sabato 26 novembre 2011

Davide Argnani sull'arte povera di Germano Sartelli



FAENZA: UNA IMPORTANTE INSTALLAZIONE DELL’ARTISTA 
GERMANO SARTELLI
DA SABATO 19 NOVEMBRE IN PERMANENZA 
AL CENTRO DELLA ROTONDA “1° MAGGIO”

di Davide Argnani

A Faenza sabato 19 novembre è stata inaugurata una Installazione dell’artista imolese Germano Sartelli al centro della rotonda “1° Maggio” in via Oberdan. Dopo la presentazione dell’opera da parte delle  autorità cittadine presso la Sala Conferenze della Confartigianato di Faenza, con la partecipazione del Sindaco Giovanni Malpezzi, dell’Assessore alla Cultura Massimo Isola, degli Assessori Claudia Zivieri (Lavori pubblici), Matteo Mammini (Politiche Territoriali), Claudia Casali Direttrice del MIC e Tiziano  Samorè Segretario Confartigianato il gruppo, insieme a un folto pubblico e all’artista, si è diretto proprio nei labirinti dell’Installazione al centro della rotonda con grande curiosità dell’intenso traffico, tanto che diversi automobilisti hanno parcheggiato e sono corsi a godersi lo spettacolo. E non poteva essere diversamente trattandosi della più grande opera d’arte realizzata da Sartelli nella sua prolifica attività artistica. È una spirale di 40 metri per un’altezza di 4 metri avvolta da una rete metallica sulla quale fluttuano come uccelli volanti centinaia di ceramiche non smaltate di varie dimensioni. Saranno poi i passaggi e le intemperie delle stagioni a modificare colori e riflessi come madre natura comanda e l’opera assumerà continue modifiche estetiche proprio come un corpo umano. Ad ogni mutazione sarà come ammirare un’opera nuova. È un evento importante che va ad arricchire la cultura dell’arte e della ceramica della città più famosa al mondo e che oltre a sottolinearne ulteriormente l’identità per la sua storia e i suoi artisti, va ad integrare maggiormente il nascente museo all’aperto che da tempo la città di Faenza sta realizzando. L’arrivo di Germano Sartelli concorre a valorizzare ancora di più il patrimonio di questa città dopo le installazioni delle opere di Domenico Rambelli, Angelo Biancini, Lucio Fontana, Carlo Zauli, Franz Stäbler, Giuseppe Spagnuolo, Hidettoshi Nagasawa, Giosetta Fioroni. Germano Sartelli è nato nel 1925 e vive sulle colline imolesi. È uno dei pilastri dell’arte italiana del ‘900 riconosciuto dai più importanti critici italiani (Calvesi, Emiliani, Spadoni, Vescovo, Cerritelli e altri). Con Lucio Fontana e Alberto Burri, a metà degli anni sessanta del secolo scorso, Sartelli diede vita a quella speciale  corrente artistica chiamata poi ’Arte Povera’, donandogli stima e gran successo in Italia e all’estero. Nel 1964 è invitato alla Biennale di Venezia e numerose sono le mostre in Italia e all’estero. La sua arte dimostra una profonda volontà indistruttibile e poetica di riappropriarsi dei valori primari come il senso della terra, della natura, dell’energia pura della vita e della storia dell’uomo. Che siano sculture, grafica o pittura, la sua variegata capacità espressiva ricorre all’uso dello scarto materico come legni, cicche di sigarette, foglie e altri pigmenti della realtà quotidiana trasformandoli in oggetti forme e paesaggi naturali dell’anima azzerando il passato per rinnovare il presente purificato di nuove sintesi creative. Proprio come in queste sue nuove ceramiche volanti lungo i corridoi di un infinito labirinto che ricorda il mito dell’antica Grecia di Arianna e Teseo o, più modernamente, un Laborintus metaforico di ispirazione sanguinettiana.    


Germano Sartelli alla inaugurazione





Installazione - particolare






giovedì 24 novembre 2011

Paolo Calabrò su Filosofia e pace (anche audio)

Caro Alessandro,
ti comunico con gioia che la mia recensione in oggetto è stata pubblicata in data di ieri dalla rivista «Pagina3» ed è visibile online all'indirizzo http://www.paginatre.it/online/2011/11/23/5331/ (oltre che presso la mia pagina personale in internet, all'indirizzo http://paolocalabro.blogspot.com/2011/11/i-malaguti-cura-di-filosofia-e-pace-ed.html, dove ho aggiunto sulla copertina un link alla casa editrice: http://www.faraeditore.it/html/collane/archivi/filosofia_e_pace.html).
Su «Pagina3» la recensione è ascoltabile (o scaricabile in formato .mp3) grazie alla voce recitante di Luca Grandelis
<http://www.lucagrandelis.it/> .
Ti ricordo inoltre che le mie recensioni a libri della Fara sono visibili qui:
http://paolocalabro.blogspot.com/2008/09/case-editrici-fara.html
Grazie nuovamente per aver messo il libro a mia disposizione.

