venerdì 18 luglio 2008

Emozioni a Castel Sismondo Rimini 19-8-08

Nell’ambito dell’Estate al Castello
organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini (0541/351629, ufficiomostre@fondcarim.it)

sabato 19 luglio 2008 dalle ore 16:00 alle ore 20.30
sala Isotta di Castel Sismondo, Rimini

Emozioni che danno sollievo
Storie, poesie, musica e arte dal vivo

a cura di Fara Editore
in collaborazione con Fondazione ISAL – Rimini
ingresso libero
v. locandina e programma

giovedì 17 luglio 2008

Le pillole di Enrica 4

a cura di Enrica Musio (v. anche qui)

Nel libro Il Battutista di Gennaro Pesante si racconta di una persona che lavora scrivendo battute, testi o discorsi. Fa anche ricerche con Google e lavora per personaggi televisivi o dello spettacolo. Un libro scritto bene. Ah! Una curiosità: l’autore è stato addetto stampa di un noto gruppo parlamentare italiano.

Nell'Isola Continentale Ambra Crociani racconta un viaggio fatto nel meraviglioso e magico continente australiano. Un viaggio agli antipodi, alla conoscenza delle vecchie tribù indigene. Un viaggio alla ricerca di una conoscenza attraverso una mutazione di sguardo. Magici luoghi come la montagna di Ayers Rock o animali strani come i dingo.
In questo viaggio scopriamo il fascino ancestrale dell’Australia. Un viaggio nel rispetto dell’ambiente. È un bel libro scritto e raccontato con linguaggio molto giovanile.
Un libro che ci porta verso un nuovo futuro, una nuova identità.

Nel libro di Salvatrice Virgadaula Il signor Panzero, si racconta una storia simbolica (i Greci chiamavano Symbolon una tavoletta di terracotta dove era scritto un patto).
L’autrice ci parla di un suo viaggio, fatto di mete, di tappe, di incontri e di suggestioni…
con la consapevolezza dei grandi problemi mondiali: la globalizzazione, lo scarso rispetto della dignità umana, la difficoltà di troncare con modo di vivere effimero che ci rovina e ci porta su cattive strade. Un bel libro interessante e riflessivo.

Nel libro Storie di frate Amodeo Michele Ruele racconta le avventure di un frate cappuccino del Settecento in Trentino. Ce le racconta immerse in una sorta di realtà fiabesca, con tradizioni e usanze d'un tempo e strani e assurdi personaggi: religiosi e furfanti, briganti e contadini, potenti. Il tutto condito di una certa superstizione.
Un libro interessante, allegro e spensierato.

Nel libro di Rosana Crispim da Costa Il mio corpo traduce molte lingue c'è una forte intensità poetica, con uno sguardo ingenuo e ingannante, su una sorta di soglia dell’apparenza, di dolore e nostalgia: la saudade brasiliana. È un bellissimo libro, lo consiglio a tutti, per conoscere anche un nuovo mondo e una nuova cultura.

Il libro di Sonia Gardini Dove allunata? è una raccolta di poesie con parole estremamente forti e vibranti, che ci portano in uno spazio intimo e ci riverberano nella verità più assoluta. Ci offre spunto alla condivisione. L'autrice mette in condizione noi lettori diessere tutti suoi compagni di viaggio. Un libro profondo.

Nella raccolta Finito Gabriele Oselini scrive dei testi poetici in ricordo della sua gioventù. Poesie prive di una struttura perfetta e omogenea, ma che ci portano in una dimensione di particolare bellezza poetica. È una poesia molto sincera. Un buon libro.

Nella raccolta di poesie L’analisi di infinite conseguenze di Marco Zavarini ci sono le poesie lampo che parlano con un linguaggio fresco, ma con leggerezza sottile e pungente che ci invita a rileggerle e a memorizzarle. Possiamo trovare in questi meravigliosi testi mille sfumature e mille sfaccettature. Un ottimo libro.

Nel libro di Helene Paraskeva Il tragediometro e altri racconti si narrano storie interessanti: c’è un senso di indagine profondo delle debolezze e vari tic dei personaggi. Ci si immerge subito nelle storie raccontate. Lo stile letterario elegante è schietto, asciutto e anche icastico. Un valido libro.

Nella raccolta di Gladys Basagoitia La Carne/El sueño si esprime la cultura sudamericana (l’autrice che è peruviana). Troviamo una musicalità che evoca immagini memorabili.

