venerdì 30 settembre 2011

Ricordando Straccetto



Una volta chiesi a Toto De Angelis, in arte Straccetto (soprannome  ereditato dallo zio che faceva lo straccivendolo), di descrivermi il quartiere di Roma dove va a svernare giocando a carte in un bar dove è assolutamente proibito l’ingresso ai non fumatori. Mi rispose: Pensa ai Parioli, la Garbatella è uguale,  ha la stessa struttura urbanistica, le case sono identiche, con una piccola differenza: ai Parioli, nello stesso palazzo, abitano una o due famiglie, alla Garbatella, ventiquattro…
Straccetto, nasce a Roma il 31 marzo 1948. In tenera età è colpito dalla poliomielite che lo lascia fortemente claudicante. Ma questo non l’abbatte, si limita ad abbandonare la Chiesa e a professarsi ateo. Dichiara: Se Dio ci fosse, non mi avrebbe fatto venire questa malattia; già ero povero, già abitavo nel ghetto di Roma (non a caso il quartiere viene chiamato “Saigon”), già mio padre passava la  vita dentro e fuori la prigione (quando sono nato, naturalmente  lui era dentro), perché infierire?
A Grazie si presenta, con il suo furgone, per vendere lavanda, ma gli piace osservare i Madonnari, è attratto dalla possibilità di dipingere sull’asfalto e, nel 1982 e ’83, si cimenta come naïf. La sua avventura di Madonnaro inizia nel 1986 e sarà sempre presente, con l’eccezione del 1991.  Nel 2003 ottiene il “Premio Santuario Madonna delle Grazie”, successo che bissa nel 2005, quando ottiene la promozione a Madonnaro Qualificato, “squalificato”e abusivo in tutto, come ama ripetere. Squalificato e abusivo in tutto è il suo best seller.
Toto si vanta di essere stato un assiduo frequentatore dei festival dell’Unità (naturalmente quelli nazionali), sia come Madonnaro che come venditore di lavanda. Conosce Berlinguer quando questi va a presiedere un incontro nella sezione del P.C.I. della Garbatella. Toto fa un discorso che commuove il futuro segretario, il quale, da allora,  non manca mai di salutarlo quando lo incontra nelle feste del partito. Dopo la morte del segretario del P.C.I. la sua immagine diventa un cavallo di battaglia di Straccetto, che gira per l’Italia con Berlinguer dipinto per terra e, successivamente, su tela.
Ma, da bravo conoscitore della strada, dà un colpo al cerchio e uno alla botte.  Una volta, a Bologna, i vigili urbani gli sequestrano la lavanda e lui entra in sciopero della fame. Gli capita di leggere su di un giornale che nella città  emiliana è in programma  un incontro di alti prelati e fra questi Egidio Caporello, Vescovo di Mantova, che aveva precedentemente conosciuto. Decide di essere presente alla sessione della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana), per salutare il suo amico, ma naturalmente, all’ingresso, viene bloccato. Si accende un parapiglia che attira l’attenzione di Caporello, che, pur presiedendo  l’assemblea, lo invita ad avvicinarsi. Quando i due sono di fronte,  chiacchierano un po’ e poi il vescovo, discretamente e in disparte, mette mano al portafoglio, ma Straccetto lo blocca: Non voglio denaro, e anche se mi hanno sequestrato la lavanda non chiedo nulla, sono passato solo per salutare.
E, da allora, Egidio Caporello non si dimentica mai di fare due chiacchiere con  lui durante il tradizionale giro della piazza nel giorno di Ferragosto.
Ma Toto non si ferma alle alte gerarchie, arriva direttamente al Papa. Infatti, quando Giovanni Paolo II viene a Grazie, Toto è vicino a Kurt Wenner allorché viene chiesto al Pontefice se vuole firmare l’opera e, naturalmente, non perde l’occasione per salutarlo e per fargli presente che i Madonnari sono trattati male e scacciati da molte piazze.
Un giorno di maggio del 2011, seduto in un bar con  “il maestro” (come amava farsi chiamare) e Mariano Bottoli,  mi lamentavo per il mal di pancia, allora Straccetto mi ha risposto “Sangiusè, vedrai che passa, io, invece, sto morendo”. E così è stato, in una notte di fine settembre, a Roma, circondato dall’affetto della sua numerosa famiglia, ha salutato e se ne andato.  Ma prima è venuto a Grazie per la Fiera  a prendersi “il dovuto”, la promozione a Maestro Madonnaro e una commovente ovazione della piazza.
Toto “Straccetto” De Angelis non è un’entità che si possa sezionare, disarticolare e analizzare da diversi punti di vista  scrutando orizzonti più o meno vasti: o lo accetti tutto o lo rifiuti. Certe volte si ha la tentazione di affidarlo alle cure di Giuanìn dla masöla (il boia della “galleria” dei miracoli del Santuario di Grazie), ma altre ci si riscopre incantati ad ascoltare questo piccolo grande uomo che non ha fatto della malattia l’àncora sicura per garantirsi la pietà, ma l’ha sconfitta con scelte di vita coraggiose e radicali. Rambo era un minuscolo e insignificante personaggio se paragonato a questo piccolo grande uomo che, da solo, ha sfidato il mondo. E, nella sua maniera, ha vinto.

Vita autentica a Misano



giovedì 29 settembre 2011

BIBLIOTERAPIA. Come curarsi (o ammalarsi) coi libri a Rimini

LE FIGURE DEL MALE

15 ottobre-10 dicembre 2011
biblioterapia 11
Conversazioni di Franco Rella, Lella Ravasi Bellocchio, Padre Enzo Bianchi, Franco Cassano, Nadia Fusini ed Ernesto Ferrero
In anteprima nazionale “Per voce e ombra” del Teatro della Valdoca
Biblioterapia. Come curarsi (e ammalarsi) coi libri – Le figure del male”, terza edizione del ciclo di conversazioni e letture ad alta voce - organizzato dalla Biblioteca Gambalunga in collaborazione con l’Istituzione Musica Teatro Eventi, sostenuto dalla Provincia di Rimini e col patrocinio dell’IBC Emilia Romagna - percorrerà le “figure del male”, uno dei temi su cui l’arte e la letteratura del moderno si sono interrogati più a fondo e che la contemporaneità, con il suo pericoloso “acclimatamento” all’orrore e il suo ritrarsi nell’indifferenza, rilancia con urgenza nel vivere quotidiano. E lo farà attraverso personaggi e pagine divenuti immagini archetipiche per la nostra cultura, narrati a loro volta da autori che se ne sono occupati a vario titolo nel corso del loro lavoro. Che, come è ormai tradizione della rassegna, dalle loro opere partiranno per allargare “il commercio delle idee”, come direbbe Nancy, in conversazioni arricchite dalle letture di testi.
 
Enzo Bianchi
Enzo Bianchi
Per la prima volta, quest’anno, la Biblioterapia intreccerà il suo percorso con Tracce D Nuovo Teatro. “Ad al(a)ta voce” è il titolo della proposta, che porta in scena il tema cardine della Biblioterapia grazie all’anteprima nazionale di “Per voce e ombra”, trio per corpi recitanti e percussioni del Teatro della Valdoca. Al centro, la figura di Caino, nostro fratello d’ombra, cantato dai versi di Mariangela Gualtieri. Inoltre, gli iscritti al ciclo di conversazioni della Biblioterapia potranno estendere il loro abbonamento includendo tutti gli spettacoli del percorso Tracce D Nuovo della stagione teatrale 2011/2012 al prezzo speciale di 50 € (6 conversazioni + 6 spettacoli).
L’altra novità del programma della terza edizione sono le “Voci dalla Biblioteca”, due conversazioni che nascono dalle esperienze di lettura condivisa in Biblioteca Gambalunga, dove da due anni sono attivi tre diversi Gruppi di lettura, frequentati da “persone che leggono nello stesso tempo un libro” (B. Calvo) e si incontrano regolarmente durante l’anno, per scambiarsi la loro esperienza di lettura e approfondire il testo.
 