--
paolo calabrò
- http://paolocalabro.blogspot.com

lunedì 21 novembre 2011

Su Azioni & Natura Umana di Leonardo Caffo

recensione di Antonella Foderaro in Filosofi per caso, n. 3 ottobre 2001, p.

v. anche
Tiengo
Pullia
Libero
Calabrò


Adele Tiengo su Azioni & Natura Umana di Leonardo Caffo

pubblicato in reti per il Cambiamento

“Azioni e Natura umana” alla Rassegna della MicroEditoria


Chiari, in provincia di Brescia, ha ospitato la IX edizione della Rassegna della MicroEditoria da venerdì 11 a domenica 13 novembre. La tre giorni di cultura è stata ospitata dall’elegante Villa Mazzotti Biancinelli e ha avuto come protagonisti quei piccoli editori che lavorano su numeri molto limitati, ma con grande attenzione ed entusiasmo per ogni prodotto. Il tema della rassegna “Articolo 1: Valori di Carta” ha voluto celebrare la Carta Costituzionale nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Ospite della tre giorni anche Leonardo Caffo, autore del libro Azioni & natura umana. Un breve viaggio tra complessità e filosofia della vita, per i tipi di Fara.


Accanto ad altri piccoli editori e grandi nomi della cultura italiana, l’editore Fara è stato ospite della rassegna con due appuntamenti. Leonardo Caffo ha in questa sede presentato il suo ultimo saggio, nel quale affronta la teoria dell’azione dalla prospettiva della responsabilità morale. Azioni e natura umana. Un breve viaggio tra complessità e filosofia della vita è un saggio di critica della società contemporanea e dell’apparato di sfruttamento che ne costituisce le fondamenta. L’autore tenta di rispondere alle domande di chi si chiede se sia possibile uscire da questa società capitalistica globalizzata e decostruire il grattacielo di violenza che la rappresenta. Acquisire consapevolezza delle limitazioni imposte dalle nostre società apparentemente libere e complesse è il primo e migliore contributo per migliorare il nostro stare in comunità e per recuperare le vere qualità della nostra natura di animali umani.

Adele Tiengo

Risveglia la musica che è in te


martedì 15 novembre 2011

CRISI: POSSIBILE MATRICE DI ALTRE VERITÀ E DI ALTRI ORIZZONTI DI SENSO


ariticolo di Caterina Camporesi pubblicato in Fili d'Aquilone n. 24, ottobre-dicembre 2011


Il dolore è la radice della conoscenza 
(Simone Weil)

Depressi di tutto il mondo unitevi 
(Aldo Bonomi)

Crisi, termine abusato, che nel tempo sembra avere perso il suo valore più pregnante ed intrigante, vale a dire, quello di una radicale messa in discussione di uno stato di equilibrio che non possiede più i requisiti per continuare. Alla presa d’atto dell’esistenza di uno stato di crisi, di solito, segue una prima fase il cui compito si limita ad illuminare ombre e crepe nascoste nella profondità della soggettività dei singoli, delle organizzazioni sociali e dell’umanità nel suo complesso. Quindi, la successiva riguarda la programmazione di azioni concrete che, inevitabilmente, comportano lacerazioni, rotture e sovvertimenti più o meno confacenti. Fronteggiare la crisi comporta, in ogni caso, la rottura di una continuità, alla quale seguono tempi più o meno lunghi di discontinuità, caratterizzati da depressione, ansia, angoscia, vuoto, insicurezza, e da timori di disintegrazione ma soprattutto di perdita. Nel vuoto o pieno che si spalanca, si possono trovare parti inattive e silenziose che, se rimesse in moto, da sole, o unite in modo creativo al resto della personalità, possono sollecitare percezioni nuove nei confronti di se stessi e del mondo. La tendenza alla resistenza, tuttavia, cristallizza ciò che a fatica si è conquistato e scoraggia il cammino verso il cambiamento, con il mantenere legami e con l’immobilizzare il tempo del divenire, il solo che, accogliendo angosce, separazioni, lutti e dolore può introdurre nella storia trasformazioni di un qualche peso.

Parole, come rottura, vuoto, regressione, confusione, trasformazione, risuonano nell’immaginario come minaccia e rievocano nell’animo esperienze dolorose, sentimenti di perdita e di disgregazione, se non addirittura di morte. Vivere una crisi, che consenta possibilità di rinascite e prefiguri altri orizzonti e altri equilibri, include la possibilità di incontrare lungo il cammino l’esperienza del dolore e persino della morte. Per progredire è necessario prima regredire, cioè tornare ad uno stato primitivo indiscriminato, il quale contiene “nuclei non nati”, come li chiama in modo suggestivo lo psicoanalista José Bleger, il cui pensiero sarà ripreso più avanti. Queste parti primitive, che non sono confluite né nell’io del singolo e né nel noi del sociale, non hanno beneficiato del tempo dell’esperienza e quindi non si sonno sviluppate. Sono parti inerti e rigide, prive di pensiero, di voce, di progetto e di azione.

José Bleger, lo psicoanalista argentino a cui si è accennato sopra, vissuto nella seconda metà del secolo scorso nel fervido clima culturale di Buenos Aires, ha identificato nel territorio psichico la presenza di uno stadio primitivo che ha chiamato sincretismo primitivo esistenziale, costituito da parti che, bloccate, non beneficiano del tempo evolutivo, ma possono uscire dalla loro immobilità e unirsi al divenire della storia nei suoi vari ambiti solo nei momenti di crisi, quando tutto viene radicalmente discusso, rimescolato e movimentato.
La loro presenza può essere rintracciata tra le pieghe del corpo o sullo sfondo muto dei Gruppi, delle Istituzioni, delle Idee e dei Valori, dove restano inchiodati alla loro inerzia perenne. L’essere fuori dal tempo li esclude dalle dinamiche che incarnano la crescita, che comporta tollerare il pensiero, l’ambivalenza, la scelta, il senso di colpa, i conflitti e altro ancora.
La possibilità di tornare al passato arcaico, per partorire queste parti, mobilita l’insorgere di angosce profonde e dolorose. Solamente entità sufficientemente forti possono tollerarne il disorientamento ed il caos, che accompagnano il lento e laborioso lavoro di accoglimento, di integrazione e di elaborazione.
L’integrazione di queste parti porta cambiamenti sia nel mondo interno, che in quello esterno come pure nei legami che intercorrono tra tutte le realtà coinvolte: singoli soggetti, gruppi, istituzioni e l’umanità nel suo complesso.

