’onestà civile dell’uomo meridionale, che l’avvicina al lucano Rocco Scotellaro, di cui quest’anno ricorrono i 60 anni della morte.
I pensieri si disarticolano in suoni inquietanti in una stanza piena di fantasmi muti e le mani chiuse sullo stesso foglio che si riscrive all’infinito nel cerchio di un presente eterno.
Sono poeti veri, dal talento visionario, inventori di un linguaggio variegato che si adatta alle diverse situazioni, con forme eleganti e ritmi sincopati.
Ai cantori della follia subentrano i narratori che si destreggiano ad inseguire l’assente, a moltiplicarsi in ruoli e personaggi, come tante matrioske l’una dentro l’altra. Scorrono nitide le immagini di un passato, che svela i suoi arcani misteri, con l’aiuto delle lucciole.
La spending review insegue i pensieri e mette fine alle preoccupazioni psicosomatiche. Le idee si rincorrono, si lanciano in alto e poi si perdono come il sasso che affonda lanciato tra le onde. Il tempo passa, lasciando tracce e frammenti di vita come gocce di memoria. Nell’atmosfera si slacciano sintomi di animosità con urla farneticanti di dolore, l’oscurità si colora d’insonnia mentre si rintracciano brandelli di vita vissuta nei percorsi della mente, sorridendo con tristezza e sentendo sul cranio le linee del labirinto che lo percorre.
Gli autori, generalmente medici, psicoterapeuti, giornalisti, letterati e impegnati nel sociale, conoscono bene la parte umida e lacerante della psiche umana, il mondo della diversità, che fa esplodere la tensione interiore, perché vivono quotidianamente a contatto con persone bisognose di cure particolari, ma soprattutto di tanto amore.
E da amore “cristiano” verso i più fragili è stato animato Alessandro Ramberti, che ha ideato questo concorso in collaborazione con lo psichiatra Claudio Roncarati, con il Dipartimento di Salute Mentale di Rimini e il Lions Club Cattolica. Ad Alessandro, ai suoi collaboratori, agli autori di Pazziando ed ai validi componenti della Giuria va il mio sincero ringraziamento per essere promotori di Cultura, nonostante il periodo di imbarbarimento che stiamo vivendo.
giovedì 17 ottobre 2013
Rosamaria Rita Lombardo: La storia dei fratelli Sacco
articolo pubblicato su «nuova unità» nell'aprile del 1996.
Dell'autrice è appena uscita L'ultima dimora del Re
Dell'autrice è appena uscita L'ultima dimora del Re
mercoledì 16 ottobre 2013
Non morirà il fiore della parola recensito in Libromondo
recensione di Andrea Mosquera pubblicata in Libromondo Newsletter n. 19/2013
v. scheda del libro di Giulio Toffoli
v. scheda del libro di Giulio Toffoli
Un'avvincente e sensazionale narrazione archeologica: L'ultima dimora del Re Minosse in Sicilia!
Rosamaria Rita Lombardo
ISBN 978 97441 34 2
Vedi il trailer girato in loco con la testimonianza “aedica” dalla viva voce narrante di Nicolò Lombardo, padre dell 'autrice.
Moviemaker: Lorenzo Restelli.
L'ultima dimora del Re Una millenaria narrazione siciliana “svela” la tomba di Minosse
€ 14,00 pp. 112 (Nefesh 5)ISBN 978 97441 34 2
Vedi il trailer girato in loco con la testimonianza “aedica” dalla viva voce narrante di Nicolò Lombardo, padre dell 'autrice.
Moviemaker: Lorenzo Restelli.
È uscito il volume avellanita Scrittura felice
Scrittura felice a cura di Alessandro Ramberti
€ 22,00 pp. 280 (Nefesh 4)ISBN 978 97441 32 8
Questo libro raccoglie i versi, i racconti, i saggi, le testimonianze… degli autori che hanno con entusiasmo e capacità di ascolto e condivisone partecipato alla kermesse dal titolo omonimo svoltasi nella splendida ed accogliente Fonte Avellana (PU) nel giugno 2013 (grazie di cuore al priore padre Gianni Giacomelli e a tutta la comunità camaldolese che ci ha ospitato). In copertina riproduciamo, per gentile concessione, un’opera di Maurizo Caruso dedicata al poeta Giorgio Caproni. Di seguito, a mo’ di mappa per un primo orientamento, un “twit” tratto da ogni contributo:
# Ogni vita che si apre può allora diventare una scrittura nella storia che ha già una sua fecondità escatologica… (Alessandro Ramberti)
# … a livelli sempre crescenti di benessere non corrisponde una crescita della felicità. (Andrea Parato) # L’evaporazione del Padre e della politica comporta, oltre che la regressione, l’inversione dei ruoli: il padre vuole essere figlio e il figlio è costretto a fare il padre. (Caterina Camporesi) # … proprio dalle fiabe – quindi dal vero – sembrano uscite queste ultime vecchie eroine rimaste a tenere salde le radici, e a delimitare il confine col nuovo che avanza. (Cinzia Demi) # Il diritto può essere uno strumento di ricerca della felicità… (Claudio Fraticelli)
# Si ricava dalle opere di Morandi una dimensione spirituale proprio perché è forte in lui la dimensione contemplativa… (Daniele Donegà) # Nel gelo dei bivacchi udimmo / i nostri respiri farsi mattina… (Dante Zamperini) # L’opera è un’idea che diviene manifesta attraverso una tecnica. (David Aguzzi) # Mi hai sorriso, / mi sono persa nelle code / degli aquiloni… (Enrica Musio) # Felice è colui che né moda né sete di ricchezza, / né l’incombere delle città del progresso, / spinge all’esilio… (Fabio Cecchi traduce Longfellow) # E quando non credi più / che lui ci sia, / ecco che spunta il verso / e tu gli salti addosso… (Franca Oberti) # Parlami così / come il vento alle stelle… (Giorgia Bascucci) # Felicità è il rispetto per ciò che siamo / e ciò che vogliamo diventare… (Guido Passini) # Non ho più niente da dire / i girasoli mi hanno insegnato a seguire / la traiettoria del sole… (Laura Borghesi) # … non sei più sola / tuo marito è lì con te: / date vita al cielo. (Lucia Battistelli) # La tua dignità, sì, la tua dignità e il tuo nome stanno tramontando. (Lucia Grassiccia) # Se mai passasse / un angelo a raccogliere / il nostro sguardo… (Mariangela De Togni) # E d’incanto è possibile parlare, per Caproni, nei confronti dei luoghi principali della sua vita: Livorno e Genova. (Maurizio Caruso) # Ho così tanta stanchezza, Signore, / che esco a cercare le braccia del sole… (Miriam Bruni) # … con i suoi versi, il grande poeta turco, si è costruita la “città bianca dei suoi sogni più belli”… (Piera Bruno) # “Apertura“ è la parola chiave che riassume quanto Nietzsche scrive della felicità. (Roberto Borghesi) # … essere felici, si può, se si ha una visione della vita, cioè dell’essere nel mondo, che spieghi e giustifichi questo esserci… (Rosa Elisa Giangoia) # … preferisco pensare che esista un’altra forma di felicità, più prossima alla scrittura. Ed è la felicità della bellezza. (Sergio Pasquandrea) # “GLI ANGOLI VOLANO” Mi chiedo invano perché. (Subhaga Gaetano Failla) # E sempre è prima il tempo, / ora è solo istante… (Vincenza Scuderi) # Dentro la tenda Sara ride. (Gianni Giacomelli)
sabato 12 ottobre 2013
Giambattista
Bergamaschi
Dire
e nascondere. Il segreto del poeta
(dall'omonimo studio in fieri)
(dall'omonimo studio in fieri)
La Poesia dice, ma nel contempo cela.