CALENDARIO
Museo della Città, Sala del Giudizio
Via Tonini 1, Rimini
15 ottobre, ore 17
Franco RellaLe figure del male
Letture dal testo di Giorgia Bondi, Matteo Castellucci, Luca Di Gregorio
29 ottobre, ore 17
Lella Ravasi Bellocchio
Il grido di Giobbe. L'enigma del male in analisi
5 novembre, ore 17
Enzo Bianchi
“…liberaci dal male”
Ad al(a)ta voceLa Biblioterapia incontra Tracce D Nuovo TeatroTeatro degli Atti, ore 21
9 novembre
Teatro della Valdoca
Per voce e ombra
trio per corpi recitanti e percussioni

Anteprima nazionale

17 novembre, ore 21
Franco Cassano

L’umiltà del male
19 novembre, ore 17
Nadia Fusini
Shakespeare, il teatro delle passioni
26 novembre, ore 17
Ernesto Ferrero
Viaggio al termine dell’uomo. L.-F. Céline grande e maledetto
cinquant’anni dopo

Letture di Luca Di Gregorio
Voci dalla biblioteca(ingresso libero e gratuito)
3 dicembre, ore 17
Lorella Barlaam
Etica ed erotica del lettore

10 dicembre, ore 17
Isa Valbonesi
Coltivare il pensiero. La lettura come esercizio dianoetico
 
INFO E ISCRIZIONI
Biblioterapia: La partecipazione è vincolata all’iscrizione al ciclo di conversazioni. La cifra di 32 €, comprensiva dell’ingresso allo spettacolo-concerto Per voce e ombra va versata al momento dell’iscrizione.
Ingresso alle singole conversazioni, vincolato alla disponibilità di posti: 5 €.
Ingresso allo spettacolo Per voce e ombra:12 €.
La partecipazione a Voci dalla biblioteca è libera e gratuita.

Speciale Biblioterapia & Tracce D
Nuovo 50
Gli iscritti al ciclo di conversazioni della Biblioterapia possono estendere il loro abbonamento includendo tutti gli spettacoli del percorso Tracce D Nuovo della stagione teatrale 2011/2012 al prezzo speciale di 50 € (6 conversazioni + 6 spettacoli).
Le iscrizioni sono aperte da sabato 1 ottobre fino a sabato 15 ottobre, presso la Biblioteca civica Gambalunga Ufficio Prestiti, via Gambalunga 27, Rimini (da lunedì a venerdì: 8-19; sabato: 8-13)
Info: Tel. 0541704486 - fax: 0541704480 -
gambalunghiana@comune.rimini.it
www.bibliotecagambalunga.it

mercoledì 28 settembre 2011

È uscita La polvere dietro opera di Graziano Turesso vincitrice del concorso Faraexcelsior

La polvere dietro

di Graziano Turesso

€ 11,00 pp. 64 (Sia cosa che # 89)

ISBN 978 8897441 038

Si può proprio dire che queste pagine crude ed eleganti siano in “mobilità”: il protagonista di questo romanzo breve – vincitore del Concorso Faraexcelsior – ci parla di una realtà intrisa di squallore e di bellezza, sfruttamento e voglia di “farcela” . Le relazioni si consumano, i rapporti si sfilacciano o si corrodono… ma c’è un fondo di mistero in noi e negli altri, una occasione di libertà che ci permette di lasciare il vestito vecchio e di ricominciare da capo con nuova consapovelezza. Attraverso i piedi assumiamo una scala di valori che ci indica l’essenziale, quel qualcosa che ci appassiona e per cui vale la pena andare avanti, condividere un cammino. Nessuna strada è senza polvere, nessuna meta è gratuita, ma se è la nostra, se è vera, ci attira e ci cambia.

E c’era quel silenzio, nella campagna, quando il sole era alto, e i paesi dormivano per non scottarsi… ma chissà dov’erano, e mi sedevo sotto ad un albero, su un sasso che sembrava starci apposta, là.

Mi chiamo Graziano Turesso (senz’aver scelto nome né cognome), ho trentasette anni e li ho vissuti quasi tutti a Como, salvo lunghe parentesi ferroviarie soprattutto toscane. Per ventidue anni sono stato operaio, come una buona parte della mia generazione, finché l’azienda nella quale morivo a poco prezzo ha deciso di produrre gli stessi articoli altrove. Ora, per resistere alla tentazione di andare a vivere su un marciapiede, aprirò una bottega e farò il calzolaio, così potrò anch’io far le scarpe a qualcuno. Nel frattempo, quando scendo dalla mia bicicletta e mollo in un angolo
lo zaino e qualche vecchia macchina fotografica, cedo alla mia più datata tentazione: i racconti. Di solito, ne leggo; qualche volta, come questa, provo a scriverne. Nel 2009 sono stato fra i vincitori del concorso Prosapoetica terra/di/nessuno con il Canto del bosco masticato, inserito ne La poesia racconta 2 (Fara). Sono nato a Cantù (Como) il 2 Gennaio del 1974 e risiedo nella vicina Alzate Brianza.

La carica delle centoeuno a Trieste 30 set 1 ott



lunedì 26 settembre 2011

Una storia straordinaria a Chiari (BS) 1 ott

Siamo lieti di invitarLa alla presentazione del nuovo libro VITTORIO BUFFOLI una storia straordinaria - oltre mezzo secolo di musica italiana che si terrà a

CHIARI (BS) - Salone Marchettiano 
sabato 1 ottobre 
alle ore 20.30 

con la presenza di RENATO ANDREOLASSI giornalista e conduttore televisivo Rai 3
RAY MARTINO il primo cantante europeo ad esibirsi accompagnato da Louis Armstrong
OSVALDO MICCICHÈ noto per avere prodotto numerosi artisti di fama internazionale tra cui Mina e Paul McCartney
LUCIANO TALLARINI maestro della pop art italiana, uno dei maggiori creatori di copertine di dischi in Italia e all’estero

Presenta Claudio Baroni giornalista vice direttore del Giornale di Brescia
Coordina Andrea Puma

Durante la serata sarà trasmesso un video sulle tappe più importanti della carriera di Buffoli, realizzato dal regista ALBERTO CIARAFONI

Cordiali saluti Daniela Mena
GAM EDITRICE -- GAM di Angelo Mena & C snc
Via lavoro e industria 691
25030 Rudiano (BS)
tel. 030.716202 - fax 030.716514
www.gamonline.it



martedì 20 settembre 2011

Sciarpa benefica

Inviamo questo messaggio e chiediamo, se possibile, girarlo a cinque amici pregandoli di fare altrettanto. Dal volantino capirete di che cosa si tratta. Grazie infinite.
Ringraziamo e ricordiamo nella preghiera.