La crisi, vista da questa angolazione, assume una connotazione positiva, sia per l’opportunità che essa offre per rimuovere organizzazioni e modalità non più funzionali, sia per fare entrare in campo nuove forze e competenze più capaci di affrontare nuove realtà. La crisi entra così nel corso della storia, come uno dei tanti eventi che ne segnano il divenire, con l’offerta di opportunità di scelta, con il tralasciare abitudini obsolete, allargando orizzonti, aprendo sentieri ancora inesplorati su molti fronti. La concezione che l’Io nasce da un nucleo primitivo indifferenziato, e che solo progressivamente si individua e si sviluppa nel tempo, lasciando comunque sempre un residuo al quale potere ancora attingere in momenti di crisi, è condivisa anche dal poeta tedesco Durs Grünbein, come racconta in un’intervista condotta da Italo Testa. Il poeta è particolarmente attento alla memoria storica e ritiene che quanto più l’uomo si sviluppa, tanto più si deve “ulteriormente sviluppare dall’antica pellicola dell’umanità”. Ciò riguarda anche lo sviluppo e la crescita delle organizzazioni sociali e dell’umanità in generale. Lo stesso Grünbein, poi, continua con l’affermare che “il passato riceve senso solo nella misura in cui continua in me, finché gente come me trasporta, come Caronte, parti del passato con il suo traghetto”.

La Recherche di Marcel Proust, secondo questa visione, è la testimonianza scritta di un “io quanto mai inclusivo”.
La contemporaneità, per i mutamenti che sono avvenuti nelle categorie di spazio e tempo, danno l’illusione all’uomo di oggi di vivere in un eterno presente, disconoscendo l’importanza del passato e la prospettiva del futuro.
Due sono le riflessioni che aiutano a comprendere i cambiamenti e le contraddizioni, che la contemporaneità nella sua crisi di portata epocale, mette di fronte al singolo e alla collettività che vive agli inizi del terzo millennio. La prima riguarda la frattura, che negli anni si è sempre più consolidata, fra passato e presente; la seconda si riferisce ai cambiamenti che sono intervenuti nella relazione tra l’Io e Noi.
La competitività, cresciuta in modo smisurato, complice anche il dileguarsi dell’ autorevolezza del superio, ha trasformato gli spazi sociali, riservati allo scambio affettivo, in luoghi dove l’interesse è il vincolo supremo della relazione.
Sono venute così a mancare occasioni, dove l’Io possa essere anche un Noi e il Noi essere anche un Io nel processo di assunzione e di metabolizzazione di stati d’animo legati alla fragilità.
Inoltre, la profondità della crisi culturale ha messo in scacco anche la possibilità di affidarsi ad un io unitario ed indivisibile per la conoscenza di un mondo che non possiede più unità ed oggettività. La conseguenza della mancanza di unitarietà soggettiva e oggettiva ha portato l’uomo di oggi a disinvestire progressivamente anche la sfera metafisica, trascendente ed etica.

A questo punto, l’io di oggi si trova di fronte ad un compito quasi impossibile nell’affrontare una mutazione antropologica, che si presenta così sfaccettata e priva di riferimenti all’assoluto e senza luoghi sociali per riflettere ed orientarsi verso progetti ed azioni compatibili.
Si ha, invece, di fronte una umanità spaesata, dove la comune debolezza, anziché portare all’incontro per governarla, porta allo scontro, o ancora peggio, ad un ritiro solipsistico.
Non si può, tuttavia, negare che il relativismo non abbia reso l’esperienza del vivere più libera e ricca di opportunità, ma è davvero realistico per un io, isolato in un deserto relazionale, conquistare consapevolezza critica e sfuggire alle sirene che in modalità più o meno occulte orientano progettualità e scelte?
La creazione, allora, di luoghi sociali dove sia incoraggiato l’esercizio sia del pensare insieme, che quello di pensarsi insieme, è un efficace antidoto al non lasciarsi pensare da altri.

Le riflessioni e gli interrogativi sin qui emersi e dibattuti sono in sintonia con i contenuti e con il titolo, Elogio della depressione, che il sociologo Aldo Bonomi e lo psichiatra Eugenio Borgna hanno dato al volume appena pubblicato da Einaudi.
I due autori, separatamente e in dialogo tra loro, evidenziano come la relazione fra l’Io e il Noi si sia tragicamente inaridita da quando sono venuti a mancare gli slanci comunitari degli anni ’60 e ’70.
Fragilità e debolezza assunte e condivise possono essere il punto da cui ripartire per unire le persone nel progetto comune di capire e approfondire le tematiche pertinenti alla cornice e all’umanità che essa contiene.
Solo nell’immersione totale delle proprie emozioni individuali e collettive è possibile slegare l’energia per costruire una singolarità e una umanità più compiuta.
Certamente l’esperienza del cambiamento comporta, come già accennato, il vissuto di spaesamento in un caos primordiale ma, solo scavando in quel caos è possibile scovare le entità e le risorse da traghettare alla superficie per amalgamarle con quelle già a suo tempo acquisite.
Allora, la metafora “depressi di tutto il mondo unitevi”, è anche la metafora per parlare di una condizione esistenziale diffusa, un modo per ritornare al Noi per costruire nuovi legami fra il soggetto e il mondo, costretto confrontarsi con le tante contraddizioni della globalizzazione, nella quale tutti siamo immersi.
Tutto per cercare sentieri o magari costruirli per coniugare il dolore e la depressione dell’io singolo con quella del Noi.
Come afferma Borgna, poi, “depressi di tutto il mondo unitevi” è una metafora che ricompone i saperi in quanto va a “intrecciarsi in un contesto sociologico e filosofico con quello psico(patologico) e fenomenologico e l’uno e l’altro si dilatano nei loro significati e si chiariscono”.

