mercoledì 27 maggio 2009

Donne venute da lontano a Rimini 3 giu



Ciao in allegato l'invito per una serata di letture ( con accompagnamento di musica dal vivo e originale) di testi prodotti da donne "venute da lontano" in un laboratorio di scittura autobiografica. Il locale nel borgo è bello e accogliente, col giardino; si può cenare a buffet (aperitivo) a prezzo molto modico.
A mercoledì prossimo.
Mariolina


Fotoracconto poggiobernese

Ecco alcune foto (in gran parte scattate da Andrea Parato, che ringrazio e che trovate nascosto nelle foto di gruppo) dell'incontro

Oltre la Romagna

tenutosi presso la Biblioteca di Poggio Berni il 21 maggio 2009

Vincenzo Celli


Stefano Bianchi

Samuel Kalejaiye












Nicoletta Verzicco

Guido Passini

Enrica Musio

Caterina Camporesi


Alessandra Carlini



Darsi Pace news

Cara/o,

questi sono i nostri ultimi contributi:

La cura dell'orto di Antonietta Valentini
Sdoppiamenti di Antonio Finazzi Agrò
Pierre Teilhard De Chardin - una regola per tutti di Marco Falconi
Far pulizia... per accogliere il nuovo di Lauretta
L'altalena della fede di Alessandro Ciarella
Proposte di senso di Domenico Parlavecchio
La predica più bella di Giorgio Bonati
Yoga e preghiera cristiana di Marco Guzzi

Un caro saluto dalla redazione di www.darsipace.it

lunedì 25 maggio 2009

Fara a Libri in piazza 29-21 maggio


www.comune.traversetolo.pr.it






Librinpiazza 2009
4 edizione mostra media e piccola editoria

Per il quarto anno consecutivo ritorna a Traversetolo Librinpiazza la mostra della piccola e media editoria. Tre giorni di incontri con gli autori, tavole rotonde, presentazione di libri e di case editrici.
Ecco il programma nel dettaglio:

Venerdì 29 maggio

ore 15,30 - Inaugurazione e Apertura stand
Intervengono: Alberto Pazzoni, Sindaco di Traversetolo e Gianni Guido Bellini, Assessore al Commercio e Attività Produttive di Traversetolo.

PRESENTAZIONE LIBRI E INCONTRI CON GLI AUTORI
dalle 16,00 - 19,00:
A scuola con il cuore - Mauro Reggiani - IL LIMOGRAFO
Ciao bella fuga, romanzo atipico per lettori edonisti e (poco) bigotti - Vincenzo Gueglio; Appuntamento con il drago - Enrico Rovegno; La strada era tortuosa - Don Luigi Canessa - GAMMARò EDITORE
Luigi Beccarelli: da Borgotaro a Cronovilla passando per Parigi - Anna Mavilla - Centro Studi Valli del Termina
William Shakespeare ovvero John Florio, un fiorentino alla conquista del mondo - Saul Gerevini PILGRIM EDIZIONI

Sabato 30 maggio
PRESENTAZIONE LIBRI E INCONTRI CON GLI AUTORI
dalle 10,30 alle 12,30:
“Viaggiando intorno al Monte Fuso”; “Matilda dei Gratiasi Quid Est”; “Dal catasto al terreno, ricostruzione cartografica del territorio di Campora - Adriano Cappellini - Centro Studi Val Termina
La Signora dei Vini - Stefania Cavazzon - PUBBLISFERA
Ricette di Guerra 1940-1944 per una Cucina semplice semplice; Le ricette di Maria Montessori cent’anni dopo - Leonardo de Sanctis e Giovanna Alatri - FEFè EDITORE

dalle ore 15,00 alle 19,00:
I merli del giardino di San Paolo - Giancarlo Baroni - CASA EDITRICE MOBYDICK
Senza fiato. Poesie e testimonianze (sulla fibrosi cistica) - Guido Passini; Fragile (una storia di anoressia e angeli) - Laura Bonalumi; Il primato della pietà (racconti che fanno epoca) - Nino di Paolo; Il silenzio della poesia (l’evoluzione dei versi) - Riccardo Burgazzi; Nella borsa del viandante. Poesia che (r)eiste - Chiara de Luca (curatrice), Luca Ariano, Martino Baldi, Anila Resuli, Matteo Fantuzzi, Fabiano Alborghetti, Francesca Matteoni, Daniele Mencarelli - FARA EDITORE
Templari - Salvatore Vasta - ARMANDO SICILIANO EDITORE

dalle 21:00: presentazione sestina finale del premio nazionale Bancarella

Domenica 31 maggio

PRESENTAZIONE LIBRI E INCONTRI CON GLI AUTORI
dalle ore 10,00 alle 12,30:
La luna sporca - Dina Ravaglia; Il mosquito d’Isola Serafini - Stefano Longeri - CASA EDITRICE EDIZIONI PONTEGOBBO
Ragguaglio delle antiche misure: il rapporto fra le vecchie misure dei ducati di Parma-Piacenza e Modena-Reggio Emilia col moderno sistema metrico decimale - Vittorio BOcchi -ANTICHE PORTE EDITORE
dalle 11,30 fino a fine degustazione:
Nduja - Antonio Pugliese - ARMANDO SICILIANO EDITORE (presentazione libro e degustazione)

dalle ore 15,00 alle 19,00:
Il segreto del poeta (romanzo sulla vita di Chrétien de Troyes) - Paolo Galloni; Il rosaio d’inverno (poesie a piedi scalzi) - Roberta Borsani; Il resto a voce (liriche) - Colomba di Pasquale; Prima vita (poesie/racconto) - Stefania Crozzoletti; Vita in rosso...un cuore violento (ruggiti poetici) - Stefano Cattani; Fashion (quando il verso si fa moda) - Alberto Mori - FARA EDITORE

dalle 17,00 alle 18,00:
Tavola rotonda: Un contrappunto di voci nascoste: dietro al successo di un libro - Natascia Pane, Sergio Auricchio, Piero Spotti, Teresa Giulietti, Erica Boffi; Tavola rotonda: Il gazebo delle lettere. Cara Jo - Rosa Gargiulo; Cesare Paradiso - autore indedito; Cotta di Dio - Luigi Raciti; Mauro Ursino - autore indedito; L’ora più silenziosa - Claudia Sfilli - CASA EDITRICE CONTRAPPUNTO

dalle 18,00 alle 19,00:
Lo stadio più bello del mondo - Luca Farinotti - CASA EDITRICE CLANDESTINE