Nel libro Mal Bianco di Leela Marrampudi, scrittrice di origine indiana, si narra di una saga familiare soprattutto dal punto di vista femminile. La donna in India non è sempre considerata, soprattutto se è di una casta inferiore. Il libro è una sorta di doppia realtà, tra la finzione della vita rappresentata dalla televisione, il mito indiano di Bollywood, e la vita autentica. Si dà valore alle relazioni umane, ai sogni e desideri.
Un ottimo libro, brava l’autrice.

giovedì 10 luglio 2008

È uscito Il mio cane di Gino

Un romanzo tragicomico sapientemente architettato, una confessione della situazione dei giovani adulti di oggi che intriga e coinvolge: v. la scheda

martedì 8 luglio 2008

Le pillole di Enrica 3

a cura di Enrica Musio (v. anche qui)

Nel libro di Ardea Montebelli Il paradosso della memoria ho trovato delle poesie religiose, quasi una sorta di meditazione interiore e spirituale. Queste poesie sono ispirate dalle Lettere di San Giovanni, un discepolo di Gesù Cristo.
È un libro utile a chi ha perso il senso della fede e della religiosità cristiana.

Nel libro di Luca Nannipieri Mario Luzi si parla del grande Poeta: ci sono dei dialoghi, interviste, commenti. In questo libro risalta la bravura e il grande talento del poeta Mario Luzi: un grande mito per noi neofiti in poesia.

Nel libro di Ada Gobetti Storia del gallo Sebastiano si racconta la storia semiseria di uno strano e divertente gallo. L’autrice ha voluto mettere in risalto la figura del suo uomo Piero Gobetti, morto in modo troppo drammatico (aveva subito un’aggressione fascista). È un racconto che narra della libertà mancata: parla di un galletto fuori dalle regole e fuori dagli schemi sociali. È un bel libro, scritto anche con un linguaggio perfetto.


Nel libro Sullo stesso treno di Marco Bottoni si raccontano storie e avventure in treno.
Si incontrano molti personaggi e molte situazioni abbastanza particolari, dimensioni varie, una sorta di un viaggio nel passato, all’indietro (un déjà-vù)… è anche un viaggio surreale e fantastico, ironico, con linee di tragicità, attraverso il ricordo, la speranza, il piacere. Nei racconti ci sono un giovane manager in carriera, un vecchio macchinista in pensione, un innamorato deluso, un sognatore troppo ostinato, un cinico spietato, e sempre, com in ogni racconto che si rispetti, ci deve essere l’inguaribile romantico.
Sono tutti quanti in una sorta di strano scompartimento, tutti accomunati da un viaggio alla ricerca di un motivo, di una nuova situazione di vita, di una giustificazione, alla ricerca sé stessi. È un bel libro, mi è piaciuto molto.


Nel simpaticoso e divertente libro Chicken Breast scritto dal fantasmagorico e istrionico Alex Celli, si raccontano in forma allegorica e narrativa le avventure di un comunissimo e strampalato supereroe un po’ enfatizzato dai miti dei supereroi: (Superman, Spiderman, Hulk, Fantastici Quattro, Wonderwoman, Cat Woman, La Donna Bionica). Questo divertente e maldestro comune-semplice umano lavora all’ufficio delle tasse e la sera nella sua Santarcangelo di Romagna si trasforma in supereroe e salva gli oppressi e gli indifesi. Il tutto raccontato con semplicità e tanto divertimento è un racconto veramente comico!!!

La Compagnia di S.E., sempre scritta dalla sapienza magistrale di Alex Celli, è il seguito delle avventure del supereroe Chicken Breast, assieme ad una strampalata compagnia di strani personaggi e supereroi in situazioni assolutamente imprevedibili.
Leggendo tutto il libro, mi sono piaciute le gesta dell’Uomo Topo Ragno.
Questo libro è consigliato soprattutto ai giovani che oggigiorno leggono giornalini Manga e ascoltano musica all’Ipod, navigano tra blog insulsi e mandano troppi MMS e SMS.

Nel libro In cerca di Alessandro Ramberti ho trovato delle bellissime poesie.
Con una strana misteriosa emozione. Queste poesie sembrano piccoli scatti di vita, e passano attraverso gli occhi di un sedentario lettore e lo portano al massimo del coinvolgimento. C’è solo un lettore che si pone in suo ascolto.