Monastero Domenicane S. Maria della Neve
Pratovecchio – Ar
info@monasterodomenicane.org
www.monasterodomenicane.org



martedì 13 settembre 2011

Leonardo Caffo su «Libero» 13 set 2011

cfr. Libero:  http://bit.ly/nFJ8qy

scheda del libro qui


Cultura  
Responsabilità e volontà: uno sguardo alle azioni della natura umana 
Il nuovo lavoro di Leonardo Caffo, giovane scrittore. Un saggio ambizioso fra approcci folosfici e analisi scientifiche

Responsabilità e volontà: uno sguardo alle azioni della natura umana
Libero-news.it





Fino a che punto siamo responsabili di ciò che facciamo? La nostra volontà è sovrana quando scegliamo d'agire? Cosa c'entrano il capitalismo e la natura umana? Un tentativo, forse un po' ambizioso, di rispondere a queste domande, talvolta cercando di formulare meglio ognuna di esse, attraversa l'ultimo lavoro di Leonardo Caffo (giovanissimo filosofo e scrittore) uscito da poco per Fara Editore. L'autore analizza una serie di situazioni classiche del dibattito contemporaneo in teoria della conoscenza  proponendo, tuttavia, una proficua, e non di rado inedita, interazione fra approcci scientifici e filosofici diversi.  Forse è l'intento ad essere davvero inedito, un intento che ad ogni girar di pagina si costituisce come un suggerimento ad affinare gli strumenti per avere consapevolezza dei limiti strutturali che le società contemporanee, apparentemente libere e libertarie, impongono all’umano che si è radicalmente allontanato da un corretto sviluppo del suo proprio naturale.


La speranza di cambiamento - Intrecciando riflessioni politiche con quelle filosofiche, considerazioni su un'etica dimenticata e sulla natura umana come concetto esistente, ma da cui ci siamo erroneamente emancipati, Leonardo Caffo apre la finestra delle possibilità invitandoci, con convinzione, a dare il nostro contributo per cambiare in meglio lo stato delle cose e recuperare gli aspetti più veri della nostra natura di animali umani portandoci, con un po' di vergogna, ad una domanda a cui ognuno di noi deve rispondere: ma quanto in là ci vogliamo spingere? Nella possibilità di ritrovare una libertà d'azione autentica, ritornando umani e sospendendo la copertura ontologica di cittadini, l’autore è convinto che possiamo ritrovare noi stessi. La tentazione di lasciare tutto immutato, di non alzare un dito contro questo spettacolo perverso, fatto di guerre e carestie, sarà sempre di una forza inaudita. Tuttavia, grazie ad alcune finestre, come quella aperta da Caffo, qualcuno potrà sbirciare vergognandosi e la speranza di cambiamento si fa concreta: divenendo possibile. Un libro che meriterebbe, probabilmente, maggiore visibilità di quella che i piccoli editori riescono a garantire ai propri autori; un ottimo tentativo di urlare un dissenso, trascendente di gran lunga quello giovanile, per una realtà che troppo dà a pochi, e troppo poco a molti. 
13/09/2011

venerdì 9 settembre 2011

Graziano Turesso vince il concorso Faraexcelsior

Con il romanzo breve (o racconto lungo) La polvere dietro, Graziano Turesso di Alzate Brianza (CO) vince la sezione A. (vedi anche la sezione B.).della I edizione del  concorso Faraexcelsior con le seguenti motivazioni (un grazie senito ai giurati Maria Pina Ciancio, Marina Sangiorgi, Saverio Pazzano e Stefano Redaelli):

Un monologo impetuoso, precipitoso, scorrevole, di un giovane proletario che racconta di ragazze, lavori manuali e precari, e un viaggio a piedi nella Lucania di sua madre, per cercare sé e le proprie origini. Ben scritto, con un ritmo vorticoso che incatena alla lettura. (Marina Sangiorgi)

Con l’autorevolezza e la misura di una narrazione in prima persona, caratterizzata da un periodare paratattico né abusato né compiaciuto, l’autore racconta un viaggio di ricerca e ritorno. La focalizzazione sul personaggio principale favorisce l’immedesimazione e sostiene la veridicità del racconto. Bello l'attacco narrativo sinestetico ed il finale, in cui un fugace incontro diventa epifania di ritorno-cambiamento del protagonista. (Stefano Redaelli)


Complimenti a Graziano Turesso che dice di sé: «Ventidue anni in fabbrica, sperando che la lettura salvasse la classe operaia. Che la riscattasse. Poi i padroni c’han detto di svuotare gl’armadietti ed andarcene. Forse han fallito loro, i libri; o forse han fallito gl’operai che non ne leggevano mai. Ma io, che m’ero circondato solo di libri e d’operai? Questa cosa dovranno proprio spiegarmela. I libri.»

Scarica il Certificato Faraexcelsior 2011

Qui sotto l'incipit dell'opera vincitrice e quelli delle altre opere segnalate per essere menzionate in questo blog.

 
La polvere dietro
 di Graziano Turesso

All'odore ci s'abitua, m'avevano detto il primo giorno, poi non lo senti più. M’intristiva da quanto mi faceva schifo, era un aroma rancido che rendeva quelle giornate di lavoro ancora più pesanti ed angoscianti. Il pensiero che ci si potesse abituare a qualcosa di così orribile era perfino più ingombrante e triste di tutto il resto. Poi, passato qualche tempo senza che ne tenessi il conto, smisi di accorgermene. Era stato quattro anni prima, e m'era sembrato impossibile che ci si potesse abituare ad un odore del genere. Così dolce, chimico. Nauseante. Tutte le mattine, all'alba. Tutti i giorni, fino a sera. Ci s'abitua a tutto, mi dicevano. Io no, pensavo, io non m'abituo: abituarsi è perdere.
Quattro anni prima l'avevo deciso io, che avrei fatto quel lavoro. Ne avevo un altro, c'avevo passato cinque anni, da quando ne avevo quindici, e una mattina avevo detto a mamma che mollavo il liceo perché papà era ammalato e i miei fratelli erano bambini e c'era bisogno di lavorare. Era pure vero, ma l'avrei fatto in ogni caso. Il perché non lo sapevo, allora, e non lo so nemmeno ora. Trovai lavoro in una tessitura: ero il più giovane e imparai a fare un sacco di cose, in là dentro. Provarono anche a insegnarmi che qualche volta bisogna chiudere il becco per rispetto, ma quella lezione la imparai più avanti, da solo, per non chieder nulla a nessuno, per non piegar la testa. M'insegnarono certi baci che non conoscevo, due colleghe. Ai più giovani bisogna insegnar tutto. Una mi spiegava cos'amasse fare con il marito; l'altra, nell'altro turno, parlava meno, ma le piaceva baciare e dopo le cene aziendali mi portava a casa in macchina.
Quando me ne andai, a vent'anni, ero un po' meno giovane e mi sembrava di sapere un sacco di cose. C’eran tristezze, è vero, ma viste tanti anni dopo sembrano punteggiatura. La punteggiatura d’un testo che parlava di tutto, che s’infilava ovunque. Sotto al braccio avevo la vecchia macchina da scrivere che m'aveva regalato il proprietario dell'azienda. Cerca di usarla, mi diceva, mi raccomando: non sei mica nato operaio. Ma il giorno dopo l'avevo già cacciata in fondo all'armadio.
Fu per mio zio che decisi di cambiar lavoro, d'andare a lavorare in quella tintoria.
Ci litigavo sin da quand'ero bambino, con lui. Parlava poco, e io meno. Quando parlava picchiava duro. Cominciai a reagire a brutto muso già da bambino, e una volta da ragazzino lo cacciai di casa, dalla nostra, perché aveva preso a male parole mio fratello. La gente lo subiva, perché era davvero in gamba e perché con quelle maniere gli bastava una parola per far tacere chiunque, sempre in malo modo. Io mischiavo ormoni e nervi e quando la pazienza finiva ci litigavo. Quanto l'ho odiato. Quante volte, più tardi, mi son chiesto se non fossero le somiglianze a farmelo odiare, se non fosse qualcosa che c'accomunava a spaventarmi, qualcosa come l'orgoglio. Il suo, il mio. (…)