LE CASE EDITRICI E LE AGENZIE PRESENTI

AGENZIA CONTRAPPUNTO (Torino)
Contrappunto è uno Studio di professionisti agenti letterari e consulenti editoriali internazionali specializzati nel management culturale, letterario ed editoriale. Nato a Torino nel 2002 Contrappunto opera al fianco di scrittori e saggisti come di editori, di organizzazioni come di imprese culturali. Caratterizza lo Studio un approccio fortemente orientato all’economia, all’inquadramento dei processi editoriali nel più generale contesto dei mercati culturali, all’attenzione per i flussi relazionali e all’aggiornamento continuo e costante dei professionisti afferenti. Sul mercato italiano, distingue inoltre Contrappunto un impegno decisamente rivolto all’innovazione dell’identità e del ruolo della Literary Agency. Contatti: tel. 011 197 198 29 - Fax: (+39) 011 197 198 43 - info@agenziacontrappunto.com; http://www.agenziacontrappunto.com
ANTICHE PORTE EDITRICE (Reggio Emilia)
Nasce nel 1997 con l’obiettivo di recuperare la storia, l’ambiente e le culture locali che impreziosiscono le mille realtà d’Italia. Ha all’attivo tante pubblicazioni legate a questi argomenti, organizza inoltre appuntamenti, incontri e convegni legati a questi temi che vuole sviluppare perseguendo una qualità sia formale che sostanziale. Pubblica inoltre un trimestrale chiamato Gli appunti dove questi argomenti sono sviluppati in forma maggiormente divulgativa.
ARMANDO SICILIANO EDITORE (Messina)
Quest’anno l’Armando Siciliano Editore festeggia i ventidue anni della sua esistenza. Nel 1987 inizia con collane una collana di sociologia, per coninuare poi con testi di filosofia, romanzi e poesie.
Molti i libri di forte denuncia sociale: Le mani sull’Università, Le origini della mafia sui Nebrodi, Figlio di partito, Presidente per una notte, Tra Separatismo ed Autonomia, Il caso Spanò, Graziella Campagna, ecc.
Tanti altri sul recupero della tradizione: Civiltà contadina, Indovinelli siciliani, Alla ricerca delle radici, Vendemmia e mietitura nella Sicilia del Novecento, Messina prima e dopo il terremoto. Tra gli ultimi: Quando gli Americani scelsero la Libia come “nemico”, Isole Eolie. Storia, tradizioni, cucina, A tavola con lo chef, La memoria e la parola. Contatti: http://www.armandosicilianoeditore.it - tel. 090/71.13.59 - fax 090/71.13.59
CASA EDITRICE PUBBLISFERA (Cosenza)
La casa editrice Pubblisfera di San Giovanni in Fiore Prov. Cosenza, opera nel settore dell’editoria da circa un ventennio. Le sue pubblicazioni comprendono testi di interesse scientifico, naturalistico, storico, letterario, poetico, ecc.. di autori vari. Ha pubblicato alcune opere di ricerca e statistica di interesse nazionale per conto di Enti Pubblici (CNR , Università ecc.).
Sebbene operi in tutto il territorio nazionale, promuove soprattutto quello calabrese, e in particolare San Giovanni in Fiore, nella figura di Gioacchino da Fiore collaborando da molti anni con il Centro Studi Gioachimiti con il quale ha pubblicato opere di interesse internazionale sul l’Abate calabrese.
CENTRO STUDI VALLI DEL TERMINA (Neviano degli Arduini - Parma)
Il Centro Studi “Valli del Termina” è nato per riportare alla luce la storia e le tradizioni del Comprensorio delle Valli del Termina, cercando di riscoprirne le origini, la cultura e le risorse naturalistiche. La passione che unisce i Soci trova motivazione nel desiderio di trasmettere alle nuove generazioni le conoscenze ed i valori del passato da cui trarre, quale comune patrimonio ereditario, spunti preziosi per rivitalizzare la nostra terra in modo equilibrato e rispettoso delle sue vocazioni.
Contatti: www.parmaest.it/centrostudi
EDIZIONI CLANDESTINE (Marina di Massa)
Edizioni Clandestine propone un catalogo con oltre 200 titoli suddivisi in narrativa, classici, saggistica e poesia; dal 2007 la casa editrice si è sempre più orientata verso la pubblicazione di storie vere e saggi d’interesse internazionale, affiancati a romanzi, italiani e stranieri, di alta qualità.Contatti: tel. 0585 784698; http://www.edizioniclandestine.com
EDIZIONI PONTEGOBBO (Piacenza)
La casa editrice nasce nel 1994 con l’intento di pubblicare guide turistiche di località spesso ignorate dal grande pubblico ma ricche di fascino, bellezze naturali e opere d’arte. Nasce così la collana “Itinerari di Natura e d’Arte”. L’altra collana di punta è “I girasoli”, una pubblicazione quadrimestrale distribuita anche nelle edicole e all’estero, suddivisa in 4 filoni: storia (resistenza), saggistica, biografie e humor. Il catalogo comprende inoltre libri sportivi, per bambini, narrativa e noir.
Contatti: info@edizionipontegobbo.com, http://www.edizionipontegobbo.com
Fara Editore (Rimini).
è nata nel 1993. Il suo marchio è un carattere cinese arcaico che significa “parola, dire, esprimere”. Il nuovo millennio ha bisogno di idee che non siano meri ed astratti fantasmi, ma la sintesi di valori fondanti che possano aiutare l’uomo a crescere in consapevolezza e in capacità di azione. I libri di Fara vorrebbero aiutare a rendere un po’ più chiaro e definito il senso delle parole chiave dell’uomo. Contatti: http://www.faraeditore.it; info@faraeditore.it
FEFè editore (Roma)
è una società di servizi editoriali e della comunicazione, attiva anche nell’ideazione e gestione di eventi culturali. E’ nata nel dicembre 1991. Dal dicembre 2005 FEFÈ EDITORE ha intrapreso un nuovo ramo nella propria attività, pubblicando i primi titoli di due collane a carattere letterario. Contatti: fefe.editore@tiscali.it -
Gammarò editori (Sestri levante)
Il mercato della editoria globalizzata è saturo di prodotti, ma povero di occasioni; noi desideriamo fornire ai lettori ciò che non trovano in quel mondo: incontri con temi, opere, autori importanti ma trascurati dalla grande editoria: sorprese, curiosità, piacevolezze, qualche volta provocazioni, sempre onestà intellettuale. Gammarò può aprire il proprio dialogo con la cultura italiana: con le persone che in questo paese pensano, scrivono, leggono, cercano di capire se stessi e il mondo. Contatti: http://www.gammaro.it; info@gammaro.it, http://gammaroeditorisestri.blogspot.com
Il limografo (Parma)
La Casa Editrice offre un servizio di Print On Demand di stampa digitale indirizzato alle scuole e finalizzato a soddisfare ogni esigenza di pubblicazione a tiratura limitata per la stampa di libri e materiale didattico realizzati da alunni ed insegnanti. Si occupa di tutte le fasi di pubblicazione. Contatti: book@limografo.it; www.limografo.it.
MOBYDICK EDITORE (Faenza)
Mobydick è una realtà fondata nel 1985 che si concretizza inizialmente con la pubblicazione della rivista “Tratti”. Ma rapidamente l’editrice allarga il proprio raggio d’azione, muovendosi verso tutti quei lettori interessati a scritture inedite, non omologate. Nascono così I Libri dello Zelig - narrativa contemporanea, italiana e straniera; Lenuvole - in cui si dà spazio alla poesia, anche in dialetto e in lingue minoritarie; Lunaria è la collana di “classici” in prima traduzione per l’Italia; Con l’originale collana di audio-libri Carta da Musica si è ricercata la reale commistione di note e parole per progetti diventati poi spettacoli. Contatti: Telefono e Fax 0546.681819; info@mobydickeditore.it; http://www.mobydickeditore.it/

Pilgrim Edizioni. Pellegrini dell’Anima (Massa)
Collane di Narrativa, Poesia e Saggistica, Narrativa fantastica e fantascientifica. Testi iniziatici, olistici e metafisici.
La Pilgrim, come un pellegrino accorto di ritorno verso casa, ci ricorda che non occorre andare lontano per trovare ciò che migliora la nostra vita, per donare amore. A Casa Pilgrim coltiviamo il Qui e l’Ora, piante magiche del nostro giardino.
info@pilgrimedizioni.com; www.pilgrimedizioni.com.