martedì 8 novembre 2011

Tributo a Giorgio Celli

(cliccare sulle immagini e poi a sinistra su “show original” e cliccare poi un'altra volta per avere la massima grandezza)





lunedì 7 novembre 2011

Concorso “Un racconto per San Marcello” sc. 31-1-12


La S.O.M.S. “Alfredo Baccarini” di San Marcello P/se (PT)

con il patrocinio di: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Regione Toscana, Provincia di Pistoia, Comune di San Marcello P/se, Comunità Montana Appennino Pistoiese, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Pistoia, TV Libera Pistoia, Quotidiano la Nazione

promuove la sesta edizione del

CONCORSO INTERNAZIONALE DI NARRATIVA E POESIA
“Un racconto per San Marcello - Edizione 2012”

 dotato di medaglie del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato e del Presidente della Camera

REGOLAMENTO

        Il Concorso è aperto a tutti gli autori italiani e stranieri. Si partecipa singolarmente o in gruppo (anche classi scolastiche) con una sola opera inedita di qualsiasi genere (fiaba, romanzo, giallo/poliziesco, storico, comico/satirico, ecc.) purché in lingua italiana.

Il Concorso si divide in quattro sezioni: (per la prima volta anche la sezione poesia adulti)

Sezione A   Racconto per Autori sopra i 18 anni al 31/12/2011
Tema libero, lunghezza massima tre pagine A4, carattere Times New Roman, dimensione 12

Sezione B   Racconto per Autori sotto  i 18 anni al 31/12/2011   (escluso scuola primaria)
A scelta in uno dei seguenti schemi:   a) costruisci un racconto, usando, in ordine cronologico, i seguenti sostantivi:
          incontro, avventura, storia, coraggio, sorpresa, coscienza, povertà, solidarietà, pace...
    b) costruisci un racconto, usando, in ordine cronologico, i seguenti verbi in qualsiasi forma:
         percepire, correre, sconfinare, scrivere, partecipare, migliorare, sorridere, amare, donare
Tema libero, lunghezza massima due pagine A4, carattere Times New Roman, dimensione 12

Sezione C   Racconto per Autori esclusivamente della scuola primaria
A scelta in uno dei seguenti temi:     a) Sulla nave dei pirati alla ricerca del tesoro...
    b) Mi piacerebbe disegnare con il colore della pace...
    c) Ho sognato di trovarmi all'interno di un  cartone animato...
Lunghezza massima una pagina A4, qualsiasi carattere, qualsiasi dimensione.
Solo per la sezione C i racconti possono essere scritti a mano, purché chiaramente leggibili.

Sezione D   NUOVA SEZIONE riservata alla Poesia solo per gli Autori sopra i 18 anni al 31/12/2011
Inviare una sola poesia inedita a tema libero, di massimo 30 versi, mai premiata ai primi 3 posti in altri concorsi al momento della spedizione.

I lavori dovranno essere inviati entro il 31 Gennaio 2012 (farà fede il timbro postale) a:

Giampaolo Merciai, Casella Postale 53, 51028 San Marcello P/se  (PT), in 8 copie dattiloscritte, completamente anonime.

Allegare a parte, in una busta chiusa inclusa nel plico, una nota contenente: titolo del racconto (o della poesia), sezione, nome, cognome, data e luogo di nascita, indirizzo, numero di telefono, eventuale e-mail, e la seguente dichiarazione firmata:
“Dichiaro/iamo che il racconto/poesia presentato/a è inedito/a, opera di mia/nostra creazione e, ai soli fini del concorso,  autorizzo/iamo il trattamento dei miei/nostri dati personali ai sensi dell’art. 10 della legge 675/96”.
Per gli autori minorenni è necessaria anche la firma di chi esercita la potestà genitoriale.

Solo per le sezioni A e D, aggiungere attestazione di avvenuto pagamento della quota di € 15,00 (quindici), quale contributo alle spese di organizzazione, su c/c postale n. 13442504 intestato a SOMS Baccarini, San Marcello P/se (PT). Chi intendesse partecipare a entrambe le sezioni può pagare, con unico bollettino, la somma di € 25,00 (venticinque) anziché € 30,00 (trenta).

Per gli autori delle Sezioni B  e C,  la partecipazione è GRATUITA

Gli elaborati non saranno restituiti e, alla fine del Concorso, saranno distrutti ad opera dell’organizzazione.
Tutte le opere inviate saranno esaminate e valutate da apposite giurie, il cui giudizio sarà insindacabile e inappellabile. Il nome dei giurati sarà conosciuto solo a valutazione avvenuta.