Opere segnalate

• Glasgow Blues di Luca Paci (Thornton Heath, UK)

Un racconto scritto in terza persona che include i pensieri e le sensazioni del solo personaggio protagonista, in un incastro di rimandi e citazioni letterarie, stralci epistolari, diaristi, monologhi. Costruito su una serie di conflitti interiori, domande, chiarezze, risoluzioni è tutto incentrato sulla ricerca di un senso della propria esistenza e della propria scrittura, che a fine racconto sembrano sostenersi e sorreggersi a vicenda, in una rivelazione etica, forse, umanistica nuova. (Maria Pina Ciancio)

Il tratto distintivo del romanzo è la scrittura: capacità linguistica non indifferente, padronanza sintattica, una discreta capacità dell'autore di evocare i propri autori di riferimento, abilità nel creare un ambiente che il lettore può vivere e respirare. Buona, dunque, la capacità di creare uno sfondo narrativo e di fare agitare, lì dentro, il percorso umano e creativo del protagonista. In questo il lettore si trova coinvolto. Il limite sta nella piega a volte troppo intimistica che il racconto prende, vista anche la sostanziale debolezza dell'intreccio. Ma la fascinazione della scrittura rende più leggera questa mancanza. (Saverio Pazzano)

Luca Paci (Novara, 1970) ha studiato filosofia e letteratura all’Università di Pavia e a Swansea (Galles) dove ha conseguito un PhD sulla teoria della storia in Croce. Ha vinto il premio internazionale di poesia a Giulianova Terme nel 1994 e pubblicato una raccolta di poesie in inglese (The Fine Line, Chanticleer Press, 2005). Ha tradotto e curato l’edizione inglese de La Ragazza Carla di Elio Pagliarani (Troubador, 2006). Ha scritto un saggio su Carmelo Bene ed uno sul travestitismo in Pagliarani. Ha collaborato a Cities, architecture and society con un corto su Londra per la Biennale architettura di Venezia nel 2006. È apparso con una serie di poesie sull’antologia Poesia del dissenso II (Joker, 2006). Ha realizzato il videopoema London Trip-tych con Luke Heeley e Rowan Porteous (Dubious Audio, 2007). Ha contribuito all’antologia Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto, 2008). Ha curato l’edizione di Pro/testo, raccolta di poesie civili contemporanee (Fara, 2009). Vive e lavora a Londra.

Glasgow Blues – diario precario. 
di Luca Paci 

In linea di principio, un libro scritto in prima persona, come lo è questo romanzo, inserisce tra le cose che accadono realmente lo spessore di uno sguardo e l’affermazione di una presenza. La stranezza di questi libri potrebbe dunque provenire da ciò: scritti in prima persona, sono letti in terza. E forse anche da un’altra contraddizione: affermazione di una presenza, sono la storia di un presente. Chi scrive «Io», persino in un libro dal quale si giudica del tutto assente, dimostra senza dubbio una grande compiacenza nei riguardi di se stesso. Poiché affermarsi non equivale necessariamente a mettere più ‘Io’ nel mondo, ma anche a cercare di non mettere nessuno là dove c’è ‘Io’. (Maurice Blanchot) 

Nella lenta atonia di un silenzioso collasso nasce la voglia di prosa. (Cesare Pavese)

§ È solo in questa stanza dimessa. Una lampada illumina il manifesto di una mostra sulla stampa messicana all’Hunterian Gallery, la faccia triste di una delle opere etniche di Ana Maria Pacheco, la riproduzione del Cristo di Dalì sul lago di Cafarnao, un materasso sul pavimento ed un piumone color vinaccia. Appesa al soffitto una lampada di carta bianca ed un piccolo banco impiallacciato in rovere chiaro. La mano impugna la penna.

Interrogarsi sull’inizio non serve; serve scrivere, attraversare la tempesta della pagina bianca. Il libro è già stato scritto da un’altra parte. Un luogo reale o immaginario poco importa. Travolto dalla scrittura il personaggio è già inscritto. Frasi brevi e colme del senso delle arance mature. I numi tutelari troppi per essere nominati e poi lo sappiamo, si scrive sempre sulla cenere per la cenere. 

§ Collocare la scena. Glasgow. Un italiano sui venticinque anni. Il profilo aquilino, lo sguardo inquisitore, una pura e audace voglia di scrivere e scopare. La stessa esplosione creativa in entrambi gli atti. Max dice che non scrive male, ma l’italiano lo mastica poco. Lui ha la testa piena di Nietzsche e crede che un giorno camperà di scrittura. Ha una donna dagli occhi blu che lo ama come la vita, una discreta cultura classica ma parecchia boria e detesta ogni tipo di disciplina. Non riesce a concentrarsi, fluttua periodicamente nel lavoro come negli amori. Vive una vita sregolata senza il coraggio e l’entusiasmo di un decadente. Raccoglie citazioni criptiche ed aneddoti astrusi che trascrive e ammassa in un grande quaderno rosso. Ama l’idea di viaggiare, ma condivide l’opinione di Montaigne: quando si viaggia, il bagaglio più pesante siamo noi stessi. È un nomade che ripercorre sempre lo stesso tragitto, anche se in fondo vorrebbe essere un vero esploratore. (…)


• About Tokyo about Me di Lella De Marchi (Pesaro)

Un racconto intimo, una storia privata, ma anche un viaggio nelle terre lontane del Giappone, alla scoperta di una cultura e di un modo di vivere differenti. Un mondo, quello interiore della protagonista e quello esteriore, scanditi e fusi poeticamente in un tutt’uno, in cui il lettore ha la sensazione di immergersi, quasi fosse “reale”, così distante, eppure vicino. (Maria Pina Ciancio)

Il tentativo di descrivere, attraverso il viaggio in posti esotici, lo stato interiore della voce narrante, non è pienamente riuscito, a mio parere. Inoltre mi pare che l'andamento della prosa sia privo di slancio, del necessario ritmo. (Marina Sangiorgi)

Tokyo e la protagonista si muovono insieme, il lettore può sentire il respiro dell'una e dell'altra. Una scrittura in grado di evocare i tratti distintivi della città giapponese, dei suoi riti e ritmi. Non si tratta della creazione di uno sfondo narrativo: Tokyo è in scena, protagonista tale e quale all'io narrante. Il percorso umano di questo io narrante è interessante, proprio grazie alla scrittura. Una piega a volte troppo intimistica limita la tenuta narrativa. (Saverio Pazzano)

Lella De Marchi è nata a Pesaro nel 1970, dove risiede. Ha pubblicato una raccolta di racconti Racconti Nove (Edizioni Albatros Il Filo, 2007) ed un libro di poesie La Spugna (Raffaelli Editore, 2010), Premio Opera Prima Astrolabio 2010, e finalista in molti ed importanti premi. Sue poesie, haiku, racconti, sia editi che inediti, premiati, compaiono nelle antologie di premi e in blog su internet. Ha da poco terminato il suo secondo libro di racconti Tutte le cose sono uno, finalista al Premio Città di Castello e Premio Jacques Prévert e il suo secondo libro di poesie Metropoli Cosmopolita, segnalazione di merito al Premio Montano. È artista e fotografa. www.lellademarchi.it
 

 About Tokyo about Me  
di Lella De Marchi

La tua memoria sbocca in una prigione perpetua. Là ritroverai sempre gli stessi fiori, le stesse foreste di capelli, gli stessi disastri di carezze. (Louis Aragon)

Gnothis sé autòn (Socrate)