In Pietrisco di Alessandro Ramberti troviamo dei testi poetici più lavorati, più ragionati e con anche un senso religioso, molto semplici.
In queste righe poetiche si mette in luce la bravura linguistica.

Nel libro di poesie di Amoà Fatuiva alias (Annarita Bianchini) Seni di cristalli, ci sono poesie che parlano di un esclusivo senso erotico del corpo, non nella forma più morbosa, ma con una sorta di particolare delicatezza tutta al femminile. Il libro ci porta anche ad una sorta di mondo fatato, di principesse e di sultani,tipo i racconti delle Mille e una notte. Il libro parla anche della bellezza della natura.
Mentre lo leggevo pensavo che la poetessa fosse di origini arabe, invece ho scoperto che è italiana!

Nel libro di Fabrizio Chiappetti Visioni dal futuro-Il caso di Philip K.Dick, si racconta dello scrittore americano degli anni '70 Philip K.Dick, un validissimo scrittore di fantascienza. Si parla di lui, della sua attività letteraria e delle sue considerazioni molte volte catastrofiche o allucinatorie. Philip K.Dick è molto famoso, è stato l’autore del romanzo che ha ispirato Blade Runner. Un libro per chi si vuole tanto appassionare alla fantascienza.

Nell’uovo cosmico di Helene Paraskeva si parla in maniera fantastica e tragicomica della realtà di oggi con agganci al mondo dell’Olimpo, degli Dei dell’Antica Grecia.
L’autrice ci racconta una strana moderna Odissea.
Tutto con grande allegoria.


Nel libro di Bruno Sacchini Paroli, robi e det d’una volta si evidenziano modi dialettali come parole nelle zone fra l’Uso, il Rubicone e vicinanze. È un bel libro utile a noi ragazzi che non sappiamo più parlare il nostro bellissimo dialetto romagnolo; questo libro ce lo insegna. E poi non ci fa perdere queste meravigliose antiche tradizioni linguistiche dei nostri padri e avi.
Alcune parole significative: E’ croin-cestino di vimini, l’azdoura-la massaia, la casalinga, la tegia-la teglia fatta di terracotta per cuocere la piadina romagnola, la pida-la piadina, anvoud-il nipote, bascoza-la tasca dei pantaloni, bech-cornuto (a Santarcangelo che c’è anche una fiera dei bech, la fiera di San Martino che si svolge l’11 di novembre), cantareli-piadine fatte con olio e zucchero, brech-asino, brudet-la zuppa di pesce, ciacareda-chiacchierata di paese, garneda-scopa, ligaza-fazzoletto delle azdore da lavoro, scarana-sedia.

lunedì 7 luglio 2008

Su Anno Santo 1975 di Nicola Di Paolo



Recensione di Oreste Bonvicini (scheda del libro qui)

Se qualcuno volesse interrogare questo viaggio per scoprire tracce dello spirito che animò Sigerico intorno all’anno Mille e diede forma e vita a quella che poi si denominò via Francigena, ha sbagliato indirizzo. Nel 1975 tutto ciò non era nemmeno lontanamente reperibile. Non ostelli, né punti sosta, né percorsi segnalati, né impronte sui crinali dell’ Appennino.

Sarà dunque per l’età non più verde, per il comune amore per la Val d’Ayas, ma soprattutto per il fatto di essere coscritti di un 1958 che ancora evoca anni di speranza e di un buon futuro che oggi sui volti dei nostri figli non riconosciamo in tratti altrettanto vivi e accesi, che questo libro mi ha portato via, durante una lettura rapida e avida, scritto apparentemente con il passo ardente del pane dei verdi anni di Böll, scevro da quel viaggiare con la mente rivolta alla letteratura o sulle tracce del passato a cui personalmente mi sento connaturato, bensì badando alla schiettezza del racconto, come un novellare dinanzi ad un pubblico di amici, nell’incertezza talora dei ricordi, dei volti conosciuti e subito lasciati, sul tavolo una bottiglia di vino mentre una fisarmonica che vibra in sottofondo…

