martedì 23 ottobre 2007

Com’è andata con Claudia Cardinale (coincidenze)

di Corrado Giamboni


murales di Eron

Non credo di essermi mai addentrato così tanto a S. Giuliano con la macchina fotografica, prima di quel giorno. Ventiquattro ore dopo aver fotografato questo murales di Eron, che devo ancora capire chi sia, ho incontrato per la prima volta, e forse l’ultima, Claudia Cardinale.
Ho potuto così ringraziarla di persona per quella scena di 8½, per me importante, dove lei parla col regista in crisi, in quel luogo deserto e disabitato, lunare, come fuori dal mondo, e del resto anche la sua bellezza sembra essere venuta da altrove, e dove lei risponde al regista in crisi sempre con la stessa frase: “Perché non sa voler bene”. Una scena importante per me perché legata a un momento di cambiamento.
L’ho ringraziata, accennandole anche qualche particolare della mia situazione di quel momento, di quei vent’anni, e lei sembrava essere piuttosto presa dal mio racconto, mi ascoltava con attenzione. Claudia Cardinale ascoltava me con attenzione per qualche minuto, forse quattro. Una cosa personale, un atto dovuto, visto che c’era l’occasione. Così come l’autografo, subito dopo, prima che venissero a portarla via.
Comunque poi l’abbiamo rivista al Grand Hotel, dove avevamo deciso di fermarci, creando appunto l’occasione, nonostante i bagagli già pronti per il ritorno a Mantova.
Claudia invece abita a Parigi e ci ha invitati, ma noi le abbiamo detto che non potevamo andare. Scherzo.
E’ che la Publiphono, quella mattina in spiaggia aveva comunicato che la sera stessa ci sarebbe stata la proiezione di 8½, presentata appunto da Claudia Cardinale. Proprio il giorno che dovevamo partire, mannaggia.
Sembrava un’occasione unica, per la quale forse valeva la pena di fermarsi un giorno in più, malgrado le valige fatte.
Ma non di nuovo dai tuoi, dice Beatrice, che hanno appena tirato il fiato, semmai al Grand Hotel.
Figurati.
Intanto andiamo.
Così, al ritorno dalla spiaggia, dopo essere passati davanti al Grand Hotel con le tenute da mare e la borsa degli asciugamani e tutto, direzione macchina, Giovanni si infila nel giardino, dicendo che ci passa sempre coi nonni, che si può.
Bene, allora entriamo.
Beatrice è già nella hall, si guarda attorno come fanno i turisti.
Ci sono in giro molti fotografi in assetto di scatto.
Guardando l’ orologio chiediamo quando arriva la Cardinale.
Dovrebbe essere qui a momenti, ci fanno, e Beatrice mi spedisce a liberarmi di asciugamani e materassini, da mettere in macchina. Torno appena in tempo per vedere Claudia Cardinale infilarsi dentro la hall del Grand Hotel, con Beatrice e bambini al seguito, che mi fanno cenno di muovermi.
Noi con la nostra tenuta da spiaggia ci accomodiamo nella sala della conferenza stampa, mentre Giovanni e Serena provano a dare inizio anzitempo al rinfresco, bloccati dal personale. La hostess preposta mi si avvicinava chiedendomi gentilmente chi sono e quale testata rappresento, e io le rispondo che in quel momento non rappresento nessun giornale, ma solo me stesso. Ben detto.
Dopo la conferenza stampa decidiamo di restare anche noi al Grand Hotel, come Claudia Cardinale, di farci questo regalo. Se non era per Beatrice non succedeva. Un riminese che si ferma al Grand Hotel. Però ne vale la pena, vedere dall’alto le cose che conosci. Un esercizio di cambio di punto di vista. Andare alla spiaggia di fianco alla solita spiaggia, però è quella del Grand Hotel. Svegliarsi la mattina e prima della supercolazione andare in piscina e guardare di fuori e vedere che è dove passi sempre, dove sei sempre passato, dove hai lavorato quando ancora si chiamava bar Clara.
Tra l’altro ci hanno fatto un prezzo da last minute.
Finita la conferenza stampa, Giovanni ha chiesto alla Cardinale se è divertente fare l’attrice. Serena invece le ha fatto notare che non si fuma. Lei le ha risposto che glielo aveva insegnato Luchino Visconti, ma Serena non era convinta e glielo ha fatto notare di nuovo, anche la sera, prima di andare alla presentazione del film.
A pranzo, al Biobar, abbiamo incontrato Pepe, dopo anni. Adesso è il legale del Grand Hotel. Che coincidenza. Ci ha raccontato tante cose, dopo anni che non ci si vedeva.
Poi la sera la visione del film, dagli Agostiniani, all’aperto, con i miei genitori che per fortuna ci avevano tenuto il posto, e i Bianchi che ci avevano tenuto i bambini, altrimenti non sarebbe mica stato possibile.
La proiezione di uno dei film più belli, all’aperto, d’estate, in alto le stelle; un tipo cafone seduto davanti a noi che parla al cellulare durante il film e che col secondo tempo sparisce.
Il ritorno a prendere i bambini, e poi il ritorno nella nostra suite. Alcuni memorabili ricordi miei e di Beatrice di quel soggiorno di una notte di mezza estate al Grand Hotel.
Quella notte moriva don Tullio Contiero, il 3 luglio 2006.

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