Sembra
voler mostrare, svelare; invece, soprattutto nasconde, occulta.
Forse
ha un po’ “paura”: nasce da religioso timore, da una sacra
apprensione, da una misteriosa, inspiegabile inquietudine.
Ciò
che dichiara è (dev’essere?) alla portata di tutti, ma quale mera
“forma vuota”, entro cui ciascun lettore potrà, volendo, situare
la propria specifica, personale, inconfondibile, talora segreta e
inconfessabile (persino a lui stesso) esperienza di vita.
Parole,
immagini, metafore, simboli, correlativi oggettivi “appaiono”
immediatamente leggibili nel loro senso e valore “tecnico-letterario”
(risiede in questo l’universalità
della grande poesia? Nel fatto di poter essere fruita da tutti quale
disponibile contenitore da riempire? E più funziona come tale, più
chiunque ha modo di calarci quel che vuole, più di autentica lirica
si tratta, forse?), ma a cosa esattamente facciano riferimento, a
quale urgente o struggente vissuto siano concretamente riconducibili
non lo sapremo mai.
* * *
* *
Neppure
il poeta riesce sempre a leggere fino in fondo oltre
le proprie parole e figure, che a volte lo hanno “immediatamente”
catturato, rapito, stregato, imponendoglisi in virtù della propria
stessa e autonoma forza/suggestione espressiva, come in un
sentore/presentimento di qualcosa “che non so”… di Verità
provenienti “chissà da dove”…
In
tal senso, la poesia confermerebbe la propria natura di barbaglio da
indagare, di cui cercare il bandolo, il punto d’origine, il mistico
istante e scatto da cui il gomitolo, chissà quando, come e perché,
prese a svolgersi.
Ma
quali sarebbero i “segreti” del poeta?
Forse
neanche lui li sa, crittati come sono oltre gli invisibili, difensivi
muri di fuoco di quell’inviolabile cifra che è il verbo poetico.
* * *
* *
Presi
nota, tempo fa, di una certa personalità
“a strati” o
“a
cipolla”:
da quello “pubblico” al più
interno/interiore/intimo/inconfessabile, ignoto persino al suo
custode, per non dire “carceriere”:
“Come
se la nostra esistenza si ‘avviluppasse’ e quasi raggomitolasse,
rannicchiasse (molto probabilmente a scopo difensivo) su almeno tre
strati: in quello più
esterno/esteriore, del tutto pubblico, sociale, alla libera e piena
portata di chiunque, non accade mai nulla che abbia veramente senso;
in quello intermedio si agita e ‘pretende’ di esprimersi tutta
una serie di vissuti, pensieri ed emozioni che riveliamo di rado, e
soltanto a certe persone - non necessariamente pochissime -, durante
speciali frangenti della nostra esistenza; in quello più occulto,
interiore, che non palesiamo ad alcuno, ‘riposano’ più o meno
indisturbate talune ‘immagini’ di noi, a noi stessi sovente
ignote.
Se ne stanno lì i codici
della vulnerabilità di
cui con rara efficacia scrive Björn Larsson ne I
poeti morti non scrivono gialli
1
”.
* * *
* *
In
una lirica, infine, il poeta parla di Sé per non
dire
dell’Altro ovvero dice dell’Altro per non
PARLARE
di Sé o ancora cita Entrambi
per confondere chi legge circa l’oggettivo
referente del discorso, talora anche solo
per lasciarlo “in sospeso”… suggestivamente nebuloso.
Non
di rado fa ricorso ad una sorta di narrazione in terza
persona (metodologia psicoanalitica discretamente efficace), per non
parlare in PRIMA di Sé; oppure in quest’ultima dice cose che, ad
esser sinceri, riguarderebbero l’Altro (uomo o donna: non sempre,
non necessariamente quest’ultima, se l’autore è un uomo).
Più
in generale, il poeta utilizza tanto la PRIMA quanto la SECONDA o
TERZA persona, singolare
o plurale,
in varia maniera e con mutevole intenzione: comunque, mai
indifferentemente, bensì a ragion veduta ovvero seguendo l’istinto.
E
potremmo esaminare svariate liriche, più o meno note, per verificare
la particolare pregnanza che di volta in volta vi riveste l’avveduto
utilizzo delle persone verbali.
In
ogni caso la poesia, come s’è detto, simula e dissimula: finge.
“Leggerla”
è allora scavare, far luce entro una tale affascinante reticenza
spinta fino alla menzogna.
(foto di Umberto Marconi, Burano, www.umbertomarconi.it/Foto/Burano/Burano%2022.htm)
Per contatti con l'autore:
venerdì 11 ottobre 2013
Scrivendo Volo presenta Fara
Francesco Giubilei intervista Alessandro Ramberti per la rubrica Scrivendo Volo (v. anche www.facebook.com/scrivendovoloweb ) ogni venerdì sul quotidiano La Voce
Giambattista Bergamaschi
Tra
le righe
Ottobre 2013
issuu.com/grazzaniseonline.eu/docs/tra_le_righe?e=5125163/5177476
(ISSUU sfogliabile)
“Mode
d'employ”: consigli
d'autore
Raccomanderei senz'altro...
“La giusta prospettiva”
a qualche stordito latin lover d'accatto;
“Il tavolo della zia”
ai sempre più rari artigiani (veri!) superstiti;
“Il passante passò” a
qualche collega dal singolare “stile”;
“P.” alla tragica
silhouette fedelmente tratteggiata nel racconto;
“L’esistenza racchiusa
in un sarcofago” all'umanissima, affabile, anziana signora - forse
passata a miglior vita -, che mi affittò una stanza assai
confortevole durante i miei anni d'università;
“Olocausto delle vanità”
a chi inorridisce al solo pensiero della solitudine;
“Arlecchino e Colombina”
a tutti i romantici;
“Vecchia Roma”
all'amico Tony Hector Porzio;
“Bistrot bistrot!” ad
un'immaginifica stilista di via Panisperna;
“Sul Tevere” al
variopinto universo degli artisti;
“La timida” ad una
bizzarra e sfuggente figurina di tant'anni fa...
“Dolcetto spaventato” a
chi (in ogni famiglia ve n'è sempre) si picca di saper confezionare
manicaretti irresistibili;
“Ogni volta che scendeva
laggiù…” a chi ancor non capisce che ogni cosa è destinata a
passare;
“My favorite things”
al caro Angelo Maria Ricci (illustratore di tanti Diabolik);
“Un nuovo portone” al
nostro falegname (vero!);
“Una città da scoprire”
a tutti i “ciechi” di Porto Benedetto;
“Scarpe di gomma” al
povero babbo, che tanto ci manca;
“Sic transit gloria
mundi…” ai più imperterriti amici scrittori o musicisti o...