Intro 

Guardo dall’oblò dell’aereo il mondo fermo senza di noi coi suoi colori originari da cartina geografica. Il blu corrisponde al mare, il marrone alla terra, il verde alla campagna. E’ una visione infantile e rassicurante. È un’immagine di archetipica felicità. E mi sento una bambina serena. Dovrebbe sempre essere così il mondo. Forse la serenità è proprio questo. Che le cose restino sempre così come sono state. Come ci hanno accolto. Nel posto in cui ce le hanno indicate la prima volta. Con i colori che avevano la prima volta.
Che tutto resti intatto nella nostra mente. Esattamente come ci è apparso per la prima volta. Guardo dall’oblò dell’aereo il mondo fermo sotto di noi coi suoi colori originari da cartina geografica. E mi accorgo che mi sto muovendo. Quando cammini sulla terra a volte neanche ti accorgi di avere quella terra sotto ai piedi. Cammini sul suo movimento impercettibile. A volte vai all’indietro, a volte vai all’avanti, a volte al contrario, a volte in perfetta sintonia, ma sempre rispetto a quel moto. Spesso non ti accorgi neanche che ti stai spostando. L’aderenza fisica alla terra rivolge in qualche modo il nostro movimento verso l’alto. L’energia fisica della terra si trasferisce nella mente. E dalla terra ricerchiamo il volo. Come i cuccioli degli uccelli pronti a lasciare il nido.
Ma adesso, dall’oblò di questo aereo è la terra che si fa riferimento al nostro desiderio innato di movimento. E sembra immobile. Senza di noi. Dall’oblò di un aereo la terra esiste davvero. La puoi vedere. Ed esercita un’attrattiva gravitazionale irresistibile sul movimento del tuo corpo, mentre è libero nell’aria. Come una madre addolorata che voglia richiamare a sé il proprio figlio disperso.
Sopra le città, i monti, i laghi, il mare, le cose e gli uomini resi invisibili dalla lontananza, il sole sta sorgendo lento e inesorabile. Rotonda certezza di luce sulle cose. Ladro di magia e di silenzi. Di buio, dubbi e incertezze. Affastellarsi indistinto di sogni, desideri, speranze, allusioni, possibilità. La notte sta morendo, dentro al suo rito. Scompare e dietro lei il giorno viene..
Sopra le città, i monti, i laghi, il mare, le cose e gli uomini resi invisibili dalla lontananza, il sole sta sorgendo col suo parlare lento, ma inesorabile. Esisti, caro mondo, esisti. Non puoi nasconderti. Ti scoverò ovunque andrai. Con la mia luce ti vincerò, svelandoti. Sembra che gli dica. (…)



• Che bella compagnia di Alessandra Carlini (Rimini)

Storia di tre sorelle nella Rimini di ieri. La guerra, il dopoguerra, attraverso gli occhi prima desiderosi poi disincantati di Catia, e dell’attore, poi ex attore fallito, Rolando Micheli. Nel testo ci sono errori, incongruenze e ingenuità. Ma il testo si fa leggere con discreto interesse e i personaggi principali sono descritti con attenzione. (Marina Sangiorgi)

Scrittura chiara nella sintassi e nelle scelte lessicali, pulita e senza fronzoli. Questo consente all'autore di ricreare un conteso culturale e storico abbastanza preciso, insieme alla descrizione di ambienti, contesti, situazioni. La trama prosegue piana, in un crescendo nel quale si confrontano ambizioni dei protagonisti, ricerca di felicità, dinamiche familiari, amori e scelte, di coraggio e di convenienza. Sono un po' deboli gli elementi narrativi che tengono insieme queste dinamiche e che avrebbero potuto dare alla costruzione complessiva del romanzo la giusta tensione. (Saverio Pazzano)

Alessandra Carlini  vive a Rimini. Nel 2003 vince il terzo premio al concorso III Millennio indetto da Fara Editore, con il racconto I fiori e la signora M. Nel 2006 vince il primo premio al concorso nazionale di scrittura teatrale Premio San Vitale di Bologna, con l’atto unico La badante nel boudoir, messo in scena con la regia di Angela Malfitano. Nel 2008 viene selezionata per la pubblicazione all’interno della raccolta Storie e versi (Fara Editore), con il racconto Il bianco e il rosso. Nel 2010 viene pubblicata all’interno dell'antologia Un mare di carta (editrice SensoInverso di Ravenna) con il racconto Costruire, andare avanti. Nel 2011 viene messo in scena, con il patrocinio dell'Alma Mater Studiorum di Bologna, il suo testo teatrale Un tè con Ada ovvero La macchina delle meraviglie.

Che bella compagnia 
di Alessandra Carlini

1.
L’estate del 1938 aveva segnato una svolta nelle aspirazioni artistiche di Catia.
Nelle sue lunghe passeggiate, con il fazzoletto in testa per proteggersi dal vento di marina, puntava verso le distese di sabbia e erba per cercare i palchetti traballanti su cui si esibivano le cantanti in decolleté e i tenori in disarmo. Non sapeva bene cosa cercare, ma anche senza volerlo i suoi occhi indugiavano sui volti degli astanti, scrutavano le persone a passeggio, si allungavano fin dentro i caffè, in cerca di una cosa che lei stessa non era in grado di ben definire, di spiegarsi, con quel tono suadente che usava quando – ed era un’abitudine consolidata – parlava alla Catia interiore.
La Catia interiore era superba nel fornire alibi a tutte le reticenze, omissioni, chiusure, ma non dava delucidazioni sul suo vivere senza meta, senza tappe esistenziali che le consentissero di tirare il fiato come un uccello migratore che si posa sul filo del telegrafo.
Si lasciava alle spalle l’acqua sporca dei piatti e filava via sui suoi polpacci robusti, desiderosa degli spazi che si aprivano davanti al mare, svicolando dai conoscenti, ignorando le occhiate dei seduttori balneari, riposando le gambe soltanto seduta davanti alla guitteria ambulante. Sedeva rigida, convinta che la posizione della spettatrice non le si confacesse più di tanto, ma sentendosi ormai stanca di quel mettersi in mostra nel cortiletto della casa a due piani che continuava a dividere con i genitori, in cui la tensione alla rivalità la costringeva a osare, a dire la sua in ogni occasione, a guardare sfacciatamente gli uomini negli occhi per sfidarli a corteggiarla. Si riteneva algida, la Catia, e anche un tantino superiore, ma alcune volte cascava a gambe all’aria pure lei.
Fortunatamente nessuno dei suoi conoscenti la vide rincorrere il mezzo tenore Giusto Malvezzi alla fine dello spettacolo La storia di Melusina, né la videro tagliare la via del camerino – approntato in fretta e furia con lenzuola usate – al fine dicitore Rolando Micheli, perché altrimenti la sua fama di donna svagata e tutta d’un pezzo sarebbe finita. Se con il Malvezzi non ebbe fortuna – il cantante la liquidò con uno sgarbato spintone – con il Micheli, originario di Pennabilli, seppe trovare una chiave a mezzo tra l’adulazione e la provocazione che ottenne un discreto risultato. Si rividero dopo due settimane.
L’estate era al culmine, e il campo in cui si incontrarono secco e torrido. Camminarono lentamente fino ai cespugli più vicini, dove, al primo spiazzo ombroso, il Micheli si lasciò andare pesantemente nell’erba scricchiolante. Catia fece una risatina poi lo imitò, cercando di trattenere l’orlo della gonna che tendeva a risalire pericolosamente la coscia.
Così, a tu per tu, Rolando Micheli rivelò a Catia una collezione esasperante di difetti. La pelle bianca da animale notturno, le braccia sottili di chi in vita sua ha sollevato al massimo un leggìo, il sudore che gli luccicava sulle tempie, perfino l’unghia lunga e sudicia del mignolo della mano destra, tutto le suscitava un certo ribrezzo nonché una sensazione di ilarità. Non era così seducente, dopotutto, e questo pensiero la confortava e la rendeva allegra. (…)