Date da venerdì 29 maggio 2009 15.00 a domenica 31 maggio 2009 20.00
Luogo Piazza Garibaldi, presso Lino's coffee, Traversetolo (PR)

mercoledì 20 maggio 2009

Aperitivart a Solofra

giardini di Palazzo Orsini, Solofra (AV)


Associazione La sede dell'estro di Antonio D'Alessio



Guido Passini intervista Laura Bonalumi


respirandopoesia.altervista.org


HO FATTO TREDICI CON...


LAURA BONALUMI



Ho il piacere di aver conosciuto Laura Bonalumi e aver apprezzato i suoi due libri editi da Fara Editore.
Come mia prima intervista scelgo Laura per quanto ho apprezzato il suo libro Fragile, per quanto, in un qualche modo nello scrivere e nel presentare emozioni siamo molto vicini.
Ma torniamo a parlare di Laura: Laura Bonalumi, quarantenne milanese, è una creativa pubblicitaria che ha scoperto la passione per la scrittura e, felice, sfata il mito: “Gli art director non sanno scrivere!”
Sposata, è mamma di due bambine.
Ha pubblicato Wild iris (Editrice Nuovi Autori, 2002); Gli occhi del mondo (Fara Editore 2006); Fragile (Fara Editore 2009).


Ciao Laura, se ti senti a tuo agio passiamo quindi alle domande:

1) Cosa ha spinto Laura ad iniziare a scrivere?

Scrivere è voler bene a me stessa. Chiudere fuori il mondo e godere del silenzio che c’è dentro di me. Ascoltare i miei sentimenti profondi, scegliere quelli più forti, a seconda del momento, e buttarli sul foglio, quasi fosse un amico, l’amico più caro al quale confidare una parte di me.



Hai perfettamente ragione, è un modo per capirsi, ascoltarsi. La prossima domanda quindi mi viene spontanea:
2) Secondo te quanto la vita dell’autore incide sulla scrittura di un libro?


Totalmente. Adoro l’inverno, la neve, il freddo e la cioccolata: difficile trovare un mio scritto che parli dell’estate, del caldo, del sole che brucia.
Sono donna e scrivo storie di donne, sono mamma di due bimbe, il rapporto madre-figlia lo vivo con molta responsabilità e torna spesso, quasi sempre nei miei testi.
Sono un pubblicitario (è il lavoro cha ha occupato per più anni la mia vita) quindi ho il “vizio” di osservare la gente, studiarne le abitudini, provare a capirne i comportamenti.


Lo si percepisce dai tuoi libri questo tuo modo di osservare, ma visto che parliamo di comportamento passiamo alla prossima domanda:
3) Quanto incide secondo te l’editore su un libro? Cosa ti ha spinto a scegliere Fara?


Torniamo allo stesso punto: la sensibilità. Alessandro Ramberti (l’editore), è una persona che riesce a trasmettere emozioni. Ha un grande rispetto per il lavoro degli autori, i suoi suggerimenti sono sempre “misurati”, riesce a selezionare opere che arricchiscono il lettore, e poi, sapientemente riesce ad unire tutti con la sua instancabile voglia di fare.


Personalmente apprezzo molto il rapporto che si instaura tra l'autore ed Alessandro, perchè il più delle volte va oltre il semplice contratto di lavoro.
La prossima domanda è più semplice....
4) Quale romanzo avresti voluto scrivere?


I ragazzi della via Paal (di F. Molnar). Una storia di ragazzi che insegna molto ai grandi. Un capolavoro.


5) C’è un autore da cui prendi spunto nella stesura dei tuoi romanzi?


No. Io “scrivo come mangio”, non potrebbe essere diversamente. Mi spiego: non è presunzione, ci sono tanti autori che ammiro, ma non potrei mai cercare di emularne uno; come dicevo: è la mia personalità che muove la tastiera e non potrebbe essere altrimenti.


6) Nei tuoi libri, come nella risposta alla domanda numero 4, ho riscontrato una netta predisposizione all’ambito sociale, è un tuo modo di riportare alla luce dei fatti, o riportare una riflessione al lettore?

Entrambe le cose. Prendo il quotidiano che più mi coinvolge, prendo un’esigenza che viene da un momento particolare, da un periodo contrassegnato da fatti importanti e cerco di trasformare l’emozione che viene in una possibile storia. È, in ogni caso, anche una speranza. La speranza che qualche lettore si fermi, colga l’occasione per riflettere, per discuterne magari con qualcuno. Questo è l’obiettivo: stimolare la riflessione e il dialogo.


Anche tu avrai oltre al periodo anche una _base_ di appoggio, un suporto, quindi:
7) Chi è la prima persona (oltre te) a leggere i tuoi scritti?


Mio marito, mia sorella, i miei genitori. Sì insomma, i fan più accaniti!



8) Qual è il sogno della scrittrice Laura Bonalumi?


Riuscire a trasmettere emozioni.



Sarebbe scontato, ma te lo assicuro che il tuo sogno è costantemente avverato....
9) Cosa vorresti da un lettore?


Grazie: mi sono emozionato.


Ti accontenti di poco eh?
10) Cosa ti piace di più del tuo modo di scrivere?


La sincerità. L’onestà della parola. Un caro amico, Alberto Mori, poeta eclettico, un giorno, a proposito della scrittura mi disse: “Il mare è il mare”; e così deve essere.


Siamo agli sgoccioli Laura, andrei ancora più sul personale per la prossima domanda:
11) In realtà chi è Laura?


Questa è una domanda alla quale non so rispondere. Conosco abbastanza bene me stessa, ma non riesco ancora a “raccontarmi”. Penso sia pudore.



C'è chi dice che ognuno è ciò che scrive... ma altrettanto vero forse che ognuno è ciò che legge....
12) Cosa legge Laura nel tempo libero?


Mi piace la letteratura americana: Cathleene Shine, Ann Patchett (l’ultimo romanzo Corri è molto intenso). Cerco storie di donne, racconti che mi portino nelle città del nord America. I classici sempre da rispolverare, e poi, gli autori Fara, non per ruffianeria, piuttosto per puro e sano piacere: difficile la scelta per un primo in classifica.


Ultima domanda, semplicissima
13) Cosa ti aspetti da questa intervista?


Le interviste le vivo più come un dialogo, meglio, come una grande occasione per poter raccontare un po' di me, cosa che non riesco a fare con disinvoltura, con semplicità. Mi auguro di aver sfruttato al meglio questa opportunità.