“Spirit of Summer” a
chi sa degustare sublimi concerti di bionde (birre) e toscanelli;
“Tutto per niente” a
chi ha infine gettato la spugna;
“Il Grande Complotto” a
coloro che, in Alto come in Basso, a Destra come a Sinistra, han
sempre lo stramaledetto viziaccio di trescare in segreto a danno
altrui;
“La piccola taiwanese”
a chi è incrollabilmente persuaso che una chitarra, per potersi dire
tale, debba costare almeno 20.000 euro;
“Una locanda in via della
stazione” a chi, guidando un'auto, non sa mai rinunciare al
narrativo fascino del paesaggio;
“Un chitarrista
autodidatta” a tutti i musicisti in crisi: anche per loro verrà il
momento in cui...
“La voce di Phil” ad un
amico perduto, laggiù...
“Umberto” ad un vero
amico (sempre laggiù);
“Diversamente abile” a
chi sa come si diventa adulti;
“I piani
dell’osservazione” agli sbandati sodali di tante disfatte “Reti
di storia” cui noi pure un dì appartenemmo;
“Inquilini diversi” ai
sognatori più visionari;
“Carnevale remoto” ai
laudatores temporis acti
(a volte, lo sono anch'io);
“Un piccolo sottomarino
blu” a chi si sente addosso una fottuta paura delle “acque
chete”,
“Fragranze d’antan” a
chi un dì saprà inventare essenze che sappian di nostalgia: ne
farei incetta;
“Una pala d’altare” a
chi sa vivere nel presente;
“Ad maiora”, come
“memento mori”, a chi so io;
“Nascere fessi” a chi
non si cala mai nei panni altrui;
“Occhi tristi e ostili”
a chi non ha mai donato un grazie o un complimento a nessuno;
“Come passare dal
Giappone al Carducci” a certi insegnanti un po' così...
“Ammessa” ad un caro
amico di Maiori;
“Sì... domani…” a
mia madre, per regalarle due candide risate, ricordando me bambino;
“Sail away away” ad una
smarrita collega della mitica “Radio 102 Popolare” di Porto
Benedetto...
Per contatti con l'autore:
030-7146578
https://plus.google.com/u/0/116322665770219684690/posts
Giambattista Bergamaschi
Tra le righe
Ottobre 2013
Liberamente scaricabile da
issuu.com/grazzaniseonline.eu/docs/tra_le_righe?e=5125163/5177476 (ISSUU, sfogliabile)
Una
sorta di autobiografia fantastica questa seconda silloge narrativa di
Giambattista Bergamaschi, appena edita (in ebook liberamente
scaricabile) da www.grazzaniseonline.eu/spip.php?article612,
eccellente vetrina culturale e letteraria su cui da anni il nostro
autore ama pubblicare alcune tra le proprie cose migliori.
Quaranta
racconti in III persona, indifferentemente brevi o lunghissimi,
intessuti con squisita e sorvegliata perizia linguistica finiscono
per lasciare in bocca, a conclusione di una lettura avvincente, il
nostalgico piacere di un viaggio che avremmo preferito proseguire
(perché quella
dovrebbe
essere la vera
realtà,
nel bene come nel male...), l'indelebile impressione di aver
attraversato, in virtù del prodigio letterario, un completo universo
- vero o presunto tale - di casi umani e situazioni esistenziali,
un'autentico rizoma di visioni o riflessioni sull'infintesimamente
piccolo come sull'immensamente grande, in cui Bergamaschi ama con
naturalezza perdersi, cimentandosi nella sperimentazione delle più
svariate tecniche narrative, tra le quali per nulla trascurabile il
suggerimento in nota di link musicali da aprire ad inizio lettura.
“A
me piace narrare - scrive l'autore stesso nell'Introduzione
al
proprio lavoro -
vuoi
per nostalgia vuoi per immortalare, come in un’istantanea, persino
l’emozione apparentemente più insignificante e tuttavia a mio
giudizio degna d’esser condivisa con altri, ovviamente in una
modalità “efficace” o non banale (si veda, ad esempio, la
tecnica epistolare con cui viene resa, in stile diretto e quotidiano,
l’amichevole Umberto
o
l’approccio ultraminimalista tentato in Arlecchino
e Colombina,
Sul
Tevere,
Dolcetto
spaventato,
Carnevale
remoto,
il tono velatamente scientifico-speculativo de I
piani dell’osservazione ovvero
elegiaco di Ad
maiora e
ancora il godimento di un umorismo tutto vernacolare in Bistrot
bistrot!,
fino alla garbata - ma ahimé fin troppo realistica - “illusione
didattica” di Come
passare dal Giappone al Carducci)”.
In
Ad
maiora,
bruciante “racconto-non racconto”, accade di cogliere - “tra le
righe”, ovviamente - uno dei valori forse più intensi del narrare
stesso:
Questi
temporali inauditi ed eterni, questi fiumi di pioggia a pianger senza
fine, questo rigido, umidissimo inverno di fine maggio, ad un mese
giusto dagli stregati giorni di pieno sole d’aprile, trascorsi in
libertà lungo la costiera…
Gente
senza più un lavoro, giovani senza futuro, nel disfacimento
dell’astrattismo immobilista, nel parolaio, “diplomatico”,
prudente stallo…
Quanta
rabbia spietatamente repressa umilia ogni difesa immunitaria!
E
ci si ammala di tristezza, di rancore, d’odio e disperazione, di
non sapere, di non potere.
Ci
si ammazza.
Meriterebbe
- un tal naufragio - più d'un semplice racconto, e non può passare
così, impunito, sì che una narrazione non ne stagni il ricordo.
Per
poter scordare…
Per
dimenticare, un giorno, tutto il male.
Par
quasi di vederlo, di udire la sua voce, in classe - sguardo distante
da cantastorie
-,
mentre
seduto tra i suoi ragazzi “racconta” la magia della relatività
einsteiniana
come
la disperazione demografica dei nostri giorni, le intimità mai
narrate di vocali e consonanti come le favolose peripezie di Odisseo
per un Mediterraneo senza fine...
Ogni
cosa può assurgere alla dignità di emozionante racconto, persino
l'episodio più “insignificante” di una qualunque nostra
giornata. Basta crederci, immaginare che qualunque esperienza umana,
esistenziale o cognitiva, possa (debba poter) assumere (cfr. Jerome
Bruner, La
cultura dell'educazione,
1997) i connotati di un appassionante brivido narrativo.
Poi,
naturalmente, raccontar bene è anche questione di “manico”...
Il
resto è “spiegato” dall'autore stesso nell'articolata Premessa
al
bel volumetto, anche stavolta in più di un luogo cedendo alla
tentazione di “raccontare” ciò di norma viene “trattato”:
Confiteor
che,
al termine di un’ultima messa a punto dei seguenti miei racconti -
e prima ancora di impostare la presente introduzione -, a poche
settimane da una proficua vacanza romana soavemente contrassegnata
dalla struggente benedizione di Papa Francesco in Piazza San Pietro,
sono stato non poco tentato di aggiungerne un ultimo un po’
speciale, tra fantapolitica e fantastoria, quello di un Paese che -
oltremodo nauseato da tutto un cumulo di schifezze (che per
delicatezza taccio), dunque irreversibilmente determinato nella
volontà di riaffermare i più essenziali capisaldi di umana decenza
ed evangelica moralità - decide di riavvolgere il rocchetto della
storia di almeno centocinquant’anni, per implorare con tragica
impazienza l’immediata annessione ad un redivivo Stato Pontificio
incantevolmente retto dal santo e saggio Padre Jorge Mario Bergoglio.