Di quel tempo rivedo come in un sogno il Monte Penice con le sue antenne rivolte alle regioni settentrionali, i canali della tivù allora in b/n che nutriva tutto il nostro immaginario, gli sport e gli idoli degli anni Settanta, con tutta l’illusione di un’etica sportiva in cui specchiarsi, i gettoni del telefono pubblico, nostro unico e talvolta labile, strumento di contatto.
Rivedo gli anni di piombo con la legittimazione della repressione (di cui scrissi e di cui tuttora talvolta scrivo), nonché la Valle d’Ayas e gli anni delle giovanili grimpate sui versanti assolati della Falconetta, verso i laghi del Pinter, verso la testa Grigia, verso il Mezzalama, le Cime Bianche…
I passi del nostro oggi, al contrario, sono in una realtà dove più non sarebbe proponibile montare la tende in una rotonda stradale, o dormire sotto le pensiline di un distributore di benzina, o all’addiaccio in un cortile. E la solidarietà di quel 1975 forse non è più possibile in questo tempo di turismo sterilizzato (di navigatori GPS e materiali ultratecnologici) dove anche i pellegrini sono soggetti ad un cammino scientifico, studiato, mai improvvisato e incapace di avventura se non estrema, ma con tanta visibilità, come si addice ad un edonismo sfrenato, di esasperata ricerca della notorietà così come ci hanno insegnato i nostri migliori uomini di spettacolo (o di politica creativa?). E benché non sia ancora del tutto svanito il mio sogno di camminare fino in Galizia verso la tomba dell’apostolo Giacomo (raggiunta in ogni caso qualche anno fa, con altri mezzi, in un viaggio bello comunque e vario di campeggio in campeggio) sento ormai il peso di un’incertezza che ha fatto emergere il lato meno bello della nostra età, messa la prua oltre il confine convenzionale del nuovo secolo, scorgendo un confine ormai non più oltrepassabile e la sensazione di un mondo in cammino sempre più frenetico verso qualcosa che non si vede ma si presagisce, una corsa sfrenata verso il nulla che ci spaura. E si sa, scriveva il Manzoni, che “quando s’è per la strada della passione, è naturale che i più ciechi guidino” .

La forza di Di Paolo sta nel pensiero che si fa intenso e acuto con le stoccate di pagina 56, e di prepotenza ci volgiamo all’oggi, domandandoci se di questo nostro presente sapremo ricordare altro che non siano intercettazioni telefoniche, delinquenza organizzata, corruzione e sangue sulle strade…
“L’Italia cancellata delle lotte operaie degli anni 60” non è che storia, ma non per i libri di scuola e le conquiste di quel tempo sono via via svanite, abrogate, surrogate, dimenticate, con i nomi di chi lottò fino alla fine sperando di regalare a figli e nipoti un tempo diverso, migliore. O forse quello fu l’unico modello, l’unico momento lieto di un mondo non bello, ma carico di attese, di illusioni forse, speranze che hanno prodotto tracce anche se forse labili come a febbraio il sole in una primavera anticipata..
Così quelle pagine intense e dedicate all’incontro con i giovani di Santo Stefano di Magra, per altro nella mia memoria luogo dell’ultimo soggiorno estivo di Cesare Pavese, svelano una volta ancora i concetti di cui la nostra gioventù si era nutrita, e si offrono come una rivelazione che sarà costretta alla consunzione dei tempi. All’oblio infine.

Il finale del racconto poi si spegne con la delusione che tuttavia non si dipinge sui volti dei protagonisti, bensì si stempera in un viaggio senza precedenti verso luoghi fino ad allora sconosciuti, anche se il viatico dell’ufficialità viene riposto nel cassetto dei sogni infranti. Il Papa non riceverà i pellegrini, dimenticati sulla piazza di San Pietro tra tanti. Ma forse l’umiltà con cui il viaggio si era protratto rimane il segno tangibile oltre quell’ufficialità che avrebbe poi nuociuto alla semplicità dei suoi artefici, con il pericolo di divenire tramite di una notorietà e di lì un non tacitato vanto da sbandierare al ritorno. Certo oggi nessuno partirebbe senza accreditarsi di un ricevimento con onori e gran pompa, con le televisioni private, i resoconti stereotipati, le interviste...

In questo racconto di Nicola di Paolo si gode dell’immediatezza che merita un evento prima di tutto interiore, che non è diventato storia e che resterà nel cuore di chi l’ha vissuto, come archetipo che diviene perciò mito dopo che l’eroe arcano l’ha fatto suo. Forse a sua insaputa.

giovedì 3 luglio 2008

La mia prima mamma in Libromondo

Il racconto tragicomico di un funerale africano:

Samuel Ayotunde Kalejaiye

fa centro! La scheda del libro qui





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