…....../.........
La cerimonia di premiazione avrà luogo in una domenica dal 20 maggio al 10 giugno 2012 a San Marcello P/se. Solo i vincitori e i segnalati saranno avvisati con almeno tre settimane di anticipo, ma tutti i partecipanti sono fin d’ora invitati. I nominativi di tutti i premiati, copia dei verbali delle giurie e il programma completo della premiazione saranno visibili a partire dal 25 aprile 2012 sul sito:  www.somsbaccarini.it e, dopo la premiazione, saranno inseriti nei siti www.club.it e www.literary.it

Per ogni sezione saranno premiati 5 racconti o 5 poesie.

Premi:

Sezione A 1° classificato    500,00 e trofeo
2° classificato    300,00 e coppa
3° classificato    200,00 e coppa
4° e 5° classificati    100,00 e targa personalizzata

Sezione B 1° classificato trofeo + libri
2° classificato coppa + libri
3° classificato coppa + libri
4° e 5° classificati targa personalizzata + libri

Sezione C 1° classificato trofeo + libri per ragazzi
2° classificato coppa + libri per ragazzi
3° classificato coppa + libri per ragazzi
4° e 5° classificati targa personalizzata + libri per ragazzi

Sezione D 1° classificato    350,00 e trofeo
2° classificato    250,00 e coppa
3° classificato    200,00 e coppa
4° e 5° classificati    100,00 e targa personalizzata

Inoltre, le giurie assegneranno alcuni premi speciali a racconti/poesie particolarmente meritevoli per la sensibilità del loro contenuto.
Gli autori delle opere premiate sono tenuti a ritirare personalmente il premio il giorno della premiazione, o delegare una persona di loro fiducia.
Le deleghe non sono ammesse per i premi in denaro.


La Soms Baccarini si riserva di procedere, nel caso lo ritenesse opportuno, alla pubblicazione delle opere premiate e segnalate in un volume antologico della sesta edizione del Concorso “Un Racconto per San Marcello” che sarà presentato il giorno della premiazione.
Durante la premiazione, saranno letti alcuni brani dei racconti classificatisi ai primi 3 posti, di alcuni premi speciali e le poesie premiate.
Per ciascuna sezione saranno segnalati ulteriori 5 racconti/poesie che riceveranno un diploma di merito offerto dal Comune di San Marcello P/se. A tutti gli autori che avviseranno in tempo la loro presenza alla premiazione sarà consegnato un attestato di partecipazione personalizzato.
Con l’adesione al Concorso i partecipanti accettano tutte le norme del presente regolamento e autorizzano la Soms Baccarini alla eventuale pubblicazione delle loro opere senza niente pretendere, sollevandola da ogni e qualsiasi responsabilità in merito al contenuto dei racconti. I diritti rimangono comunque degli autori.


        Soms  Baccarini
                                          Sezione Cultura



Ulteriori premi speciali offerti da: Regione Toscana
Provincia di Pistoia
Comunità Montana Appennino Pistoiese
Quotidiano La Nazione di Firenze
Fondazione Elisabetta e Mariachiara Casini di Firenze


Il bando completo può essere scaricato dai siti:   www.somsbaccarini.it   www.club.it   www.literary.it
Per  informazioni: telefono numero  3381886839   ---   indirizzo e-mail   giampaolomerciai@alice.it


PS.: al fine di agevolare il lavoro della segreteria, si pregano gli autori di inviare le opere prima possibile.

venerdì 4 novembre 2011

News da Marco Guzzi

Carissime amiche e carissimi amici,

in queste settimane di bollettini ossessivi sugli andamenti delle Borse, che o volano o crollano o rimbalzano, a giorni alterni, come uccelli furibondi o razzi impazziti,  e pare che proprio non conoscano l’andatura del passo umano;
in questi mesi in cui sembra che la Salvezza del mondo sia solo nelle mani della Banca Centrale Europea e dei suoi tristissimi ideologi, e le nostre vite dipendano esclusivamente dagli umori dei Mercati, che sappiamo poi in mano a logiche e cervelli sostanzialmente disumani (poveri noi, perciò!);
in queste settimane in cui il bombardamento mediatico sullo “Spread”, su questo nuovo Santissimo, assume il peso di una sorta di Giudizio di Dio, di quotidiana sentenza di morte o di grazia, e non sappiamo proprio dove voltarci per trovare una sola parola di verità, in un annottamento spirituale, culturale, e politico ormai simile ad un coma irreversibile;
in questa rissa planetaria di lingue furiose e micidiali, di idiomi “finanziari” mitragliati giorno e notte senza pietà alcuna, di verbi castrati e urticanti, e di parole che afferrano e lacerano i cuori come ganci da macellaio,
mi pare di comprendere in modo nuovo il dramma messianico:
e cioè il rifiuto reiterato, caparbio, violento, e costante da parte dell’umanità di convertirsi, di cambiare vita, e di salvarsi.

Solo questo terribile schema biblico mi sembra reggere all’impatto di questi anni davvero paradossali, e dare loro un’interpretazione adeguata, e alla fine salvifica, mentre tutte le altre chiavi interpretative a disposizione, quelle sociologiche, economiche, o storico-politiche si sbriciolano nelle nostre mani, mostrando tutta la   loro miseria intellettuale, e cioè la loro spaventosa insufficienza a spiegarci che cosa stia realmente accadendo sul pianeta terra.