Ma...
Per contatti con l'autore:
Per contatti con l'autore:
giovedì 10 ottobre 2013
Ampi stralci del saggio di Gianni Criveller su E. Hillesum in «Studi Cattolici»
cfr. Studi Cattolici, Ottobre 2013, n. 632, pp. 680-84
Il saggio di Gianni Criveller è inserito in Chi scrive ha fede?
Il saggio di Gianni Criveller è inserito in Chi scrive ha fede?
domenica 6 ottobre 2013
Ascolto per scrivere a Le Castella (KR) 31 ottobre - 3 novembre 2013
che, grazie all’interessamento di Angela Caccia e dell’Associazione Le Madie si terrà in Calabria nella splendida location dell’Hotel La Brace a Punta delle Castella (Crotone), via Duomo 54, cap 88841, tel. 0962.795117, mail: info@hotellabrace.it
Il
tema si è liberi di interpretarlo e declinarlo come si vuole (un
saggio, dei versi, un racconto, una testimonianza, un’opera d’arte,
canto, musica… un mix di queste cose). La kermesse è aperta a tutti gli
interessati (anche come semplici uditori, che possono comunque
intervenire nei vari dibattiti aperti). Lo spirito delle kermesse è
quello dell’ascolto, della condivisione, della convivialità, ed è quindi
richiesta la presenza per tutta la durata della kermesse. È prevista
una escursione al castello di S. Severina.
Il costo in pensione completa dalla cena di giovedì al pranzo di domenica è di euro 120,00 per la camera doppia e euro 150,00 per la singola
(pranzo e cena a base di pesce, o carne per chi non gradisse il pesce,
bevande, prima colazione, parcheggio auto e connessione wi-fi inclusi).
Per chi arrivasse in treno o aeroporto, l’Associazione Le Madie si
offre, nei limiti del possibile, per il servizio di trasferimento. Ogni
partecipante è invitato a portare proprie opere, libri, cd, quadri, ecc.
per vendite o scambi autogestiti. Chi suona uno strumento è pregato di
portarlo.
Le prenotazioni del soggiorno vanno fatte direttamente all'hotel La Brace ai contatti indicati sopra, informando gentilmente Angela Caccia mafaf@libero.it
(comunicandole i dati personali e i luoghi di arrivo e partenza e la
eventuale presenza di accompagnatori, perché possa organizzare
l'accoglienza) e dando anche un cenno di conferma a Fara Editore info@faraeditore.it
Giovedì 31 ottobre
18.00 Accoglienza e presentazione della kermesse da parte di Angela Caccia e di Alessandro Ramberti
18.30 Workshop: Ascolto… poi scrivo? – L'Associazione Le Madie
(Cutro–Crotone) nata nel 2006, è stata federata a Bombacarta,
associazione/federazione con sede a Roma, ideata e diretta dal gesuita e
noto critico letterario Antonio Spadaro
(premio Crotone 2002 per la letteratura). Promuove cultura e creatività
artistica, soprattutto attraverso workshop tematici elaboratori di
lettura (se ne contano oltre 130 fino al 2011). Nel corso di questi,
ogni partecipante propone un testo – narrativa o poesia – e ne motiva la
scelta esprimendo le emozioni suscitate dall’ascolto della lettura. A
turno e a braccio, gli altri componenti del gruppo esprimono un proprio
pensiero.
19.30 Dibatitto, sistemazione nelle camere, 19.45 (per chi vuole) Vespri, e cena ore 20.00
19.30 Dibatitto, sistemazione nelle camere, 19.45 (per chi vuole) Vespri, e cena ore 20.00
Sessione sereale
21.15 Il fruscio che inquieta – Angela Caccia, funzionaria in un ente pubblico, matura la giusta dose di frustrazione
che si sublima poi in qualche squarcio di creatività. Abita una zona
del meridione molto legata alla tradizione e brulicante di talenti. Qualcuno, di larghe vedute, disse ‘veni vidi vici’, in
questo suo piccolo mondo, vagola vive verseggia. Ha vinto, fra gli
altri, il concorso Insanamente 2012. È da poco uscita la sua raccolta Nel fruscio feroce degli ulivi (Fara 2013, prefata da Davide Rondoni): 1° classificato al Premio Letterario Europeo Massa città fiabesca sez. Poesia; 1° classificato al Concorso Città di Parole premiazione il 20 ott 2013 a Firenze; finalista al Convivio 2013. Web: ilciottolo.blogspot.it
21.40 Quale ascolto in un Villaggio globale dominato dalle tecnologie delle comunicazioni – Alberto D’Ettoris, nato a Crotone e laureatosi a Lecce nel 1979 in Lettere Moderne, ha insegnato nella Scuola Elementare. Nel 1988, abilitatosi in Lettere Moderne, è divenuto Direttore Didattico nella Scuola di Baceno (NO). Ha frequentato due Master alla Luiss di Roma (Dirigenza e Gestione Aziendale/Manageriale) ed è stato chiamato, unico Dirigente Scolastico, sia alla partecipazione di un PASS III con i Dirigenti della Provincia e del Comune di Crotone sia a partecipare ad uno scambio con l’ambiente scolastico cinese che lo ha portato ad incontrare Dirigenti e alte autorità scolastiche cinesi. Dal 1989 ha diretto Scuole della Provincia di Cosenza e di Crotone, reggendo contemporaneamente altre scuole tra cui la Scuola “Di Bona” di Cutro. È stato poi Dirigente Scolastico nell’Istituto Comprensivo “Maria Grazia Cutuli” e dal 2003 dirige l’Istituto “Gian Vincenzo Gravina” di Crotone portandolo ad offrire ben cinque offerte formative: il Liceo delle Scienze Umane ed il Liceo Linguistico, che derivano dalla vecchia sperimentazione; mentre ha voluto con forza il Liceo Economico Sociale, del Liceo Musicale “Vincenzo Scaramazza” e, unico in Calabria, del Liceo coreutica “Giuliana Penzi”. Ha collaborato con riviste scolastiche ed è stato direttore di corsi di formazione. È sposato con il Dirigente Scolastico Diana Marullo ed hanno due figli.