Sono felice di aver avuto io l'opportunità di mostrare un lato di Laura che forse non è ancora uscito direttamente. Ho voluto intervistare l'autrice, e non l'autrice del libro Fragile o di Wild Iris o de Gli occhi del mondo.
I libri sono talmente belli che parlano da soli, e ritengo giusto mettere in "mostra" per un attimo chi ha dato vita a queste opere.
Grazie Laura

martedì 19 maggio 2009

Versi e musica a Fano 22 mag



VENERDì 22 MAGGIO 2009 - ore 22.30
LOCANDA PENNA BIANCA (Centinarola - Fano -)

doppio reading/concerto:

"Cronache dalla città elettrica"
testi e voce: Loris Ferri
chitarra acustica/12 corde: Alessandro Buccioletti

+
"Noa Noa" (Ancona)
unplugged acustico
(cantante: Francesco Accattoli,
scrittore, collaboratore della "Gru")


Emergenza spirituale a Rimini 22 mag

Oltre la Romagna a Poggio Berni (RN) 21 mag

Incontro con poeti e narratori per viaggiare con la mente e col cuore

giovedì 21 maggio alle ore 21.00
Presso la Biblioteca "Pio Campidelli" di Poggio Berni
Via Roma
Tel. 0541-629701 int. 215
pbiblio@tin.it
poggio-berni.rn.it

Potrete ascoltare dallo viva voce dei loro autori
i versi tratti da

Cocci d'ombra
(Vincenzo Celli)
Il sangue dei papaveri (Nicoletta Verzicco)
Le mie scarpe son sporche di sabbia anche d'inverno (Stefano Bianchi)
Senza Fiato (Guido Passini)
Solchi e Nodi (Caterina Camporesi)
Nello spazio della luce (Andrea Parato)
Inediti (Enrica Musio, autrice di Dediche sillabiche)

E le avvincenti storie tratte da

Il bianco e il rosso (Alessandra Carlini)
La mia prima mamma (Samuel Ayotunde Kalejaiye)

Un happening da non mancare! V. cartolina


“La memoria della pelle”: Luca Freschi all'Assenzio


Venerdì 22 maggio 2009 alle ore 21.30 presso il Caffè letterario Assenzio in via Bilancioni 14 Rimini, si inaugura la mostra “La memoria della pelle” di un giovane ma già maturo e molto apprezzato artista meldolese: Luca Freschi

La mostra, curata e presentata dal critico d'arte Alessandro Giovanardi, sarà visibile fino al 16 giugno. Per la vernice, oltre all'artista e al curatore sarà presente la poetessa Nicoletta Verzicco di cui proponiamo qui sotto una vivida suggestione letteraria ispirata alla visita all'atelier di Luca:

«La vera vita di Luca si svolge nel suo studio, l’ho capito da quella luce nei suoi occhi che per un intervallo di tempo stregato mi ha reso partecipe del suo connubio con la scultura. Sono entrata attraverso una semplice porta a vetri che si apre ad un’altra dimensione. Là dentro vivono l’idea, la fatica, l’opera. Il mio sguardo ha vagato curioso, incorniciato dai sorrisi e dalle parole che mi regalava. I miei occhi avrebbero voluto essere dappertutto, le mie orecchie avrebbero voluto ascoltare ciò che quelle pareti hanno da raccontare. Ci sono oggetti conosciuti tra gli attrezzi che lui impugna per creare; oggetti che piegano, rompono, limano, battono, oggetti che creano quella morbidezza con essi incongruente e che nelle mani di Luca trasformano la materia in delicati corpi che assorbono i suoi pensieri e le sue emozioni e ne prendono nutrimento. Le sue opere vivono con parole assenti, esprimono senza gesti, vedono senza guardare. Le sue opere donano all’osservatore ignaro un vortice di riflessioni che turba, incidendo la mente di scalfitture per poi occluderle. In un silenzio permeato dalla dolce melodia del fiume che scorre là accanto, Luca genera suggestioni e affascina. C’è una scala a chiocciola nel suo studio che si avvolge verso l’alto, ma che porta al nulla perché il tutto è lì, in basso, dove lui si divide attraverso la sua arte.»


Atelier di Luca Freschi
via Giordano Bruno, 57
47014 Meldola (FC)
mail: freschiluca1982@libero.it

Per info sulle attività del Caffè letterario Assenzio: assenzio.caffe@yahoo.it
cell. 347-1786211.


lunedì 18 maggio 2009

Foto della partecipatissima presentazione di Fragile

alcune foto (Laura Bonalumi, l'autrice del libro, è la prima a sinistra) dell'incontro a Cernusco

v. la scheda di Fragile







Su Il primato della pietà di Nino Di Paolo



Recensione di Guido Passini

L’incipit di questo scritto è dedicato alla persona di Nino Di Paolo, andando comunque per supposizioni, poiché ho avuto il piacere di incontrarlo solo un paio di volte. D’altronde si dice che ognuno è ciò che scrive, per questo ho un’alta considerazione di questo autore. Un animo tranquillo ma che sa il fatto suo, che non vuole certo nascondersi, e dice quello che pensa. Però quello che colpisce è il modo in cui lo fa, in maniera garbata, con il sorriso tra le labbra, e la parola sempre collegata al cervello. Questo lo scenario principale de Il primato della pietà, un libro che ha morale, un libro che dà quelle emozioni (mi scusi l’autore per il paragone) che solo un film in bianco e nero riesce a dare. Bianco e nero perché leggendo alcune recensioni a questo libro ho trovato un paragone azzeccato con un film di grande classe come Amarcord di Federico Fellini. La scrittura semplice, senza tanti fronzoli che distoglierebbero dal messaggio che Nino vuole trasmettere con questo libro, una ironica forma di vedere il passato e la generosità con cui si mette in gioco parlandoci della sua vita, del suo passato, del suo mondo, fa de Il primato della pietà un libro degno di nota. Il lavoro più certosino a mio avviso è l’incastrarsi delle “misericordie” con i testi di Nino, riportando come gli eventi di un uomo possano, se visti nell’ottica giusta, essere correlati a temi all’apparenza contrastanti. Probabilmente un libro come quello di Nino ambientato completamente ai giorni d’oggi perderebbe in parte del suo fascino, perché è un viaggio negli anni, è un viaggio di riflessione dell’autore, è in un certo senso una crescita di Nino, non solo dal punto di vista temporale ma anche mentale e di cuore.
Il primato della pietà è un libro che potrebbe essere definito storico, psicologico e, perché no, una raccolta di pseudo favole, ma la cosa più spontanea con cui vorrei definirlo è: un’ode al cammino dell’autore.
Con l’augurio che questo cammino possa regalarci ancora molte emozioni.


Cenni biografici

Nicola (Nino) Di Paolo
, cinquant’anni, pubblico dipendente (formalmente paria, dunque), è qui al suo secondo lavoro di narrativa: il primo, Anno santo 1975 – da Milano a Roma a piedi (Fara, 2007), raccontava l’avventura di un pellegrinaggio attraverso gli occhi dell’autore adolescente; questo prova a raccontare, attraverso il filtro della maturità (?), un po’ di tutto: quattordici racconti, quattordici argomenti.
Ha pubblicato, all’interno de Lo Spirito della poesia (Fara, 2008), il brevissimo saggio “Dove cercare la poesia?” accompagnato da due componimenti in versi: Ode alla disobbedienza e Il consenso.