• La borraccia avvelenata di Fabrizio Sparaco (Roma)

Un giallo spedito e coinvolgente dallo stile asciutto e deciso e dalla struttura coerente ed elaborata. I tasselli dell’intreccio appaiono fitti e intricati, tutti incentrati sulla figura del protagonista e i rapporti tra i personaggi, tuttavia quei tasselli sono offerti al lettore in modo abilmente nascosto, cosicché solo alla fine possa riannodarli e risolvere l’enigma. (Maria Pina Ciancio)

Grazie a un buon intreccio narrativo e alla coerenza stilistica col genere – giallo – il racconto si snoda e lascia leggere con interesse. Le soluzioni dell'enigma differite, i personaggi – seppur appena tratteggiati – coinvolgono il lettore nella ricostruzione dei fatti, attraverso iterate ipotesi. Un po' affrettato il finale con l'esposizione della soluzione da parte del narratore (in qualche punto troppo presente nel commentare ed anticipare gli eventi). (Stefano Redaelli)

Fabrizio Sparaco. Romano, una laurea in Scienze Politiche, inizia a scrivere assiduamente nel 2002. È autore di romanzi e opere teatrali. Predilige uno stile narrativo semplice e un linguaggio realistico. Ha esordito nel 2005 con il romanzo Le Furie Rosse (Michele Di Salvo Editore). Nello stesso anno ha pubblicato anche La Caccia (Società Editoriale ARPANet). Nel 2006 ha vinto il premio Letterario Internazionale per inediti Elsa Morante con una commedia teatrale intitolata Il Sindaco. È del 2007 La Piaga (Il Melograno), mentre nel 2008 ha pubblicato L’Eroe (Giraldi editore). Ha vinto la XII edizione del Premio di narrativa italiana inedita Arcangela Todaro – Faranda 2008 Sezione Romanzo con È sempre notte (Bononia University Press). Nel 2009 ha vinto la I edizione del Premio internazionale Stravagario Emozionale con I gatti di Roma, divertente giallo ambientato in una Roma calda e assolata. Nel 2010 ha pubblicato Il biglietto d’addio, un altro giallo con protagonista il commissario Lorizzo.

La borraccia avvelenata 
di Fabrizio Sparaco

Uno Il commissario Lorizzo venne svegliato dallo squillo del cellulare che teneva a portata di mano, sopra il comodino. Avendo il sonno leggero, dormiva con le tapparelle e la porta della camera completamente chiuse. Allungando la mano, acchiappò il telefono. Ancora assonnato, disse. “Che ora è?”
“L’una passata” rispose una voce agitata.
Sebbene gli sembrasse una voce familiare, Lorizzo non riuscì a identificarla. Accese l’abat-jour del comodino, schiacciò un tasto della sveglia e una luce rossa proiettò ora e minuti sul soffitto. Il tizio non lo stava prendendo in giro. Era l’una della prima domenica di maggio. Quella mattina, come tutte le domeniche che non era in servizio, aveva appuntamento alle 07.30 al Fungo dell’Eur con il solito gruppo di ciclo amatori della società Leonida. Stavolta, in palio c’era la tappa del Monte Civita. Una gara molto sentita tra i dilettanti, tanto che un migliaio di corridori accorreva da ogni regione d’Italia. Dopo il sorprendente decimo posto nell’edizione precedente, Lorizzo, nei ritagli di tempo, aveva fatto una preparazione invernale dura e meticolosa e ambiva a salire sul podio. La sera era andato a dormire presto, troppo presto. Il pensiero e l’ansia per la competizione gli avevano giocato un brutto scherzo. Per finire gli ululati di un cane gli avevano dato il colpo di grazia. Rigirandosi nel letto, aveva preso sonno dopo le cinque. Quando alle 6.30 aveva suonato la sveglia, era così stanco che si era limitato a disattivarla.
Lorizzo era talmente incazzato per aver disertato la gara che chiuse la comunicazione. Si alzò e aprì le persiane. Il cielo era azzurro e il sole spandeva una luce abbagliante. La bella giornata aumentò la sua incazzatura. Sulle due ruote dava il meglio di sé proprio con il bel tempo. Avrebbe fatto sfracelli, se avesse potuto partecipare alla gara. Stavolta, Claudio, alias il cannibale, non avrebbe avuto vita facile.
Stava per avviarsi verso il bagno che squillò il telefono. “Sì, pronto?”
“Mauro, sono Gianni” rispose la stessa voce. Il tono era ancor più agitato.
Gianni, detto il Grillo, era il presidente della Leonida. Alto un metro e sessantatre per cinquantatre chili, negli anni migliori, quando la strada saliva, si alzava sui pedali e spariva tra i tornanti, agile come un grillo. Tre anni prima, con il trionfo alla Gran fondo, aveva avuto il suo momento di gloria. Poi, una serie interminabile di malanni fisici lo aveva relegato tra gli outsider. Quest’anno pareva che avesse recuperato lo smalto dei tempi d’oro tanto che le malelingue avevano insinuato l’ombra del doping, dietro le sue performance. Già, il doping era una piaga diffusa anche tra i cicloamatori, forse più che tra i professionisti. (…)


• Quello strano signore con gli occhiali da sole di Alessandro Ranuzzi (Ravenna)

Incontro angelico adolescenziale narrato con partecipazione emotiva non sbiadita dagli anni. La presenza di rievocazioni oniriche sostiene la narrazione sospesa tra mondo materiale e mondo dello spirito di cui Phanuel è mediatore e congiunzione. Superflui ai fini del patto narrativo l’incipit – in cui il narratore si presenta – e il finale un po' moraleggiante; il racconto potrebbe iniziare e finire con la rievocazione (senza interventi commentativi a posteriori). (Stefano Redaelli)

Sono nato a Ravenna 53 anni fa, città nella quale dove tutt'ora vivo e lavoro. Sono sposato e ho tre figli. Sono impiegato in una provveditoria marittima e il mio lavoro si svolge all'interno dell'area portuale ravennate. Sono in possesso del diploma di licenza superiore. Nella mia vita ho fatto diversi lavori e ho abitato in diverse città, quali Milano e Roma. Ho lavorato anche a Londra, città alla quale sono fortemente legato. Ritengo che lo scrivere sia l'attività che più mi abbia gratificato. Il fatto che non abbia raggiunto traguardi importanti non mi ha mai demoralizzato. Io scrivo per il piacere di farlo e sono orgoglioso se quello che racconto riesce a divertire, interessare o stupire qualcun altro.