Lo schema, in verità, è antico, e permea e struttura già l’intero Antico Testamento:
gli uomini, in poche parole, vogliono ma anche non vogliono essere salvati, vogliono ma anche non vogliono affatto incontrare la (loro) verità, né cercarla sul serio, vogliono ma anche non vogliono imparare ad amare ed investire le proprie energie per curare la propria alienazione folle, la propria pazzia omicida, suicida, e cosmicida. Per cui, ad ogni svolta evolutiva, ogni volta che siamo chiamati a crescere e a liberarci ad un  nuovo livello di profondità, resistiamo con tutte le nostre forze, e ci attacchiamo ad ogni tipo di menzogna e di idolatria del passato, ad ogni puntello interiore di presunzione e di orgoglio, ad ogni “filosofia” o promessa politica o addirittura falsa teologia, ad ogni brandello putrescente di carne corrotta, di potere (nulla) o gloria di cartapesta o di oscena visibilità di questo mondo, ad ogni chiacchiera di portineria o fantasticheria da letamaio, pur di non riconoscere umilmente il nostro fallimento, il nostro straziante bisogno di salvezza, pur di non chiedere perdono per le nostre innumerevoli e pesantissime colpe, pur di non convertirci cioè più profondamente, ed entrare così nel respiro di Dio, nella sua pace, e collaborare a costruire la nuova fase esistenziale e storico-collettiva che si sta aprendo dinanzi e dentro di noi:

“Lo stolto pensa:
Dio non esiste.
Sono corrotti, fanno cose abominevoli,
nessuno fa il bene.
Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo
per vedere se c’è un uomo saggio che cerca Dio.
Tutti hanno traviato,
tutti sono corrotti,
nessuno fa il bene;
neppure uno”. (Salmo 52, 2-4)

Elia, davanti alla cecità che lo circonda, grida disperato:
“Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno rovesciato i tuoi altari
e io sono rimasto solo e ora vogliono la mia vita” (1Re 19,10.14).

Geremia si ritrova anch’egli abbandonato e reietto, con tutti, ma proprio tutti contro: i re di Giuda, i sacerdoti, e tutto il popolo, e finisce quasi per bestemmiare:
“Non mi sono seduto per divertirmi
nelle brigate di buontemponi,
ma spinto dalla tua mano sedevo solitario
poiché mi avevi riempito di sdegno.
Perché il mio dolore è senza fine
e la mia piaga incurabile non vuole guarire?
Tu sei diventato per me un torrente infido,
dalle acque incostanti” (Geremia 15,17-18).

E’ sempre così, è sempre stato così, lo sapevano bene anche Eraclito o Lao Tze, e lo ha pagato caro Socrate: la verità in questo mondo è rifiutata.
Anzi più la sua luce è forte e più non la vogliamo vedere, anche se poi, spesso proprio attraversando muraglie di rifiuti e purtroppo anche di cadaveri, la verità penetra nel tempo e lo trasfigura.

E non è proprio questo schema drammatico che trova il suo compimento e la sua rivelazione definitiva nella vicenda storica del Messia, e cioè del Salvatore per antonomasia? Non è proprio Gesù la sintesi estrema di questa drammatica maledizione dell’uomo, che si autocondanna alla disperazione dell’insensato pur di non affrontare in tempo i cambiamenti che ogni fase di crescita richiede?

“Veniva nel mondo
la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne tra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto” (Giovanni 1,9-11).

Ecco, volevo dire che solo questo schema riesce a soddisfare la mia fame di comprensione di questi decenni terminali dell’uomo bellico estremo-occidentale, dell’io predatorio tecnico-mercantile, disperato e cieco, e perciò sempre più avido e rabbioso, che ormai giustamente si fa governare soltanto dalla ragione spietata di Wall Street o di Bruxelles, e dai suoi sacerdoti sanguinari: ottiene cioè il proprio terribile contrappasso, l’inevitabile catena di effetti distruttivi di una (in)civiltà fondata quasi esclusivamente sui valori della borsa, sulla pubblicità, sul mercimonio delle anime e dei corpi, e sul consumo paranoico e criminogeno di tutto il creato e di tutti gli esseri umani.

In questi anni cioè si sta riproponendo ad un nuovo livello di radicalità e di globalizzazione planetaria il dramma messianico del rifiuto da parte dell’uomo della propria rigenerazione, e cioè di un nuovo orientamento della propria vita individuale e collettiva.
Più si fa evidente la necessità di un simile ricominciamento radicale e più questa evidenza lampante viene negata, rimossa, e cacciata negli inferi corporei dell’inconscio, dove devasta da dentro la nostra vita quotidiana, frantumando cuori e relazioni, anime e popoli.
L’io terminale poi imbastisce ogni giorno la sua stregoneria mediatica affinché l’uomo non capisca più niente, resti nel proprio caos disperato, e quindi non inizi nemmeno a cambiare le cose, perché ormai anche un minimo miglioramento REALE farebbe in verità crollare il sistema…

Ciò che sta accadendo, insomma, e ciò che accadrà domani e dopodomani nei prossimi anni, in modi vari e purtroppo anche catastrofici, è  del tutto chiaro, se lo guardiamo alla luce di un intelletto sano di mente: il già morto (in noi, in Italia, in Europa, e nel mondo) morirà in modo sempre più palese ed eclatante, e il vivo vivrà, manifestandosi come l’unica cosa Vivente: ciò che è già morto sprofonderà nella propria putrefazione/corruzione a livelli crescenti di cupezza e di violenza, e ciò che è già vivo crescerà nella propria forza nascente, pur negata e perseguitata INVANO.