Testimonianze dal Chiapas in lotta - ROL

in Report On Line

E-mail Stampa PDF
Nel libro una lunga intervista a Patricia Teran Vega, esponente del Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale, evidenzia chiaramente i segnali di una crisi incipiente Oggi la struttura istituzionale del potere in Messico sembra essere almeno in parte mutata.
Rimangono pero' aperti tutti i nodi della problematica piu' profonda, sociale, economica e culturale. I materiale raccolti in questo lavoro (illustrato da foto significative, e con sovracoperta con immagine interna che si trasforma in locandina, come nel volume Dalla parte sbagliata) analizzano la realta' del Chiapas come rivelazione di una situazione sociopolitica piu' ampia, che abbraccia i problema del rapporto fra citta', centro dei poteri politici ed economici, e campagna; fra la gestione autoritaria e gerarchica della societa' e le richieste di democrazia e partecipazione; fra le crescenti tendenze all'esclusione e l'affermazione di una dignita' etnica e sociale.

La scommessa delle genti del Chiapas e' ambiziosa e non possiamo che seguire giorno per giorno la loro lotta per la giustizia, sperando che in un lontatno futuro si realizzi la "profezia" di Samule Ruiz, a lungo vescovo di San Cristobal de Las Casas e interlocutore attento e sensibile degli zapatisti: che "giustizia e pace si baceranno".
Il volume e' il primo di una collana realizzata in collaborazione con il Centro Interculturale della Provincia di Mantova.

www.faraeditore.it

mercoledì 13 maggio 2009

Su Eufrosina


Carteggio d’amore tra il viceré Marco Antonio Colonna e la giovane baronessa del Miserendino nella Palermo del 500.