22.10 Dibattito e riposo
Venerdì 1° novembre Festa di Tutti i Santi
8.00 colazione
9.00 Dal silenzio e dai suoni della natura sgorgano parole – Antonella Dorigotti
è nata nel 1957, d’inverno, nevicava a Rovereto (Trento). Maturità al
Liceo Antonio Rosmini di Rovereto con il massimo dei voti. Al liceo
lavorava impartendo ripetizioni, come baby sitter, cameriera, persino
l’estate dei suoi 17 anni in un Eisdieler (gelateria) nello
Schleswig-Holstein in Germania. Dopo la maturità un periodo a Cambridge
in Inghilterra. Studi di medicina e chirurgia e letture a Firenze,
laurea nel 1983. Specializzazione in Neurofisiopatologia a Firenze:
praticamente è una neurologa. Ha lavorato come medico sino a 50 anni
quando per problemi di salute, ironia della sorte, ho avuto un
prepensionamento. Ha lavorato esclusivamente per il servizio sanitario
nazionale e nel limite del possibile ha sempre curato i suoi interessi
letterari. Sposata con una figlia, ha pubblicato il primo libro nel
2000, dei racconti al femminile dal titolo Nel volto di una donna
(Arca edizioni Trento), sono seguiti 4 libri per l’infanzia e tre di
poesie. Due libri per l’infanzia hanno vinto il premio Itas
internazionale, la raccolta di poesie Arabeschi del mio cuore è
stata finalista al premio “Autori per l’Europa”; premio poesia e
pittura-grafica ai concorsi nazionali “I colori del lago di Bolsena” e “
I grandi maestri dell’arte contemporanea” Versilia 2011. Ama scrivere,
leggere, dipingere, ascoltare musica e prendersi cura della famiglia.
9.20 A volo di rondine – Mario Campagnuolo
è un ingegnere edile che ha lavorato come Direttore di cantiere, poi
d’Impresa e poi di Consorzi d’Imprese nel campo dell’Edilizia. Nel 1968
ha costruito, a pochi chilometri da Le Castella, il Villaggio Turistico
della Valtur. Da 20 anni è giornalista pubblicista e ha pubblicato due
libri: Come il mare e L’Opera dei Pupi: il primo nel 2010 e
l’altro quest’anno. Scrive racconti e favole. È sposato da
cinquant’anni con Annamaria e hanno quattro figli e sei nipoti. Ha
partecipato alla kermesse avellanita di quest’anno leggendo la favola Il teatrino di Fifì e Fofò. A Le Castella leggerà, con l’aiuto di chi tra i presenti vorrà partecipare, pagine scelte dai suoi libri.
9.40 I covoni della speranza - Luana Fabiano
è
nata a
Catanzaro nel 1978 e cresciuta in un piccolo paese, Marcellinara. Maturità linguistica nel 1997, laurea
in Lingue
all’Università della Calabria nel 2003. Ha insegnato un anno in
Francia (Beauvais). Dal 2005 è docente di francese nelle scuole superiori. Mamma dal 2007, ama da sempre la poesia: la vede, la ascolta, la tocca, la stringe
come un campo di covoni tra i ricordi di un’infanzia autentica, colta
nell’inestricabile groviglio di illusioni e speranze. Come
Emily Starr è
profondamente attratta dalla bellezza della natura. Se nella fattoria
sull’Isola del Principe Edoardo la dolce Emily sognava un futuro da
scrittrice, dalla “sua” quercia nella campagna dei nonni Luana
assaporava l’incanto di un paese da ritmi e colori ben
scanditi. Oggi, con il pensiero più pesante ma gli stessi
occhi mai sazi, con quella dimensione infantile della vita, continua a
scrivere e a mantenere fresco il sorriso di allora, cercando la
verità e la bellezza delle cose.
10.10 intervento musicale del CICCIO IERHARD TRIO: Jazz: una passione, ossigeno vitale, sangue arterioso, circolazione sanguigna. Ciccio Ierardi, chitarra e voce, Rosario Misuraca chitarra e voce, Leonardo Scarriglia chitarra e voce.
10.00 Dibattito
10.10 intervento musicale del CICCIO IERHARD TRIO: Jazz: una passione, ossigeno vitale, sangue arterioso, circolazione sanguigna. Ciccio Ierardi, chitarra e voce, Rosario Misuraca chitarra e voce, Leonardo Scarriglia chitarra e voce.
10.40 Segni, le conversazioni silenziose – David Aguzzi
è nato a Rimini nel 1966, allora aveva tanti capelli biondi e
boccolosi. Oggi ha una volta luminosa e lucida. Ha conseguito due lauree
quasi inutili in Sociologia e in Scienze della comunicazione. Si interessa di arte e teatro e il
fascino della “parola”, della “conoscenza”, ha sempre stimolato piccoli
pensieri per grandi sogni diviso com'è in quotidiani lavori di
artigianato sociale e cittadino. Tra le pubblicazioni: Il Dono di Davide – I Volontari e la rete di Solidarietà (Ed. CSV Rimini); … e cuchèl – il Gabbiano (Ed. Comune di Riccione); Per uscire dall’invisibile (ANC Edizioni). Un suo saggio è inserito in Scrittura felice.
11.00 La lettura e l'elogio dell'inutile – Armando Vitale si è laureato in Filosofia all'Università di Pisa. Dopo un breve periodo di insegnamento negli Istituti Superiori, è preside dal 1985. Dal 1993 ha diretto il Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro, dove ha ideato, promosso e realizzato dieci edizioni di una Fiera del Libro a Scuola (Progetto Gutenberg) che oggi mette in Rete 42 Istituti della Calabria. Fiera Gutenberg ha ospitato personalità prestigiose della cultura nazionale ed europea, centinaia di studiosi, scrittori, storici, filosofi, scienziati, che hanno dato vita, nelle ultime settimane di maggio, ad una ricca kermesse caratterizzata da intensi incontri-dibattito con i giovani allievi. Il progetto – presentato dal suo ideatore in diversi Festival della Cultura e al Salone del Libro di Torino – è stato segnalato da grandi testate nazionali (Repubblica, Il Sole 24 ore, l'Unità ecc.) e dalla stampa regionale. Dal 1997 al 2002 è stato presidente dell'Irrsae Calabria, Istituto di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativo, dove, fra l'altro, ha realizzato una collana di testi dedicati a “I Saperi della scuola del futuro” (Rubbettino Editore). Oggi continua ad occuparsi di Fiera del Libro Gutenberg come presidente dell'omonima Associazione, nata a fine 2012, con uno spiccato interesse a promuovere il confronto delle idee e un'opinione pubblica colta. È anche presidente della Fondazione Imes Catanzaro, Istituto meridionale di storia e scienze sociali, che intende sviluppare ricerca sui nuovi profili della Questione meridionale e sulla condizione della Calabria. Ha pubblicato articoli e saggi sulla riforma della scuola, su scuola e mezzogiorno, sulla didattica della Storia, su temi filosofici. Ha curato e introdotto i volumi collettanei: Il Novecento a scuola (Donzelli Editore) e Reti a delinquere (Meridiana Donzelli). È membro dell'Associazione “Forum del Libro” ispirata dall'Editore Giuseppe Laterza e presieduta da Giovanni Solimine, biblioteconomo dell'Università La Sapienza di Roma.