Quello strano signore con gli occhiali da sole 
di Alessandro Ranuzzi

Mi chiamo Guido Guidi. Per questo nome devo ringraziare l'eccesso di fantasia che sfiorò i miei genitori il giorno che venni al mondo. Avendo passato da un pezzo la mezza età sento il bisogno di raccontarvi una storia che ebbi l’occasione di vivere in prima persona molto… molto tempo fa.
-.- 

Quando il tutto ebbe inizio avevo compiuto da poco i tredici anni e la mia vita fino a quel momento era stata normale. Normale come la vita di un qualsiasi bambino, o ragazzino che dir si voglia, della mia età.
A quel tempo frequentavo la seconda media.
Una mattina, terminata l’ultima ora di lezione, uscii dall’aula e mi avviai verso la gradinata d’ingresso della scuola. Una volta fuori notai una persona all’apparenza strana, che percorreva il marciapiede sul lato opposto della strada.
Indossava uno curioso soprabito grigio scuro, lungo fino ai piedi e il suo incedere lento lo stava portando verso il parco, che distava non più di duecento metri.
Era alto e robusto. Non sembrava essere vecchio, anzi. Aveva i capelli di un colore chiaro non ben definito e non troppo curati, ma nel complesso sembrava una persona a posto. Nel senso che… a prima vista avrebbe potuto essere stato scambiato per un barbone, ma i barboni barcollano. Barcollano perché hanno bevuto. Barcollano perchè gli mancano le forze… Insomma non camminano come camminava lui. Lui aveva un passo sicuro.
Non so dirvi perché, ma mi sentii irresistibilmente attratto da quell’individuo… un uomo supposi. Anche se non gli avevo visto la faccia pensai che le femmine solitamente non vanno in giro conciate in quella maniera. Le femmine sono sempre più eleganti. Anche una barbona, a modo suo, è sempre più elegante di un barbone.
Tornando a quel tipo, avevo anche notato che portava uno spesso paio di occhiali da sole. Sulle prime pensai che fosse cieco, ma non aveva né cane né bastone e il modo in cui si muoveva sicuro tra la folla mi fece scartare quella possibilità.
Lo seguii con lo sguardo finché non vidi che effettivamente aveva svoltato per un vialetto che entrava nei giardini pubblici, per dirigersi poi verso una panchina vicina ad un enorme platano.
Andando contro tutti gli avvertimenti che i miei genitori mi avevano ripetuto fino allo sfinimento, mi diressi anch’io verso il parco.
Ogni fibra del mio corpo mi gridava di tornare indietro.
Ero indeciso, ma non avevo alcun timore. Giunto anch’io all’ingresso dei giardini attesi un pò, poi alla fine mi diressi verso una panchina, una che non fosse troppo distante dalla strada. (…)

lunedì 5 settembre 2011

Alberto Mori presenta Financial a Milano 16 set

Venerdì 16 Settembre alle ore 18:00
Libreria Odradek
Via Principe Eugenio 28  Milano

Alberto Mori

presenta

Financial
Grafica di copertina: Patrizia Casadei (Kaleidon, Rimini)
elaborando una fotografia dell'autore “Le cassette di Rossano” (2005)

Sarà  presente l'autore con reading e riflessioni

Il libro è edito da Fara Editore


Alberto Mori ha la capacità di mettere in scena la parola. Non a caso è un grande performer. Sempre legato all’attualità, magari quella di primo acchito più contingente ed effimera (il mondo della moda ad esempio, di cui ha trattato in Fashion) o meno poetica (i rifiuti di Raccolta, gli oggetti quotidiani di Objects o il mondo della finanza di questa raccolta in cui “Chi prenderà la parola / traccerà la fine dell’oscillazione”). “Ma – come osserva Bonacini nella Prefazione – l’autore non usa la performance poetica per descrivere o esprimere il suo pensiero in un’indagine sull’argomento, egli, (…) infatti, non esaurisce il suo percorso sulla pagina, ma scandisce il suo ritmo con l’esecuzione del corpo fonico intrinseco alla versificazione”. Il tutto giocato con salace ironia, un raffinato uso dell’understatement e del potere evocativo e visionario della poesia.I gesti, i comportamenti, le “strategie”, le bolle speculative, i meccanismi del mercato e i vezzi di chi vi opera… vengono esposti a una luce che ne mette in evidenza le contraddizioni senza bisogno che il poeta li giudichi: il lettore può trarre le sue conclusioni e anche aumentare la propria consapevolezza della realtà in cui si trova immerso: “Finalmente il Top Manager Director / reimposta Asset Operativo / pulsa l’organigramma / inizializza le linee componenti del portafoglio”; “La lista movimenti sbilancia nei passivi / incasellando pendenze / discese fra shoppingare incauto”. Un libro da leggere ad alta voce, da assimilare magari camminando, quasi fossimo anche noi, assieme a Mori, sul palco di questo mondo globale. (Dalla Prefazione di Giorgio Bonacini)


Alberto Mori, poeta performer e artista, in più di vent’anni di attività ha costruito e sperimentato una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video e alla fotografia. Nello stesso tempo, ha collaborato con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Per Fara Editore sono stati editi Raccolta (2008) Fashion (2009) Objects (2010).

website: www.albertomoripoeta.com










domenica 4 settembre 2011

Concorso Idea Donna sc. 27 set



   Terza edizione Concorso
* POESIA,  NARRATIVA BREVE inediti *
    “LUI E LEI –IDEA DONNA”  
  Il sito www.animapersa.net, L’associazione www.circoloculturaleluzi.net
 La “LAGIP Libera Associazione Giardino dei Poeti e Letterati” 
  indicono la  TERZA  EDIZIONE del   Concorso Letterario Internazionale
 Poesia e Narrativa breve “LUI E LEI – IDEA DONNA” 
                                                                                        
 Art. 1)  Le sezioni del Concorso  
di poesia  e narrativa breve sono tre:
 -- POESIA  SEZIONE A   TEMA  LIBERO

 -- POESIA  SEZIONE B   dal  tema :
    “AMARSI… PER  POI  IGNORARSI
     (L’entropia amorosa )

n   SEZIONI  POESIA:   Inviare un  massimo
di due poesie  di lunghezza non superiore
a   30 versi / Inviare  le poesie in 6 copie –
àdi cui 5 anonime e UNA FIRMATA,
con in evidenza i dati personali  completi
 scritti con chiarezza.  Seguire il seguente
 PROMEMORIA=  Sono obbligatori  Nome,
 Cognome, indirizzo completo, Data di nascita,
 telefono domicilio, cellulare, eventuale
e-mail e FIRMA . NOTA: il  Curriculum  
è GRADITISSIMO ma è facoltativo.

 --NARRATIVA SEZIONE C   TEMA LIBERO
 Sono idonei testi  in forma di racconto, o saggio,
 di lunghezza massima 3 cartelle ( 3 facciate)
 Inviare  i testi  in 6 copie -àdi cui 5 anonime
e UNA FIRMATA e con in evidenza  i dati personali 
completi scritti con chiarezza
 Seguire  il seguente  PROMEMORIA=
Sono obbligatori: nome, cognome indirizzo
 completo, data nascita., telefono domicilio,
 cellulare, eventuale e-mail e FIRMA.
Il Curriculum, è graditissimo ma facoltativo.
 Art 2)   PREMI .  
àAL VINCITORE  ASSOLUTO (scelto tra
 i tre primi classificati ) sarà assegnata in premio
 la  PUBBLICAZIONE a cura dei tipi EditSantoro:
  copertina a colori o B/N,  19x21 cm, 30 copie, 60 pg.
Il vincitore designato sceglierà liberalmente
 il proprio testo/i  da pubblicare così come
l’immagine di copertina in b./n. o a colori.
-àAi  due  vincitori rimanenti  cofanetto
con Targa personalizzata
àAi rimanenti  classificati  secondi, terzi,
 quarti,  segnalazioni di merito, menzioni
d’onore, premi speciali:  pergamena
 personalizzata ed eventuali libri.