Licia Cardillo Di Prima

Dario Flaccovio Editore – 2008

recensione di Marco Scalabrino

“’Nta la vostra biddizza, risedi la vostra rovina… lu vostru cori cu l’amuri è distinatu a canusciri lu duluri.”
Da queste poche parole, la predizione di una magara, si possono arguire almeno tre degli elementi distintivi di questo nuovo lavoro di Licia Cardillo: 1) l’avvenenza della protagonista, 2) la sua sventurata storia d’amore, 3) l’uso del Dialetto.
Atteso che una storia d’amore infelice e tragica che si rispetti esige se non altro un antagonista oltre ai due attori principali, apprendiamo intanto di costoro sin dalla copertina il nome e il titolo nobiliare: quelli di lei, Eufrosina, non certo per caso a caratteri cubitali, baronessa del Miserendino; quelli di lui, Marco Antonio Colonna, per esteso nel sottotitolo, viceré.
Eufrosina Valdaura Siracusa, dalla non comune bellezza “il volto spuma di zucchero, la pelle candida come cera di Venezia”, gli occhi verdi, i denti bianchi, orfana di madre, 17 anni; Marco Antonio Colonna, “sterminatore di Turchi, terror di barbareschi, eroe di Lepanto”, dal 1577 al 1584 viceré di Sicilia, 44 anni.
E malgrado la notevole differenza di età, “potendo voi essermi padre”, malgrado ambedue fossero coniugati, lei con Don Calcerano Corbera barone del Miserendino, lui con Donna Felice, malgrado le convenienze sociali, egli non può esimersi, è l’1 gennaio 1579, dal dichiararle il suo amore, scaturito prepotente sin dall’istante del loro incontro: “Donna Eufrosina… non pensavo che alla mia età il sangue potesse fare scoppiare le vene e il cuore scippato dal petto farsi tamburo e gli occhi fonti di gioia.”
Benché non insensibile alle attenzioni dell’uomo, “Eccellenza, non chiusi occhi stanotte leggendo mille volte quanto mi scriveste” ribatte lesta il giorno seguente 2 gennaio 1579, parimenti ricambiandone il sentimento fino ad esserne travolta, lei lo prega “di non scrivermi più. Fingete che io non vi abbia mai incontrato”, e nel tempo reiteratamente lo inviterà a desistere, “fatemi la grazia di scordarvi di me.” Vedremo che fino all’ultimo non sarà così.
Non intendiamo attardarci sulle vicissitudini sentimentali dei due innamorati, delle quali peraltro a cercarle si reperiscono le testimonianze, quanto piuttosto distinguere i termini nei quali Licia Cardillo ne ha reso il “clima”, delineare i luoghi in cui quelle si sviluppano, rilevare gli altri personaggi e avvenimenti nonché i contorni del costume che strutturano la narrazione, ascoltare le chiacchiare che vi si insinuano come quella che Don Pietro Vivacito “si dilettasse con quelli del suo stesso sesso” e per questo venne condannato a “morire di mannara”; eccetera.
Apprendiamo ben presto, il 20 marzo 1579, che la “posta” di lui sotto la casa di lei, il Palazzo Corbera a Montevergine, è scoperta dal suocero di costei. Eufrosina, perciò, lo sollecita ad essere “più accorto”, a non fidarsi di nessuno e, allorquando alcuni mesi dopo si incontrano nuovamente, mostra di ignorarlo.
“Feci finta di non vedervi …”, così lei il 30 giugno 1580, giacché in casa del duca di Terranova vide questi “ridere e parlare alle orecchie del capitano e di altri gentiluomini dicendo malignità su di voi e su di me … non volendo voi nascondere questo amore, come se io non avessi marito e voi non aveste moglie ed essendo vossignoria così cieco da non avere riguardo per la mia reputazione.”
Ma ecco Don Antonio Corbera, “quel cane … quel vecchio bastardo”, il suocero di Eufrosina, “gravato di molti debiti, avendo dissipato per la sua imprudenza il patrimonio” viene ristretto nel carcere di Castellammare, ove poco dopo tempo muore, secondo quanto riferito alla giovane, di veleno mangiando “la pernice all’agrodolce, le sarde a beccafico con mollica, petrosino, aglio e cacio di primo sale e bevendo il vino rosso”, torcendosi dal dolore e non ricevendo alcun soccorso “né medicamento che si piglia per bocca, né una cucchiarella di elettuario, né un cataplasmo, né fu sagnato o visitato da medico di urina o di piaga”, senza il “conforto dei sagramenti”.
La scenario dell’azione è la Sicilia, “trovai – registra Marco Antonio Colonna al suo arrivo – questa terra piena d’ingiustizie, i poveri oppressi dai potenti, gli spagnoli e i nobili assai insolenti, il patrimonio esausto”, e precipuamente, ne abbiamo cognizione sin dal frontespizio del volume, la città di Palermo. Palermo e i suoi quartieri: Porta Nuova, Casa Professa, Ballarò, Bocceria, Bandiera, dove si vendono “pesci, pollami, lumache, granati, erbe selvatiche”, si ubicano le botteghe dei “cappilleri, pellicceri, aromatari” e tutta la gente “viene ad accattare”. Quella Palermo che “all’alba pareva un paradiso”.
Il libro, non un racconto, non un romanzo, bensì una corrispondenza, un carteggio d’amore, esordisce con l’invio da parte di un anonimo, cui suggestivamente è pervenuto dagli stessi amanti, di un manoscritto “che risale alla fine del Cinquecento, in cattivo stato purtroppo” all’Autrice, certo che lei “farà di tutto per decifrarlo e ricostruirlo nelle parti mancanti, attingendo alle cronache del tempo e, perché no, anche alla sua creatività”, traducendo “in lingua contemporanea il dialetto in voga in quell’epoca.”
Tra le osservazioni immediate: le lettere stese in carattere corsivo, con peculiare annotazione su quella del 10 dicembre 1583, mentre le pagine che pertanto dobbiamo ritenere quelle della “ricostruzione” operata dall’Autrice in carattere normale, la rappresentazione del Palazzo Reale, con scale, cammare, arazzi, delle vesti delle dame ricamate di cremisi, di broccato nero e oro, e ancora la musica, il ballo, i cavalieri mascherati, i piatti d’argento pieni di confetti, frutti, pupi di zucchero … e, allora come oggi, tra maggio e giugno 1580 “impazza lo scirocco” e il solo ristoro al “fuoco e rena (che) piovono sulla città” è bagnarsi “con acqua di rose, fiori d’arancio e zibetto”.
In conformità allo scenario, assume rilevanza il linguaggio (che Licia Cardillo ha) adoperato: lessico, espressioni idiomatiche e sintassi mutuati dal Siciliano si fondono felicemente all’Italiano dell’epoca e a voci spagnole qua e là disseminate. E, come già per TARDARA del 2005, nello specifico del Dialetto, Licia Cardillo se ne serve con diligenza, ne sorveglia accuratamente la trascrizione, ne fa un impiego mirato “alla riappropriazione di una bistrattata identità culturale, alla riaffermazione di un vitale strumento linguistico”. E, in questa sorta di efficacissimo argot, mette in campo delle pregevoli formulazioni: le parole mi si quagghiano in bocca, mi cade la faccia a terra per la vergogna, meglio urvicare tutto, sfardare questa lettera pizzuddi pizzuddi, il fuoco che non mi dà abbento, mi aggarrò le mani, sferza l’aria con la zotta, conosciuto come l’ardicola, vi scantate di vostro suocero, fuggii come un ladro assicutato, raciuppare qualche piastra, forte era lo spinno, sto patendo i guai del lino, può capitare che persone di onesta qualità ’ntuppino nelle mani dei Mori, tanti cristiani arricogghiendosi al porto a spiare, chi mangia fa molliche, fatene una veste e ’nsajatela per me, s’inturciuniava per il dolore, messo nel tabuto di velluto, ‘ngarzarvi con Don Calcerano, un cristiano che tampasia, tanfo di carne abbruciata, allippa la lingua, restai assintumata e senza parole, si abbruciò le ali, se ne fossi stata arrasso, quella mala zippula. E, tra le prerogative del Siciliano, profitta con generosità della ripetizione del sostantivo: Cassaro Cassaro, campagne campagne, strade strade, stanza stanza, Palermo Palermo. “I casi di ripetizione di sostantivo – fissa Luigi Sorrento in NUOVE NOTE DI SINTASSI SICILIANA – sono speciali del Siciliano. Strati strati indica un’idea generale d’estensione nello spazio, un’idea di movimento in un luogo indeterminato, non precisato, tanto che non può questa espressione essere seguita da una specificazione, come strati strati di Palermo. L’idea di estensione viene espressa dalla ripetizione del sostantivo, così originando un caso particolare di complemento di luogo mediante il raddoppiamento di una parola.”
“Per avere avuto unione carnale con voi”, Eufrosina s’avvede, il 30 settembre 1580, di essere gravida. Gravida a dispetto dei suoi propositi di strappare quella creatura “con forza dalle mie viscere”, mediante impiastri e decotti: “il salasso sotto la caviglia, la menta, l’artemisia, il finocchio e il prezzemolo cotti con il miele e nel vino e bevuti, i bagni nell’acqua bollente fino a cuocermi, la nepitella tritata fresca legata sulla pancia e sotto l’ombelico, i vapori sopra la sedia forata, il cuscino pieno di lana cardata bagnata nell’infuso di erbe e messo sul ventre.” Gravida di “un figlio che viene da vossignoria, il quale profittando della partenza di Don Calcerano diventò padrone della mia casa e della mia vita.”
Don Calcerano Corbera, probabilmente, non verrà mai a conoscenza di quella gravidanza. Lei infatti perderà la creatura agli inizi di gennaio 1581, nel mentre che egli soggiorna a Malta, dove da qualche tempo si è recato e dove, per quanto riportato ad Eufrosina “ammazzato come un cane con molte pugnalate”, morirà nell’agosto 1582.
Dei delitti che “insanguinarono casa Corbera” ne parlano, per screditare ed accusare il vicerè, i suoi nemici, che solo “aspettano un passo falso per mandarvi alla rovina.”
In questa vicenda a tinte fosche, “avendo avuto misera fine tutti quelli che ebbero a che fare con voi e con me” e persino Cisneros, il fidato segretario di Marco Antonio Colonna “che del nostro amore è stato minestra e cucchiara”, emergono tuttavia talune chiazze di colore. Spiccano, fra esse, l’episodio, che risale all’1 ottobre 1583, in cui Eufrosina rinviene le sue fattezze, nell’acqua della fontana di Porta Felice, in quelle di una statua di marmo, una sirena, “non vergognandovi dell’amore che avete per la mia persona, ma gridandolo a tutti”, e così esponendola ai commenti a dir poco sboccati dei palermitani; e, da leccarsi le dita, “i dolci di Riposto con la velata e la pasta reale piena di citrata” nonché “i confetti all’anice, la cotognata e i datteri conditi, il marzapane e la cubaita con il cumino dolce e il miele.”
L’ultima lettera della corrispondenza, “perdonatemi se troppo v’amai, oltre i confini segnati dalla ragione. Addio per sempre, Donna Eufrosina”, è del 27 luglio 1584 ed è di Marco Antonio Colonna, il quale di lì a qualche giorno, il primo agosto 1584, sarebbe morto, “attossicato”, a 49 anni, in territorio spagnolo, non senza però riuscire a guadagnare la corte di Madrid, dove era stato richiamato.
Alla sua scomparsa Eufrosina “corse a gettarsi ai piedi di Donna Felice” e presso di lei, superate vecchie ruggini – la stessa giovane attesta, il 27 febbraio 1581, che la viceregina la pescò nella camera del marito “senza la camicia, senza i calzoni che non si vedono e con tutte le mie robbe stanza stanza” – consegue rifugio e protezione.
In appendice al volume, Licia Cardillo enumera rigorosamente i documenti d’archivio che suffragano la veridicità storica di quegli avvenimenti e che ne definiscono l’epilogo.
Ciò detto, assodata l’ammirevole scrittura di Licia Cardillo, la qualità più bella della compita, puntuale, amorevole sua riproposta è che essa ci fa invaghire di quella epopea, ci fa sentire partecipi di quel contesto, a distanza di quattro secoli ci restituisce una vicenda vibrante, attuale, nostra.