Ognuno sta scegliendo da quale parte schierarsi, che lo sappia o meno, ognuno sta scegliendo il proprio destino, la propria destinazione finale, e anche la qualità umana delle proprie giornate terrene.
Chi umilmente e docilmente, come un bambino, si lascerà prendere per mano dalla vita nascente della nuova figurazione di umanità potrà certamente soffrirne a volte tutte le fatiche, condividerne tutta la solitudine e l’incomprensione, ma percepirà già da ora, e giorno dopo giorno, la vicinanza straordinaria e l’aiuto sorprendente di Chi ci ha creati e ci sta portando, insieme a tutto il pianeta, verso svolte grandiose di nuova libertà e vita:
“Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo, ma io non sono solo, perché il Padre è con me” (Giovanni 16,32).

Rallegriamoci perciò, carissimi, in questa notte, e rinforziamoci nella fede, e cioè nella nostra coscienza illuminata dallo Spirito, che vede già la vittoria compiuta, e gode, già da ADESSO, della vita nuova dell’Uomo, l’infinita beatitudine del suo Respiro, più ampio di questo mondo che si sta strozzando con le proprie mani, e molto, ma molto più duraturo:
“Voi avrete tribolazioni nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” (Giovanni 16,33).

Urge, carissimi, una straordinaria concentrazione interiore per resistere in questa tormenta della storia, per continuare a benedire tra gli strepiti di milioni di voci  maledicenti. Urge una pratica costante di meditazione e di preghiera per continuare a trasmettere luce e a beneficare i nostri fratelli con azioni e parole efficaci, per guarire e consolare, per aiutare i malati, per assistere i poveri, per consigliare i dubbiosi, per confermare nella fede gli incerti, per intercedere per i vivi e per i defunti, e cioè per rivestire la nuova umanità messianica, e dare così un vero nuovo inizio al mondo.

Ecco perché dobbiamo esercitarci e rinnovare la stessa pratica degli Esercizi Spirituali.
La Federazione Italiana Esercizi Spirituali mi ha chiesto di collaborare alla sua Rivista “Tempi dello Spirito”, per la quale ho scritto un articolo proprio sul tema del rinnovamento degli Esercizi, nell’ottica dei nostri Gruppi Darsi Pace.
Potete trovare il testo nella Categoria Nuove Visioni del mio sito
www.marcoguzzi.it:

Nuovi esercizi per un tempo nuovo
La spiritualità cristiana alla svolta dei tempi


Vi segnalo inoltre che sono iniziate le iscrizioni al Corso Intensivo che si svolgerà a Roma dall’8 all’11 dicembre, presso la Comunità di Preghiera “Mater Ecclesiae” (06.3017936). Affronteremo quest’anno un tema di rilevanza capitale, e cioè la crisi e la rigenerazione dei principi maschile e femminile, e la via della loro nuova integrazione/coniugazione sia interiore che relazionale (info su 
www.marcoguzzi.it  www.darsipace.it ).
Vi allego il programma così che possiate diffonderlo e farlo conoscere alle persone che riteniate interessate:

Maschio e femmina li creò
Il segreto delle nozze interiori
e del vero matrimonio

Il sito
http://www.benecomune.net/ ha inserito un Video in cui spiego la problematica che approfondiremo nell’intensivo:

http://www.youtube.com/watch?v=HyK5wxR6rxc



Vi ricordo infine l’uscita nelle librerie del mio ultimo lavoro:

Dodici parole per ricominciare
Saggi messianici

Questo libro, edito da Ancora, tenta di riaccendere la luce di 12 parole su cui fondiamo la nostra esistenza: Ricominciare, Cristianesimo, Speranza, Laicità, Pace, Poesia, Fragilità, Fede, Autorità, Male, Dio, Aldilà.


Grazie, carissimi, del vostro ascolto e della vostra costante vicinanza, e grazie anche della diffusione che fate di queste idee. Speriamo che il raggio della speranza possa dilatarsi nei nostri corpi e nel corpo del mondo, illuminandoci, guarendoci, unificandoci, e donandoci la vera pace.

Marco Guzzi






Maschio e femmina li creò

 Il segreto delle nozze interiori
e del vero matrimonio


Corso intensivo di formazione integrata 
Dei Gruppi Darsi Pace




Con Marco Guzzi


8/11 dicembre 2011



Comunità di Preghiera “Mater Ecclesiae”
Suore Dorotee di Cemmo
Via della Pineta Sacchetti, 502
00168 – ROMA
Tel/Fax 06.3017936
Mater.eccl@tiscalinet.it


Obiettivi e finalità dell’incontro

Viviamo in una fase storica in cui non solo il matrimonio ma la stessa coppia attraversano una crisi radicale. Sembra che il maschio e la femmina umani facciano sempre più fatica a coniugarsi, a creare relazioni durature.

C’è chi attribuisce questo fenomeno all’egoismo crescente, e c’è chi si rallegra di questa fluidità sentimentale. Entrambe queste prospettive, tradizionaliste o progressiste, sono però parziali, miopi, insoddisfacenti.

In realtà stiamo letteralmente riformulando i contenuti storici delle nostre identità di genere, ecco perché entra in crisi la modalità precedente di relazione tra il maschio e la femmina.

Dobbiamo perciò riordinare il principio maschile dell’azione e il principio femminile dell’abbandono dentro di noi, per poter creare relazioni all’altezza dei tempi.
E questo vale per tutti, anche per chi abbia scelto una vita da celibe o da nubile.