11.00 La lettura e l'elogio dell'inutile – Armando Vitale si è laureato in Filosofia all'Università di Pisa. Dopo un breve periodo di insegnamento negli Istituti Superiori, è preside dal 1985. Dal 1993 ha diretto il Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro, dove ha ideato, promosso e realizzato dieci edizioni di una Fiera del Libro a Scuola (Progetto Gutenberg) che oggi mette in Rete 42 Istituti della Calabria. Fiera Gutenberg ha ospitato personalità prestigiose della cultura nazionale ed europea, centinaia di studiosi, scrittori, storici, filosofi, scienziati, che hanno dato vita, nelle ultime settimane di maggio, ad una ricca kermesse caratterizzata da intensi incontri-dibattito con i giovani allievi. Il progetto – presentato dal suo ideatore in diversi Festival della Cultura e al Salone del Libro di Torino – è stato segnalato da grandi testate nazionali (Repubblica, Il Sole 24 ore, l'Unità ecc.) e dalla stampa regionale. Dal 1997 al 2002 è stato presidente dell'Irrsae Calabria, Istituto di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativo, dove, fra l'altro, ha realizzato una collana di testi dedicati a “I Saperi della scuola del futuro” (Rubbettino Editore). Oggi continua ad occuparsi di Fiera del Libro Gutenberg come presidente dell'omonima Associazione, nata a fine 2012, con uno spiccato interesse a promuovere il confronto delle idee e un'opinione pubblica colta. È anche presidente della Fondazione Imes Catanzaro, Istituto meridionale di storia e scienze sociali, che intende sviluppare ricerca sui nuovi profili della Questione meridionale e sulla condizione della Calabria. Ha pubblicato articoli e saggi sulla riforma della scuola, su scuola e mezzogiorno, sulla didattica della Storia, su temi filosofici. Ha curato e introdotto i volumi collettanei: Il Novecento a scuola (Donzelli Editore) e Reti a delinquere (Meridiana Donzelli). È membro dell'Associazione “Forum del Libro” ispirata dall'Editore Giuseppe Laterza e presieduta da Giovanni Solimine, biblioteconomo dell'Università La Sapienza di Roma.
11.30 Dibattito e tempo libero
12.00 (per chi vuole) S. Messa
13.00 Pranzo e tempo libero
15.00 La ricerca di sé stessi nel silenzio della solitudine: Petrarca sulle orme di Agostino – Teresa Caligiure, postdoc Università della Calabria.
15.30 Chitarra classica del M° liutaio Giuseppe Mungari,
storia di un liutaio, 31 anni, costruisce a mano tutti i tipi di
strumenti a corda, passando ore e ore fra legni, scalpellini, colla,
calchi. Quando parla del suo mestiere, gli occhi si illuminano di
orgoglio: “La liuteria esiste da secoli, è un’arte che non dovrebbe mai
morire, perché i manufatti conservano la cultura e le tradizioni dei
popoli antichi.”
15.40 Lettura e scrittura come etiche dell'ascolto, ovvero come luogo di risonanza della parola che pone l’essere umano in ascolto della verità – Davide Zizza (Crotone, 1976) è Dottore Magistrale in Lingue e Letterature Straniere con una tesi in Filologia Romanza sul Tristran di Beroul. Membro delle Madie dal 2007, coltiva interessi legati alla testualità e alla poesia, in particolare coniugando lo studio critico-letterario alle scienze della mente connesse alla creatività. A parte qualche intrusione in forma antologica (Giulio Perrone Editore) e alcune segnalazioni (Rivista Specchio della Stampa, Blog Rainews Poesia di L. Sorrentino), nel 2000 ha pubblicato in forma tipografica una plaquette poetica (Mediterraneo). Autore della raccolta di versi Dipinti & Introspettive (Rupe Mutevole 2012), scrive articoli per il Litblog Poetarum Silva, la rivista Estroverso. Ha pubblicato inoltre alcuni contributi sulla rivista greca «Koukoutsi». Nelle sue letture di poesia predilige quella straniera, ma rilegge periodicamente i suoi autori di sempre: Borges, Brodskij, Enrico Testa e Cesare Pavese.
16.00 Voci dai briganti – Raffaele Serafino Caligiuri
è scrittore di storia patria, professore di letteratura italiana e
storia in pensione che si interessa di poesia, letteratura e soprattutto
della microstoria del territorio calabrese. Premiato a Firenze dalla
Regione Toscana nel 2011 per aver relazionato sul brigantaggio
meridionale in occasione del 150°anno dell’Unità d’Italia, presentando
due opere su due brigantesse, Maria Oliverio e Felicita De Sanctis. Ha
studiato la condizione femminile durante il brigantaggio meridionale del
1799 e del 1864, quale convinto assertore del femminismo, leggendo ciò
che un osservatore francese dice delle donne e quanto pensa di sé Maria
Oliverio. Restando nel tema, prima ascolta, poi scrive.
18.00 La parola è l'ascolto: viaggio nel variegato mondo della scrittura – Bonifacio Vincenzi è nato a Cerchiara di Calabria nel 1960. Vive a Francavilla
Marittima (CS). Ha pubblicato quattro raccolte di liriche (ultima delle
quali, La tempesta perfetta, Aljon Editrice, 2009); il romanzo
Arrivederci, Letizia! (Editrice “Il Coscile” 2000); Per sole donne – Un
amore di carta (Aljon Editrice 2011); e, recentemente, il romanzo per
ragazzi Kremena e la sfida del fuoco magico (Giovane Holden Editrice).
Ha diretto la rivista «La colpa di scrivere» e attualmente dirige il
quadrimestrale di letteratura «Il Fiacre N. 9» edita da Aljon Editrice.
Ha curato diverse antologie poetiche e ha collaborato a quotidiani,
settimanali, riviste specializzate, in più di trent’anni di attività.
Nel 1985 ha fondato Il Musagete nell’ambito del quale ha ideato diverse
rassegne letterarie e di arte contemporanea. Ricordiamo, (per la
Letteratura) il “Settembre culturale francavillese”, alla dodicesima
edizione e ancora “Variazioni sul tema”, “Aura – Prova d’emozione”, “I
fuochi di Tomtor”, “La bella estate”, ecc. Per l’Arte, invece,
l’itinerario artistico Giano – Incontri con l’Arte e la Kultazione. Ha
fondato, inoltre, il Premio Letterario Nazionale di Calabria e
Basilicata; il Premio Donna dell’anno e il Premio di lettura Hansel e
Gretel.
18.30 In ascolto di ciò che rischia di restare muto - Caterina Camporesi
è nata a Sogliano al Rubicone (FC) nel 1944. È
psicoterapeuta. Già condirettrice de «La Rocca poesia», e
redattrice de Le Voci della Luna, socia di Sinopia e altre organizzazioni, collabora con riviste cartacee e on-line come Fili d’aquilone. Ha pubblicato: Poesie di una psicologa, Sulla porta del tempo, Agli strali del silenzio, Duende (Marsilio, Collana elleffe, Venezia, 2003), Solchi e Nodi (Fara 2008). È presente nellle antologie La coda della Galassia, La linea del Sillaro (Campanotto 2006), Poesia e Natura (Le lettere, Firenze 2007, a c. di Alessio Brandolini, Martha Canfield e Ivano Malcotti), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto 2008, a c. di Luca Ariano ed Enrico Cerquiglini) e, con Profezia, sogno e poesia in Poeti profeti? (c. di B.F.M. Gianni, Fara 2009). Ha curato e tradotto dallo spagnolo L'Attesa di Pablo Gozalves (Sinopia, 2007). Nel 2011 pubblica con Raffaelli la raccolta Dove il verso si coagula. È in giuria di vari concorsi letterari e inserita, fra l'altro, in Salvezza e impegno, Il valore del tempo nella scrittura e Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche, Chi scrive ha fede? e Scrittura felice (Fara 2010-13).