Maggio 2009

domenica 10 maggio 2009

Li Madou a Macerata 16-17 mag

Come ospiti nel mondo

Cari amici,
quest'anno il festival multiculturale "Interazioni 2009"
ospiterà al suo interno la mostra fotografica "Come ospiti nel mondo" .
La mostra raccoglie le immagini scattate dai ragazzi in servizio civile all'estero
nelle varie parti del mondo in cui sono stati chiamati a operare.

Vi invio in allegato la locandina della mostra e il programma di "Interazioni 2009".
Vi aspetto numerosi,
un abbraccio

Abele Gasparini
(curatore e grafico)

p.s. La mostra avrà un'anteprima il 23 maggio dalle 18,30 a Reggio Emilia nel centro storico in occasione della Notte Bianca.




venerdì 8 maggio 2009

STORIE DI FILO SPINATO




di Luciano Foglietta e Davide Argnani
a cura dell’editore e degli autori

Fresco di stampa è nelle librerie il diario di guerra a quattro mani: Storie di filo spinato – di LUCIANO FOGLIETTA – DAVIDE ARGNANI, con presentazioni di Maurizio Pallante e Roberto Roversi, Edizioni «Il Ponte Vecchio» - Cesena 2009 - €. 12,00 – (ilpontevecchio@libero.it – tel. 0547/609287)
“Un bambino di cinque anni e un ragazzo di ventidue anni. Il bambino vive la guerra da casa, il ragazzo la vive sulla propria pelle nei Lager nazisti. Il padre del bambino, ventinove anni, dall’ottobre 1943 al giugno 1945, è ospite, si fa per dire, a M.-Stammlager VI G nei pressi di Bonn a.Rhein e, quasi contemporaneamente, anche il ragazzo di Santa Sofia, Luciano Foglietta, ventidue anni, si ritrova ospite presso lo “Stalag IV B” ubicato nelle vicinanze di Mulberg. I due ‘eroi’ non si incontreranno mai, mentre la loro vita viaggerà in parallelo fino alla fine.
Due generazioni, due esperienze, due protagonisti che vivono la stessa tortura. Un bambino che ricorda la propria solitudine, un uomo che racconta in diretta le prevaricazioni subite. Un Diario e un romanzo di vite vissute in parallelo che continuano, nella memoria dei sopravvissuti, a riviverne la tragedia con amarezza e rabbia.
Ma se è vero che “quando muore un uomo muore un libro” (vedi Gian Luigi Beccaria: Tra le pieghe delle parole, Lingua storia cultura, Einaudi 2007) è altrettanto vero che un diario di memorie è un tassello di Storia e di Vita in dono ai posteri perché la Storia vissuta resti viva e porti consiglio, a futura memoria insomma, perché le nuove generazioni ne abbiano arricchimento morale e mònito contro ogni pensiero a senso unico, anche se i padroni del vapore, di qualsiasi colore, sono spesso imbroglioni dei Fatti della Storia.”.

Notizie sugli autori:
LUCIANO FOGLIETTA è nato nel 1922 a S. Sofia dove vive. Si è sempre dedicato alla letteratura, alla storia e alle tradizioni della Romagna e in particolar modo ai sapori e alle tradizioni della gastronomia romagnola, con racconti e numerosi scritti apparsi su riviste specializzate. Dal 1956 è giornalista professionista de Il Resto del Carlino e per anni è stato caporedattore nelle redazioni di Forlì-Cesena e Rimini e corrispondente de Il Giorno ai tempi di Enrico Mattei. Inoltre collabora a diverse e importanti riviste, fra le quali La Piè, fin dai tempi della sua lunga amicizia con Aldo Spallicci, e poi L’Ortica, Il Melozzo, Confini… Come scrittore ha esordito nel 1958 pubblicando il suo primo romanzo Una valle per un’anima, poi, nel 1961, Stalag IVB, il romanzo che racconta le sue esperienze nei campi di concentramento nazisti (Edizioni Cappelli, più volte ristampato). Fra le altre numerose opere citiamo: I matti di Seguno (1964, più volte ristampato); Un paese di Frontiera (1965); Gian il contrabbandiere (1994), Il 150° della Banda (1994), Il Boccaccio e l’usignolo (1995), Tra ‘bandi’ e ‘bande’ in collaborazione con Boris Lotti (1995), L’Elvira del Caffè (1996), All’ombra del Falterona (2000), Preti e cioccolata (2006), Dal fondo di un lago (2006) e Lassù, sull’Alpe (2007); Paolo Paolini – Un piccolo grande uomo (2007); Strapaese (Una guerra per burla), Editrice Grafiche Marzocchi, Forlì 2008; La Liberazione di Santa Sofia, Associazione famiglie combattenti polacchi in Italia, 2008.
DAVIDE ARGNANI è nato il 4 giugno 1939 a S. Maria Nuova di Bertinoro. Dal 1953 vive e lavora a Forlì. Opere pubblicate: Poesia: Ogni canto è finito (Todariana, Milano 1972), La città mugolante (Presentazione di G. Bárberi Squarotti, Ed. Forum, Forlì 1975), Nulla su tutto meno uno - ricerca sulla scrittura murale - in collaborazione con E. Sughi (MDM, Forlì 1978), I lager fra noi (1978), Passante (Nuovo Ruolo, Forlì 1987), La casa delle parole (Presentazione di Roberto Roversi, Ed. Ellemme, Roma 1988), La festa degli alberi in collaborazione con Daniela Palmas (Ed. Pagine Lepine, Frosinone 1997); Stari Most (presentazione di Maurizio Pallante, testimonianza di Predrag Matvejević, illustrazioni di Dinko Glibo; versione in croato (Lucì Zuvela), tedesco (Francesca de Manzoni) e inglese (George Peter Russell) Campanotto, Udine 1998-1999. Si interessa di poesia visiva e ha pubblicato: Pianeta spaccato (Presentazione di Eugenio Miccini, Campanotto 1982), Diàclasi beante (id. 1983). Ha curato le seguenti opere monografiche e antologiche: Poeti a dibattito - interviste con poeti, critici e scrittori italiani - (Quinta Generazione, Forlì 1978), Anna-Un poemetto per il bicentenario del poeta americano Irving Stettner con traduzione di E. Sughi (Forum 1979); Pelàsgi, i poeti romagnoli in lingua, in collaborazione con Gian Ruggero Manzoni e introduzione di Valerio Magrelli (Ed. Maggioli, Rimini 1985); Motus e Ingranaggi - ricerca sulla poesia operaia, con Roberto Roversi - (Edizioni Lavoro, Roma 1987-88); Collabora a varie riviste letterarie e dal 1993 dirige la rivista L’Ortica e dal 1999 è condirettore della rivista Confini; collabora alla pagina culturale del ‘Corriere di Romagna’ e a Università Aperta.


giovedì 7 maggio 2009

News da Marco Guzzi

Carissime amiche e carissimi amici,


mai come in questi ultimi anni abbiamo avuto in Occidente la triste sensazione di un mondo e di una intera cultura che si vanno sbriciolando, riducendo a nulla, a insipido omo-geneizzato.