In questo Corso inizieremo a comprendere queste dinamiche profonde, per disporci ad un profondo rinnovamento delle nostre vite emotive e affettive.


Metodologia

Nel seminario seguiremo la metodologia integrata utilizzata nei corsi regolari che si svolgono da oltre dodici anni a Roma.
Questo metodo è illustrato nei due manuali: M. Guzzi, Darsi pace – Un manuale di liberazione interiore, Ed. Paoline 2004, e Per donarsi – Un manuale di guarigione profonda, Ed. Paoline 2007.
La base teorica del lavoro è invece raccolta nei volumi di M. Guzzi, La nuova umanità – Un progetto politico e spirituale, Ed. Paoline 2005, Yoga e preghiera cristiana – Percorsi di liberazione interiore, Ed. Paoline 2009, Dalla fine all’inizio – Saggi apocalittici, Ed Paoline 2011, Dodici parole per ricominciare – Saggi messianici, Ancora 2011.
Si cfr. anche www.marcoguzzi.it


Programma del corso intensivo


Giovedì 8 dicembre 2011

18             Arrivo e sistemazione
18.30        Meditazione introduttiva
20.45        Presentazione del seminario:
                 Crisi della coppia: crisi del mondo


Venerdì 9 dicembre 2011

9.15              Lo squilibrio dei principi attivo e passivo e le relazioni
falsate che ne derivano
                Meditazione guidata, insegnamenti ed
                esercizi di autoconoscimento
16             Lavori di gruppo
17             Condivisione in assemblea
20.45        Incontro di fine giornata


Martedì 7 dicembre 2011

9.15               L’armonia segreta tra giusto abbandono
e giusta azione: le vere Nozze
                 Meditazione guidata, insegnamenti ed
                 esercizi di autoconoscimento
16             Lavori di gruppo
17             Condivisione
20.45         Incontro di fine giornata

Mercoledì 8 dicembre 2011

9.15              Credere per abbandonarsi, abbandonarsi per agire:
Cristo, il principio di ogni coniugazione
Meditazione guidata, insegnamenti ed
esercizi di autoconoscimento


Avvertenze


E’ possibile partecipare al Corso secondo due modalità: come residenti e come pendolari.

Quota residenti: Euro 150 più 40 di iscrizione (+ 2 euro a notte per i non residenti a Roma, come tassa di soggiorno imposta dal Comune).
Quota pendolari: Euro 40 di iscrizione più 30 per uso casa.
Costo singolo pranzo: Euro 10.

Per effettuare l’iscrizione è sufficiente telefonare, inviare un fax o una mail
presso la sede del corso (vedi frontespizio).


Il Centro “Mater Ecclesiae” si raggiunge dalla Stazione Termini con Metropolitana linea “A” in direzione Battistini, fino a Valle Aurelia, quindi con treno urbano FS per Viterbo o Cesano o Bracciano, scendendo alla fermata Gemelli.




Per ulteriori informazioni
Sui Gruppi “Darsi pace”:

Generazione Interculturale a Bologna 18-19 nov


Il rischio del vuoto

Una meditazione sulle parole
di Benedetto XVI nel silenzio
della Certosa di Serra San Bruno

Sabato 5 Novembre 2011, ore 15.30
Cantine del Frantoio,
Ingresso dalla Cripta della Basilica
lectio.divina@libero.it

giovedì 3 novembre 2011

The Body. Forme e colori a confronto a Treviso

mostra collettiva a cura di Mara Campaner

Galleria Web Art (www.webart.com)
Barchessa Villa Quaglia, Viale XXIV Maggio 11, TREVISO
Ingresso libero

prima parte : 12 novembre-30 novembre 2011
seconda parte : 14 gennaio-31 gennaio 2012

Artisti

[novembre] Alice Asinari, Giovanna Bartoli, Paolo Battistin, Bernava Angelo, Bettoni Renato, Bianco Lino, Casali Antonio, Cerri Giulia, Anna Colitti, Manolo Dalisa, Francesco De Iure, De Iure Giuseppe, Federica Fidanza, Patrizia Fratus, Maria Galati, Giovanni Mandolesi,
Giliana Mason, Giuliano Giuliani, Anna Guerriero, Mara Iori, Elisa Matarazzo, Marco Mazzurana,  Anthony Moman, Ornella Pedrotti, Daniele
Rallo, Marco Ronga, Pamela Rota, Massimo Sannelli, Fabrizia Sgarra, Flavio Tiberti, Lorena Ulpiani, Andrea Zanoni

[gennaio] Fabio Adani, Giulia Antonelli, Alice Bucco, Simona Catelli, Cristian Ciamporcero,  Alba D’Alpaos, Marta De Giorgi, Giulia Ferretti Micio, Guido Formenti, Roberto Fruggeri,  Anna Gatto, Maria Grazia Innocenti, Antonio Iannice, Janos, Erika Lecchi, Filippo Messina, Gigi Moia, Federico Molinaro, Monjan, Ciro Onda, Angelo Petrucci, Angela Policastro,  Beatrice Riva, Davide Rotella, Marco Saija, Maria Grazia Taddei, Mirko Terrana, Katia Wheel

In questa mostra il corpo è inteso come ogni essere animato o inanimato che occupa uno spazio ed è percepibile attraverso i sensi.
Il corpo può  essere un insieme di funzioni dinamiche complesse, ma anche una struttura complessa non attiva. L’esposizione vuole sottolineare l’importanza del corpo nell’arte contemporanea.

Si ringrazia L’associazione Il Piave