18.50 Dibattito, tempo libero 19.45 (per chi vuole) Vespri e cena ore 20.00
Sessione serale con la chitarra classica del M° liutaio Giuseppe Mungari
21.15 “Maddalena” – Racconto dell'opera pittorica, cover del libro di Cinzia Demi: Com'è nata? Come si è sviluppata? In che modo il pittore ha ascoltato la parola poetica per renderla nell'immagine? Significati simbolici e cromatici. Maurizio Caruso è nato in provincia di Cosenza, vive e lavora a Bologna. Ha frequentato il Liceo Artistico Statale di Cosenza dove si è messo in evidenza per i colori e la fervida fantasia che sprigiona nel dipingere gli elaborati. Dopo il diploma si trasferisce per motivi artistici e di lavoro
spostandosi in varie città e sempre arricchendo le proprie conoscenze: Padova, Venezia, Firenze, Massa e Carrara dove frequenta gli ambienti accademici. Organizza e partecipa a diverse mostre personali e collettive, in Italia e in Europa. Dal 2000 firma la cover della rivista di poesia «Parole» (Bologna) ed è autore di pagine di grafica, copertine di libri e opuscoli, locandine per eventi culturali. Nel suo sito www.MaurizioCaruso.it sono consultabili la ricca Biografia, la Galleria Virtuale con la sua produzione artistica, il gran numero di recensioni curate da significative firme del panorama culturale italiano. È stato recentemente inserito in Scrittura felice, che riproduce in copertina una sua opera: “Omaggio a Giorgio Caproni”.
21.35 Ero Maddalena – Dall'ascolto di una delle figure più controverse delle donne della Bibbia, nasce il poemetto Ero Maddalena (puntoacapo
2013), monologo intimo e doloroso di una donna dei nostri giorni. Un
lavoro di carne e sangue, di spirito e inconscio, che affronta le
problematiche femminili della violenza e della fede nell'ottica della
figura più vicina a Gesù, da lui stesso scelta quale compagna di
viaggio per le sue missioni profetiche. Un'attualizzazione che forse
mancava. Cinzia Demi
è nata a Piombino (LI), lavora e vive a Bologna. È operatrice
culturale, poeta, scrittrice e saggista.Dirrige la Nuova Collana di
Poesia Contemporanea “Sibilla” della Pendragon
(Bologna). Fa parte del gruppo Poetico il “Laboratorio di Parole” e ne
dirige la rivista bimestrale «Parole». Nel 2007 pubblica il libro Incontriamoci all’Inferno. parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri
(Pendragon). Ha collaborato e collabora con il Centro di Poesia
Contemporanea dell’Università di Bologna, con l’Università Primo Levi
di Bologna, con l’Associazione Italia Medievale e con molte altre
associazioni e istituzioni sul territorio nazionale. Scrive su riviste,
blog letterari e siti internet a carattere internazionale. Cura per il
sito Altritaliani la Nuova Rubrica di Poesia Contemporanea Missione poesia.
Realizza con i suoi testi presentazioni spettacolari in abbinamento a
musica e arti varie, in giro per l’Italia e all’estero. Ha inoltre
pubblicato: Il tratto che ci unisce (Prova d’Autore, Catania 2009); Al di là dello specchio fatato. Fiabe in poesia (Albatros, Viterbo 2010); Caterina Sforza. Una forza della natura fra mito e poesia (Fara 2010); Incontri e Incantamenti (Raffaelli 2012); Ersilia Bronzini Majno. Immaginario biografico di un’italiana tra ruolo pubblico e privato (Pendragon 2013 ).
21.55 Cielo di Cristallo e Lune doppie – Un viaggio nei luoghi reali e dell'anima, alla ricerca di un ascolto che consoli e plachi il dolore. Andrea Venzi
è nato a Bologna nel 1946, vive attualmente tra Bologna e Padova. Ha
pubblicato quattro volumi di poesia, un volume di racconti e un romanzo.
La sua ricerca parte da una realtà “altra”, sradicata e vissuta come
sogno tra inferni tropicali o metropolitani, spedizioni di
conquistadores o angosce fantasmatiche in un giro di vite che
stritola immagini trattate in narrazioni astratte e surreali. Le
presenze umane sono infrequenti o marginali, spesso ridotte ad orme
osservate o dominate dalla luna che le aspira nel turbinio del vento e
delle onde d'un mare minaccioso. I suoi volumi: Nuestra Señora de Atocha (Amadeus 1986); Il sentiero degli alberi morti (Mobydick 2007); Aria fredda (Bohumil 2009); Una pioggia sottile (Firenze libri 2010); la raccolta di racconti Il rifugio del cane (Solfanelli 1992); il romanzo Dyea (Giraldi 2009). Per Pendragon sono uscite le raccolte poetiche Lune doppie (2011, Premio Casentino e Premio Ilaria Osti)) e Cielo di cristallo (2013). È anche pittore, fotografo e viaggiatore. Ha tenuto svariate mostre in Italia e all'estero.
22.15 Dibattito e riposo
Sabato 2 novembre
7.45 (per chi vuole) Lodi - 8.00 colazione
8.45 Gita a S. Severina o in altra amena località
8.45 Gita a S. Severina o in altra amena località
13.00 Pranzo
15.00 Nei panni di Johan – Alessandro Ramberti
è nato a Santarcangelo di R. nel 1960. Laureato in Lingue Orientali a
Venezia, vince una borsa (1984-85) per l’Università Fudan di Shanghai.
Nel 1988 consegue il Master in Linguistica presso l’Università di
California Los Angeles. Conclude gli studi con il dottorato in
Linguistica presso l’Università Roma Tre (1993). Da allora lavora in
ambito editoriale. Ha vinto il premio “l’Astrolabio” con pubblicazione
dei suoi Racconti su un chicco di riso (Tacchi Editore 1991). Come Johan
Thor Johansson edita La simmetria imperfetta (Fara 1996). Con In cerca
(Fara 2004) vince il premio “Alfonso Gatto” 2005 opera prima e, nel
2006, i premi “Città di Solofra”, “Voce dal Ponte” (Monopoli) e il
premio speciale “Città degli Acaja” (Fossano). Con Pietrisco
(Fara 2006) “Poesi@ & Rete” (Trapani-Palermo) e il premio
biennale “Cluvium”. Con L’Arca Felice di Salerno nel 2009 pubblica la
plaquette Inoltramenti e nel 2011 Paese in pezzi? I monti e i fiumi reggono (4 poesie di Du Fu), entrambi illustrati da Francesco Ramberti. In «Italian Poetry Review» V, 2010 esce “Rabbunì”, ampiamente riscritto in Sotto il sole (sopra il cielo), Fara 2012). Gli è stata dedicata la «Lettera in versi» n. 32 a cura di Rosa Elisa Giangoia: bombacarta.com/le-attivita/lettera-in-versi
15.20 La maledizione di Pitagora – Giusy Regalino,
giornalista professionista, primo direttore “donna” di una testata
giornalistica in Calabria. Ama il suo lavoro iniziato per caso in una
emittente televisiva di un piccolo territorio provinciale dell’Italia,
Crotone, con un impegno costante in difesa della legalità, dell’ascolto
dei cittadini, sempre con spirito di servizio e mai per interessi
personali. Dal 1992 al '97 capo redattore, dal '97 al 2011 direttore
responsabile della testata televisiva “RTI”. Ceduto il timone della
direzione della redazione, si occupa di una
Calabria che merita di essere conosciuta, una Calabria delle imprese
sociali, del mondo agricolo, della fattività piuttosto che delle parole.