La pappa mentale, il Blob universale cola dai mille televisori e video e computer come una melma uniforme e appunto sempre più omogenea, che a volte sa di palude stagnante e a volte sa proprio di fogna: il dibattito politico e l'onnipervadente varietà dei "comici", il Grande Fratello e Ballarò, l’ennesimo Festival della Filosofia/Matematica/Gastronomia/Poesia/Apicultura/Francobolli/Arte/Cetrioli/Cinema/Comunicazione (ormai immancabile)/Castagne/Spiritualità/Piadina/Letteratura/Carciofi etc., e l'ennesima gara tra giovani aspiranti Cantanti/Ballerini/Servi/Veline/Letterine/Scimmiottine/Schiavettine, schiavi comunque, servi e serve dei programmisti-autori di Mediaset e della Rai, pronti a tutto, e via così degradando senza più vergogna di nulla: cultura e pubblicità, prostituzione e università, corruzione e giornalismo, spettacolo e santità: un'unica melassa incolore e maleodorante.

L’antropologo René Girard vede in tutto questo un chiaro segnale della o almeno di una fine, l’accelerazione finale di un processo che trova i suoi ultimi momenti cruciali in Hitler, in Stalin, e nelle conseguenze di questi orrori: “vale a dire il nulla, il non pensiero americano in Occidente. Oggi ci troviamo veramente di fronte al nulla. Sul piano politico, sul piano letterario, su tutti i piani”.

Ci vuole una grande fede per non disperare in questa notte di nullificazione, di "non pensiero americano", e per non farsi avvelenare il cuore come la scimmia di Zarathustra.
Bisogna imparare a vedere in questo finire un Fine, non solo una Fine, ma un esito, un eschaton, uno scopo.
Negli anni '50 Heidegger scriveva: "Se penseremo in base all'escatologia dell'essere, dovremo un giorno aspettare l'estremo del mattino nell'estremo della sera, e dovremo imparare oggi a meditare così su ciò che è all'estremo".

Questa in realtà è l'unica e l'ultima speranza.

Già, ma chi lo fa? Chi se ne occupa? Chi pensa per fini/inizi?
Il grande problema contemporaneo è proprio che tutto ciò non venga pensato.
Manca ancora una cultura escatologica, che sappia pensare i fini della fine, la direzione di questo sfinimento.
Ed è proprio questa incapacità di pensare per estremi temporali che rende così omo-geneizzato il nostro tempo.
Se infatti non diamo un pensiero a questo finire finiamo nel suo annientamento, viviamo la fine solo come definitivo sfinimento di ogni aspetto della cultura e della vita.

Ciò accade in modo plateale nel mondo della politica: oggi in Europa vince normalmente chi rappresenta al meglio questo Nulla (di pensiero) ben amministrato, questo spappolamento mentale somministrato a dosi massicce ma che però mantengano i corpi illusoriamente vivi, almeno per un po'.
E chi perde alle elezioni si appresta subito dopo a nullificarsi meglio per vincere la prossima volta: meno pensiero, meno dignità, più farsa, più retorica, più menzogne, più rissa tra fratelli gemelli sempre più simili tra di loro, e proprio per questo sempre più violenti, in base ai codici ineluttabili del mimetismo umano.

D’altronde pensare seriamente, e cioè escatologica-mente questa Fine non è affatto facile, in quanto significa confrontarci con una completa ridefinizione dell’Identità Umana, con la possibilità dell'emersione di una Nuova Figurazione dell'essere umano, proprio attraverso la dissoluzione in atto di tutte le figurazioni storiche precedenti.
Intravedere in altri termini proprio nella omo-geneizzazione la genesi di un nuovo Genere Umano, finalmente unito, conscio di essere uno e unico: Ein Geschlecht, un solo Genere, come cantava Georg Trakl.
Ho pensato perciò di offrirvi, e di offrire proprio alla vostra coscienza politica, come Nuova Visione, nel mio sito www.marcoguzzi.it una riflessione, appena uscita nella Rivista “Formazione e Lavoro” (1/2009), dal titolo

Gli ultimi tempi
L’identità umana rimessa in gioco


Domenica 17 maggio, alle ore 17, terrò a Fano (info. 0721.800944) la conferenza

Tornare a sperare di essere felici


Martedì 19 maggio, alle ore 20.30, terrò invece, presso la Parrocchia di San Frumenzio, in Roma, via Cavriglia n. 8, il secondo incontro

Tu sei più intimo a me di me stesso
Pratiche di concentrazione, meditazione, e preghiera cristiana


Intorno alle tematiche del mio ultimo libro “Yoga e preghiera cristiana – Percorsi di liberazione interiore”, Ed. Paoline 2009, vi segnalo poi un’intervista realizzata da Massimo Cerofolini per Radio Uno, ascoltabile a questo indirizzo:

http://www.radio.rai.it/radio1/radioeuropa/view.cfm?Q_EV_ID=284832



Ricordo a tutte/i i partecipanti ai Gruppi "Darsi pace" che l’intensivo di fine anno si terrà a Santa Marinella dal 22 al 24 maggio, e che gli incontri regolari sono perciò spostati a sabato 6 e domenica 7 giugno.


Sono inoltre aperte le iscrizioni al Corso Intensivo dal 10 al 13 luglio a Eupilio (info. nel link Corsi):

Verso una vita illimitata
Preparare la mente all’azione


Vi ricordo infine di visitare e di partecipare attivamente al sito della nostra associazione, in cui troverete molteplici e nuovi materiali anche Video sul lavoro dei nostri Gruppi:

www.darsipace.it

Tanti affettuosi auguri a tutte/i di rimanere sempre Mattinieri in ogni ora del giorno e della notte

Marco Guzzi




mercoledì 6 maggio 2009

È uscito il nuovo romanzo di Patrizia Rigoni


scheda del libro qui


Avrò i tuoi occhi

€ 14,00 pp. 246 (Sia cosa che)
ISBN 978-88-95139-64-7

Un chirurgo italiano e la moglie felicemente incinta (ma con problemi alla vista) decidono
di accettare l’invito della città di Kairouan, dove si sta aprendo il primo ospedale per il
trapianto degli occhi.
Dopo pochi mesi dal loro arrivo in Tunisia, nella gioia di essere stati accolti con benevolenza e generosità da parte di vari personaggi (Ahmad, Keminj, Adil, Lallala, Donna Medusa, Hazib, Zhara, Iyad, il ciabattino e molti altri ancora le cui storie si intrecciano con esiti sorprendenti e situazioni spiazzanti di grande tensione emotiva) si ha la dichiarazione di guerra all’Iraq, e la coppia ne è profondamente turbata e quasi costretta a ri-vedere il proprio passato e il proprio progetto di vita.
Gli stessi ragazzi ciechi, che chiedono di essere visitati e curati, esprimono filosofie anche opposte di possibilità di convivenza civile, di sogni e desideri.
Vedere che cosa? Da parte di chi? Con che occhi? È forse meglio restare ciechi alle brutture del mondo?
Ciascuno segue un proprio percorso emotivo e intellettuale per definire la propria identità e il senso profondo dell’esistere.