 Art.3)  Ogni autore partecipante  ha anche
 facoltà, se lo ritiene, di richiedere
 il rilascio di un  Attestato personalizzato
 di Lode alla creatività . Detta attestazione
 a titolo  partecipativo sarà recapitata previo
 invio di 5 euro in contanti o in francobolli
 da 60 cent. alla sede del Concorso.
 In questo caso nella copia con i propri dati
  si dovrà aggiungere  la seguente frase:
  RICHIEDO ATTESTATO
 Art 4)  ISTRUZIONI  PER  L’INVIO:
QUOTA di partecipazione= 10 euro  Si richiede
 che ciascun autore di alleghi il contributo
  in banconota  inserita e  ben
 occultata nella busta; oppure un vaglia
all’indirizzo del Concorso. E’ possibile
 partecipare con più componimenti seguendo
le stesse istruzioni, usando lo stesso plico
 e aggiungendo  specifiche  quote per
 ogni componimento o coppie di poesie
 presentate.
   Art .5)  Inviare il tutto in Posta prioritaria a:
  LAGIP- DANIELA  BRUNI C.
Via  Laureati 89 /  63074-
 San Benedetto Tronto -  AP –
 entro la data del  27 Settembre  2011
 Farà fede la data del timbro postale
   di partenza.
 NOTA= Si  pregano gli autori
 –SE E’  LORO POSSIBILE-
 di inviare le composizioni
con un  CONGRUO ANTICIPO,
onde facilitare le operazioni
di segreteria. Si ringrazia sentitamente!
   Art  6)  I partecipanti  restano titolari dei diritti d’autore. Ricevendo iscrizioni
non rispondenti a tutte le  richieste di questo bando il concorrente non potrà partecipare al Premio. Nessun testo sarà pubblicato  senza l’espresso  permesso dell’autore. Nessun testo sarà restituito né ceduto a terzi. Non è prevista  cerimonia di premiazione. I premi verranno spediti ai vincitori  all’indirizzo da loro indicato, senza alcun tipo di contribuzione da parte loro e  tramite  Poste Italiane. La spedizione avverrà una volta pubblicata la classifica finale cosa che si avrà entro la fine della seconda parte  dell’anno. Il verdetto finale sarà inviato agli organi di stampa cartacei e on line. Chiunque vorrà informarsi in proprio, può consultare  www.circoloculturaleluzi.net nella sez  BANDI LETTERARI o scrivere,o inviare mail a:  polisti@alice.it ; o telefonare solo nelle ore 19-20 al 3484703588
Art. 7)    Ogni autore con la sua partecipazione e la firma sul proprio testo concede tacitamente il trattamento dei dati personali secondale disposizioni della attuale normativa LEGGE sulla PRIVACY. Si ribadisce che i dati degli autori non verranno ceduti a terzi a nessun  titolo ma usati unicamente nell’ambito del Concorso  per  inoltrare, in invio nascosto ed  esclusivo, comunicazioni a carattere culturale. L’organizzazione si riserva la facoltà, se obbligata per cause di forza maggiore  di apportare modifiche minime  alle procedure e ai tempi qui indicati. L’organizzazione non risponde di inconvenienti attribuibili ad altri come mancati recapiti e  smarrimenti da parte di  Poste Italiane e mancati arrivi al destinatario di e-mail.
 La partecipazione al concorso “Idea Donna”implica la piena accettazione di tutti gli articoli del presente bando e con essa gli autori dichiarano tacitamente che: a)accettano l’invio di e-mail culturali al loro indirizzo di posta elettronica da parte dell’organizzazione.
b) le opere presentate sono frutto della loro creatività e che quindi non risultano essere plagi o rielaborazioni di altri autori: sollevando gli organizzatori da qualsiasi responsabilità. L’operato della giuria è insindacabile.
Per ulteriori  informazioni:   polisti@alice.it  oppure  animusfrance@gmail.com 

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  I VINCITORI della  Seconda Edizione
SEZIONE A -  
Poesia sul tema: Una donna indimenticabile

1 class. VINCITORE ASSOLUTO:
Vanina VIVIANI  di Uggiate Trevano –Como
con il componimento: Giallo Incerto.
2 class. Gerardo Nardozza  -
Rionero Vulture- PT
3 class   Tiziana Monari –Prato
4 class   Ines Scarparolo –Vicenza
5 class   Giorgio Valdes Sestu –Cagliari
Segnalazione:  Anna Maria Obadon -Ancona
Menzione d’onore Lucia Luceri –
 S. Lazzaro  Savena –Bologna

-  SEZIONE B-    Poesia a tema libero
1 class. VINCITORE ASSOLUTO
 Rosario MASTROTA  di Roma
con l’elaborato: Follia.
2 class.  Giancarlo Angelici - Genova
3 class   Caterina De Martino- Catania
4 class   Giuseppe Mandia – Corciano - Perugia
5 class   Carla Colombo- Imbresago LC
Segnalazione  Anna Laura Cittadino -Rende -CS
Menzione d’onore  Maria Grazia Frassi –
Robecco D’Oglio- Cremona

- SEZIONE C-    Racconto breve
1 class. VINCITORE ASSOLUTO:
 Elsa ZIGHETTI di Trieste 
 con il racconto: Solo una lettera.
2 class. Claudia Carraro -  Dolo - Venezia
3 class  Mario Aliprandi - Olginate LC
4 class  Virginia Grassi  - Potenza
5 class  Isabella Pizzicotti – Ferrara
Segnalazione  Vittorio Sartarelli - Trapani
Menzione  d’on. Lenio Vallati - Zavorrano-GR
TARGA  speciale alla creatività a
Teresa De Gaspari Marzialetti
RICONOSCIMENTI  speciali.
 Conferimento quale protagonista della Cultura.
Rosario Galdi – Patrizia Basilico- Simona Aiuti
 – Donato Ladik- Alessandro Corsi-
Claudia Grendene - Simone Giunti-
Giovanna Ranzato -Raffaella Frese-
Agostino Marano-.Luca Giacometti-
Matteo Figliola-Marinella Fois-
ATTESTATO Giorgio Guarnaccia-
Emanuela Bertello -Giuseppe Montaquila-
Ernesto Papandrea – Giuseppe Bennardo-
 Fabio Amato- Giuseppe De Matteo
Crescenza Caradonna- Daniel Solero-                                                       
    

  


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I  VINCITORI  DELLA  PRIMA  EDIZIONE

                     
     SEZIONE  NARRATIVA  BREVE 
VINCITORE ASSOLUTO:
 Rodolfo Vettorello -  Milano 
con l'elaborato "ISABELLE"
2.o class. Claudio Beccalossi-Verona
3.o class.  Elsa Zighetti -Trieste
4.o class.  Danilo Tabacchi –Carpi - Mo
5.o class.   Alba Coglitore - Palermo
Menzione   Bruno Benedetti -Terni
Segnalazione  Silvio Madonna -Pescara
 SEZIONE  POESIA 
VINCITORE  ASSOLUTO:
Marinella Fois  Capoterra - ( Cagliari )
 con l'elaborato "NON DORMI STASERA"
 2.o class. Fabiano Braccini -Milano
3.o class. Caterina De Martino -Catania
4.o class. Marzia Famiglini- Porto Recanati - Mc
5.o class. Fulvia Marconi – Ancona



Menzione Ludovica Mazzuccato
 S.Martino di Venezze  Ro
Segnalazione Gabriella Maddalena Macidi
Malo –Vi


Conferimento speciale
 quale protagonista attivo della cultura agli artisti:
Elisabetta Freddi -   Miriam De Michele- 
 Maria Teresa Montanaro-  Teresa 
Marzialetti De Gaspari-   Ines Scarparolo-
  Armando Romano-   Laura Ficco- 
 Maria Clara Nardi-       Onorina Lorenzetti- 
  Elena Auddino-   Giuseppe Lucca- 
 Agatina Motta-    Maria Pia Silvestrini-
 Carla Colombo-    Giuseppe Verga - 
  Maria Rosaria Calafati -    Salvatore Macrì -       
 Federica Galli -     Daniela Basti -  
  Alfonsina Campisano Cancemi-  
 Gloria Venturini - Sonia.M.R.Gagliardelli - 
  Dino Dispenza-     Tiziana Monari-   
 Marilena Ferrone-