È riuscita ad essere spesso “una voce che grida nel deserto” perché
purtroppo la rassegnazione popolare ha preso il posto del sano
protagonismo che si è vissuto fino ai primi anni '90. È sposata, madre
di 5 figli, nonna di 5 nipoti. Tra i suoi impegni quello che le da più
gioia e la sostiene nel combattimento quotidiano, è
essere un ministro della comunione che svolge il suo servizio
nell’ospedale civile della città. Ritiene importante il voler dare sempre una testimonianza di amore e rispetto per la propria terra fuori dai compromessi.
15.50 L'ascolto nello spirito di Gesù – Fortunato Morrone è prete dell’Arcidiocesi di Crotone S. Severina dal 1983. Parroco dal 1986 al 2008. Dal 2008 al 2012 è stato Direttore spirituale del Seminario teologico regionale S. Pio X in Catanzaro. Dal 2008 è Assistente regionale dell’Azione Cattolica. Attualmente in Diocesi è referente diocesano per il Progetto Culturale della Chiesa italiana e delegato arcivescovile per i giovani preti e per i diaconi permanenti. Licenza specializzata e Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, Roma (1988). Ordinario di Teologia Sistematica presso l’Istituto Teologico Calabro in Catanzaro (aggregato alla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale, Napoli). Docente incaricato di Teologia presso l’ISSR della Pontificia Università della S. Croce, Roma. Svariate pubblicazioni per Jaka Book, Cittadella editrice e Rubbettino, è In via di pubblicazione presso i tipi della Cittadella editrice, Assisi: Lo Spirito della vita, nella collana “Le parole della fede”. Molte le curatele e gli articoli in varie Miscellanee e Dizionari di Teologia. Collabora con riviste specializzate di teologia quali: Communio, Louvain Studies, Rassegna di Teologia, Ricerche Teologiche, Vivarium. Ha scritto su L'Osservatore Romano e Quaderni Lametini.
16.20 Dibattito e tempo libero
18.00 spettacolo dell'ASSOCIAZIONE SCUOLA DI DANZA “MARIA TAGLIONI” – La scuola di danza MARIA TAGLIONI è sorta a Crotone nel 1980 ed ha ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Pubblica Istruzione con presa d’atto N° 9537; ha un corpo Docente formato da professionisti internazionali, che provengono dai relativi teatri, e giovani locali che hanno frequentato specifici corsi di formazione. Nella Maria Taglioni hanno mosso i primi passi giovani interpreti della danza italiana e internazionale; Alessandro Riga (primo ballerino etoile al Maggio Danza di Firenze), Pasquale Greco, Riccardo Riccio, Luana Petrozza, Diego Millesimo, Giusy Grande, Alfonso Capolbo, Alessandra Manica, Ruben Vrenna ed altri ancora. Ogni anno vengono organizzati e gestiti decine di manifestazioni.
19.45 (per chi vuole) Vespri 20.00 Cena
Sessione serale
21.15 “Basterebbe un po' di silenzio...”(Fellini, La voce della luna) – Sergio Pasquandrea
è nato nel sud-est della penisola, in uno degli ultimi decenni del
secolo scorso. Il destino, che egli corteggia spassionatamente, lo ha
poi portato a trasferirsi nel centro esatto dello stivale. La poesia, da
lui amata di un amore che sconfina nel masochismo, a volte gli ditta
dentro. Lui scrive. Lei scuote la testa, sconsolata. Quando la Musa
tace, Sergio Pasquandrea dispone di numerosi altri modi per far danni:
l’insegnamento, il giornalismo musicale, la ricerca universitaria, il
disegno, la tastiera di un pianoforte. Ha due figli che adora e una
moglie che si guadagna la santità sopportandolo.
21.45 Il poetare come ricerca e ascolto – Francesco Filia
vive, insegna e scrive a Napoli, dov’è nato nel 1973. I suoi interessi
si sviluppano tra poesia, filosofia e critica letteraria. Sue poesie e
note critiche sono presenti in numerose riviste e antologie, tra cui Il miele del silenzio (a cura di Giancarlo Pontiggia, Interlinea 2010). Ha pubblicato i poemi in frammenti Il margine di una città (Il Laboratorio, 2008) e La neve (Fara, 2012), vincitore del concorso nazionale per inediti Faraexcelsior 2012, del concorso nazionale editi Civetta di Minerva 2013 e finalista del premio nazionale di poesia Ponte di Legno 2013. Collabora al litblog Nellocchiodelpavone22.15 Dibattito e riposo
Domenica 3 novembre
8.00 Colazione
9.00 La voce della storia, l'orecchio del presente: news dal Medioevo – Francesco Cosco
nasce a Petilia Policastro nel 1942, laureato in Materie Letterarie nel
1969 ha svolto la professione di Docente per circa quarant’anni.
Appassionato di ricerca storica, pensa che gran parte della Storia di un
popolo sia già scritta nella sua lingua, formatasi dalla somma delle
lingue dei popoli invasori. A ciò sono da attribuire le argomentazioni
delle sue pubblicazioni sia di storia che di dialetti. Gli insediamenti
rupestri di cui si occupa non fanno altro che scandire nel tempo con le
loro scanalature, icone, croci, graffiti, le dominazioni straniere.
Fondamentalmente ricerca la verità, la verità nell’analisi minuziosa dei
particolari. Ama la natura e segue l’insegnamento di Bernardo di
Clairvaux: “Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che non
apprenderesti dai maestri della scienza”. Molte le pubblicazioni. Cura
il sito www.radicicalabre.it
9.20 Mi ascolto e curo la mia creatività – Esteta per nascita, Paolo Sesti è da sempre incuriosito dai
misteri della Natura. Una volta scelto lo studio della Medicina si è lasciato
folgorare dal mistero dell'insondabilità della Mente Umana. Ultimati gli studi e la sua formazione
di Neuropsichiatra Infantile, per mero incidente di percorso, si è imbattuto
nella Psichiatria, se ne è innamorato ed intrattiene con lei, ormai da oltre 25
anni, un rapporto stabile intriso di fatica ma anche di profonda passione. Nel tentativo di curare il suo spirito continua ad
accrescere la sua fame di conoscenza dedicando quanto gli resta della giornata
alla sua passione naturale.
9.40 Gran dibattito conclusivo e tempo libero
12.00 (per chi vuole) S. Messa
13.00 Pranzo e partenze
La vita è (anche) un racconto
Buon cammino!
Buon cammino!
Iscriviti a:
Post (Atom)